Alessandro Cattelan: «Mia figlia mi ha fatto la domanda più difficile»

Alessandro Cattelan è recordman di numero di parole pronunciate al minuto e senza nemmeno una papera. Parla così in fretta che, a riascoltarlo, sembra uno di quei vocali di WhatsApp a velocità massima.
Questa abilità è solo uno dei motivi del suo successo, a 41 anni e più di venti di carriera, come brillante presentatore televisivo e radiofonico, prossimo a condurre l’Eurovision 2022 con le popstar Laura Pausini e Mika.
Ha anche una moglie e due bambine, tutte belle come il sole.
È un uomo felice? Visto dal di fuori, non potrebbe essere altrimenti, eppure qualche dubbio deve averlo coltivato anche lui, tant’è vero che ha scritto e realizzato una docuserie in sei episodi proprio su questo tema.

Sarà su Netflix dal 18 marzo ed è intitolata: Una semplice domanda. La domanda è arrivata dalla figlia Nina, 10 anni: “Papà, come si fa a essere felici?”. Cattelan prova a rispondere, con l’aiuto di una serie variegata di ospiti: Roberto Baggio e Paolo Sorrentino, Danika e Steve Mori, coppia nella vita e sullo schermo, conosciuti come “i Ferragnez del porno”, la storica Eva Cantarella, Geppi Cucciari e le atlete specializzate in “mermaiding”, il nuoto con coda di sirena.

Nella sua vita professionale quali paure ha dovuto superare per andare avanti?“
«Ho cominciato in maniera incosciente, i primi tempi neanche lo immaginavo come il mio futuro. Poi, quando ha chiuso Mtv (dove Cattelan lavorava, ndr) mi sono reso conto che, a 24 anni, quella era la mia unica forma di sostentamento e che non sapevo fare altro, così mi sono impegnato. Oggi provo spesso paure che sono una il contrario dell’altra. Ho paura di non avere successo con quello che faccio ma, appena le cose vanno bene, sento addosso troppa pressione. È difficile stare in equilibrio».

L’anno scorso ha fatto uno show in prima serata alla Rai, Da grande. Gli ascolti non sono andati come si sperava e gli addetti ai lavori sono stati un po’ velenosi.
«Se vai a fare un incontro di boxe ti prepari anche a prendere pugni, ma il fatto di saperlo non vuol dire che poi non ti facciano male. Poi guardi le cose da altri punti di vista e trovi elementi di soddisfazione: lo show non è stato ignorato, ha fatto discutere, è comunque un bel risultato».
Nella serie dice di non avere mai fatto un lavoro vero.
«In realtà qualcuno l’ho fatto. Ho raccattato bicchieri in discoteca e lavorato in un centro scommesse dove entravano signori anziani che si giocavano la pensione in un pomeriggio. Ma mi sono trovato presto in un mondo in cui i privilegi erano nettamente sproporzionati rispetto alla fatica che impiegavo. Oggi è più complicato. Più sei conosciuto più sei bersagliato dalle opinioni altrui. Non puoi sentirti oggi un genio e domani un cretino».
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