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Grazia

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Magazine

Alessandra Mastronardi: «Ora conosco il segreto di Carla Fracci»

Alessandra Mastronardi: «Ora conosco il segreto di Carla Fracci»

In tv vedremo Alessandra Mastronardi interpretare la danzatrice, mito del balletto internazionale. Un ruolo che l’attrice considera una lezione in questo periodo di pandemia. «La fatica e il dolore di stare sulle punte», racconta, «mi hanno fatto comprendere che solo se affronti le tue fragilità puoi tirare fuori l’energia che ti porti dentro»
Alessandra Mastronardi 54

Non prende bene la rete wifi e vago tra le stanze per cercare la connessione migliore mentre intervisto via video Alessandra Mastronardi: «I nostri appartamenti non hanno più segreti: Zoom ha rotto ogni barriera di intimità», mi dice sorridendo l’attrice.

E in effetti è un po’ come se fossi entrata anch’io in casa sua a Londra, dove vive con il suo fidanzato Ross McCall: «In realtà siamo in quattro, perché abbiamo un piccolo zoo: c’è Brando, il nostro gatto, e Eazy, un dobermann, entrambi salvati dalla strada».

Alessandra ha appena finito di girare in Italia il nuovo film tv Carla, in cui interpreta l’étoile più celebre di tutti i tempi, Carla Fracci, che verrà trasmesso su RaiUno fra qualche mese.

Alessandra Mastronardi 55

Danza significa teatro ed è impossibile non parlare della nostalgia che proviamo tutti per gli spettacoli dal vivo: «Sono insostituibili», dice l’attrice.

«Anch’io raccolgo l’urlo disperato del mio settore, in ginocchio da più di un anno. Ci sono lavoratori e famiglie ferme da molti mesi. Tutti hanno bisogno di ricominciare. Nel frattempo si cercano soluzioni provvisorie, come i film che vanno in onda sulle piattaforme o i teatri senza pubblico che trasmettono spettacoli in streaming, magari facendoli pagare online. Mentre giravo Carla nel teatro alla Scala, per esempio, stavano registrando un concerto trasmesso poi sul web. Raggiungerà così un pubblico più ampio di quello abituato a frequentare il teatro con smoking o abito lungo. E questa è una cosa bella».

Alessandra Mastronardi 57

Che cosa ha significato per lei interpretare Carla Fracci?
«Si è trattato innanzitutto di un intenso lavoro fisico e psicologico. Mi sono resa conto che non sapevo nulla della danza classica. Ho iniziato a lavorare molto sulla mia postura per raddrizzare la colonna vertebrale. E ho scoperto l’immensa dedizione e fatica che i ballerini provano mentre fanno gli esercizi alla sbarra, passando attraverso il dolore fisico quando si impara a stare sulle punte. La danza è più che una passione: per i ballerini è l’ossigeno. Ho un grande rispetto e stima per loro. E per interpretare questo ruolo ho dovuto rivoluzionare il mio modo di pensare».

Un cambio di mentalità?
«Sì, non sono abituata alla disciplina, sono sempre stata un po’ selvaggia, le regole mi sono sempre state strette. La danza, invece, non ammette improvvisazioni, è una filosofia di vita, un universo a parte. Per questo ho dovuto psicologicamente fare un lavoro su di me. Quando ho incontrato Carla Fracci le ho chiesto che cosa volesse sottolineare nel film. Mi ha risposto: “La forza, la serietà, la tenacia”. Sul palcoscenico Carla Fracci era pura luce, leggerezza infinita, eleganza estrema, ma quando si chiudeva in sala prove era un fascio di muscoli e nervi, perché la danza è una strana combinazione: devi dare l’idea di essere flessibile, ma richiede molta forza».

Interpreta spesso il ruolo di donne forti, come Carla Fracci o Lucrezia Donati, la nobildonna amata da Lorenzo il Magnifico nella serie tv I Medici. A che cosa si è ispirata?
«Crescendo ho capito che la forza di una donna è proporzionale alla sua debolezza. Una non esclude l’altra, anche se la fragilità viene spesso mascherata da una corazza esterna. I personaggi che ho interpretato erano tutti così. E mi sono ispirata a ciò che ho dentro di me. La signora Carla Fracci, per esempio, è fortissima, ma nascondeva una grande fragilità: la paura di non poter vivere senza la danza. Forse è per questo che ha ballato fino a 75 anni. Una debolezza non negativa, perché la trascinava, come un’energia. Noi donne le nostre fragilità le conosciamo: impariamo a conviverci».

Quali sono le sue?
«Con il tempo sono cambiate, alcune si risolvono, altre emergono. Adesso è il timore di non capire quando fermarsi, per poter pensare di più alla mia vita privata, per realizzare il mio desiderio di diventare madre e formare una famiglia».

Continua a leggere l'intervista ad Alessandra Mastronardi sul numero 16 di Grazia ora in edicola.

Testo di Marina Speich
Foto di Ivan Genasi
Styling di Tamara Ganoglio

© Riproduzione riservata

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