Ambra Angiolini racconta a Grazia la sua nuova campagna sui disturbi alimentari
È stata presentata presso il Cinema Anteo di Milano, la campagna “Non è il cibo il mio disturbo alimentare” pensata e diretta da Ambra Angiolini (con la collaborazione di Animenta, Associazione non-profit per i Disturbi Alimentari fondata da Aurora Caporossi, Jolanda Renga e il contributo di Danone con il brand Nutricia Fortini).
L’attrice e conduttrice ha puntato su un modo nuovo di raccontare i disturbi alimentari, per lei che ha sofferto in passato di bulimia nervosa (su quel periodo ha scritto un libro dal titolo InFame), era fondamentale puntare su una profonda empatia verso chi il dolore se lo trova addosso tutti i giorni. «Nel disturbo alimentare non è il cibo la questione. I ragazzi che si ammalano hanno paura della vita e non di vivere», ha detto Ambra durante la presentazione della campagna.
Come è nata l’idea di questo spot?
Ci siamo chiesti come potevamo mettere insieme arte, musica, cinema, l’emotività e un’attrice meravigliosa come Beatrice Fiorentini, e una canzone di Matteo Alieno dal titolo La paura, in un piano sequenza che ho volutamente scelto, perché è una delle cose che più mi emoziona al cinema. Ti dà la sensazione che il racconto continui e che ognuno possa vedere e trovare ciò che gli interessa senza essere guidato verso cosa è giusto o sbagliato. Nel video c’è un invito a tavola, che era la cosa che più mi premeva. La tavola iniziale è quella di tutti, imbandita con il cibo, mentre sulla tavola finale si leggono parole come io non ho valore, io non esisto, io ho paura della vita. È la tavola di chi è malato, e a quella invitiamo tutti a sedersi per provare finalmente quell’ empatia che nominiamo, ma che spesso non riusciamo a mettere in pratica.
Stare dietro la macchina da presa, curare la regia, per chi ha vissuto quei disturbi, sono un carico emotivo importante.
Metto in pratica le cose quando mi riguardano, quando so che quello che sto raccontando è la mia verità e quella di tutte le persone che collaborano con me. È stato un lavoro quasi in ginocchio, cercando come un lagunare di far succedere le cose. È stato più bello che essere la protagonista, bellissimo poter scegliere come attrice Beatrice Fiorentini e la canzone di Matteo Alieno. Sono stati giorni pieni di lavoro in cui mi sono spariti un sacco di pensieri e preoccupazioni.
E poi avevi accanto tua figlia Jolanda.
Lei c’è sempre in molti dei miei progetti.
Tra i consigli che dai c’è il canto che aiuta a respirare.
Molte delle persone che si ammalano non respirano più. Il diaframma è come una montagna enorme da scalare e io l’ho scoperto grazie a questo mestiere. Mi accorgo quando diventa di pietra, e l’unico modo per sbloccarlo è ridere, piangere e respirare. Quando faccio dei laboratori dico ai ragazzi proviamo prima respirare poi a ridere e con lo stesso respiro e con la stessa modalità del volto arriviamo anche a piangere. E questo ci fa sentire a posto.
Tieni anche dei laboratori per affrontare i disturbi alimentari.
Quando una ragazza, un ragazzo o degli adulti ricevono la diagnosi del disturbo del comportamento alimentare sono i sentimenti, l’emotività, l’anima ad ammalarsi. Uno dei laboratori si chiama Tracce d’amore, li teniamo insieme all’associazione Animenta di Aurora Caporossi. Chi ci chiama ci mette a disposizione anche i luoghi. In queste iniziative è entrato come partner Danone che fa un gran lavoro nei centri in cui purtroppo si muore di malnutrizione.
Come si fa a partecipare ai laboratori?
Il canale diretto è Animenta, che ha la sede principale a Roma. Le richieste vanno inviate all’associazione e poi noi andiamo nelle città dove ci chiamano. Ci appoggiamo ad oratori e sale prova che noi trasformiamo in un posto dell’anima. Nell’attesa di arrivare prima o poi ad aprire le palestre dell’anima tonica, dove far fare degli squat all’anima per renderla bella soda (Ambra ride).
Ci lamentiamo che i sentimenti vengono privati della loro tonicità e in queste palestre che vorremmo aprire in tutta Italia, si tonificano sentimento ed emotività.
Ci vediamo in palestra allora.
Esatto!
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