«Bella stronza»: l'editoriale di Silvia Grilli
Non scrivo della vita privata di Chiara Ferragni e Fedez, che peraltro già inonda internet, i giornali, le televisioni.
Però m’interessa vedere come sarà accolta dai telespettatori la canzone che pare sarà portata al Festival di Sanremo da Fedez e Marco Masini. A meno che il direttore artistico Carlo Conti decida di fare cambiare repertorio, e sarebbe cosa buona e giusta.
Tra tutte le belle canzoni di Masini, Fedez ha chiesto al collega di cantare con lui nella serata dei duetti Bella stronza. Non mi importa se sia rivolta alla presunta storica amante di Fedez, di cui vocifera il gossip in questi giorni. La dedichino a chi vogliono.
M’importa capire se faranno anche a voi male quelle parole scritte nel 1995, quando ancora non era evidentemente così diffusa la sensibilità su misoginia, patriarcato, sessismo.
«Mi verrebbe di strapparti quei vestiti da putt**a e tenerti a gambe aperte finché viene domattina», recita la canzone. Siamo ancora disposti ad accettare brani di questo genere? C’era proprio bisogno di riesumare quelle strofe sul palco della trasmissione più vista d’Italia? Credo proprio di no.
Certo, per Fedez Bella stronza di Masini è niente rispetto a quando cantava: «Per superare questi inverni ci vuole una fi*a che ha visto più dita che assorbenti... Stupro la Moratti e mentre mi fa un bocc***o le taglio la gola con il taglierino».
Le istituzioni hanno escluso Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma, perché aveva una carriera fatta di «Lei la comando con un joystick. Non mi piace quando parla troppo. Le tappo la bocca e me la fott*» e il cantante si ripresenterà a Sanremo con una ballata inoffensiva. Ma poi dissotterriamo un testo misogino di 30 anni fa?
«Parolacce? Sì, ma d’amore», sosteneva allora Masini. Sentirle cantare nella serata di San Valentino, il 14 febbraio, a me pare oltraggioso in un Paese dove cerchiamo di sradicare la storica violenza sulle donne.
Sì, perché quel testo cosiddetto “d’amore” continua così: «Bella stronza che hai chiamato la volante quella notte e volevi farmi mettere in manette solo perché avevo perso la pazienza». L’ho già sentita questa scusa: «Perdere la pazienza», la tirano fuori tutti quelli che menano le donne. Stronza, che hai chiamato la polizia e mi hai denunciato. Aiuto, ma si può davvero riproporre un testo così a Sanremo?
Sento già le vocine: «E basta! Non si può dire più niente». «È solo una canzone di un’altra epoca». «Come sei suscettibile. Va contestualizzata». «Eh dai, ci sono cose più importanti». Eh dai, voi. Quando si finirà di considerare l’odio verso noi donne un problema minore?
Comunque il vento va in quella direzione. Un condannato per abusi sessuali è stato eletto presidente degli Stati Uniti d’America. Il Movimento antimolestie #MeToo viene ucciso da squadre di consulenti digitali che prima organizzano strategie mediatiche per ridurre alla gogna Amber Heard, che osa accusare Johnny Depp di violenza domestica. Poi si occupano di Blake Lively che ha l’ardire di denunciare per molestie il collega e regista del film It Ends with Us, Justin Baldoni. Risultato: Heard è stata massacrata sui social network e Lively bollata come una star capricciosa.
Eh dai, che cosa sarà mai se il Presidente spinge una giornalista dentro lo spogliatoio di un grande magazzino di lusso, la schiaccia contro la parete, chiude la porta e abusa di lei? Ma dai, che cosa vuoi che sia se Baldoni entra nel camerino di Lively mentre lei allatta, le racconta la sua dipendenza dal porno e aggiunge scene erotiche non richieste nel film? Dai, che cosa volete che sia se sul palco di Sanremo si declassa la violenza a perdita della pazienza?
Episodi imparagonabili perché quella è solo una canzonetta? E dai, non fate le difficili... Lo sappiamo: la nostra cultura fa passare per difficili le donne che non accettano le allusioni sessuali e i comporta- menti inopportuni.
È successo a Lively, alla scrittrice abusata da Trump e succederà anche a noi se, guardando Sanremo, spiegheremo ai nostri figli che non è normale che Fedez e Masini cantino quel brano.
Perché noi ogni giorno ci proviamo a spiegare ai ragazzi che gli uomini come quelli di Bella stronza dovrebbero essere caricati su quella volante. E magari ricevere anche un bel braccialetto. Elettronico. Con divieto di avvicinamento.
© Riproduzione riservata