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Alan Cappelli Goetz: Il mio viaggio nello stile

Alan Cappelli Goetz: Il mio viaggio nello stile

foto di Ildo Damiano Ildo Damiano — 25 Gennaio 2017


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Alan Cappelli Goetz è uno dei nuovi volti del cinemanitaliano. Ha recitato con Robert Pattinson e Morgan Freeman. e, solo pernGrazia, indossa la collezione maschile primavera-estate di Louis Vuitton, chenmixa dettagli rock e ispirazioni africane

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Cappotto scuro, pull girocollo e jeans, Alan Cappelli Goetz arriva da solo sul set del servizio che vedete in queste pagine. L’attore, 29 anni, madre belga e padre italiano, è timido e riservato. Non ama particolarmente farsi fotografare, ma oggi tutto è diverso: l’atmosfera è rilassata perché la troupe di lavoro è composta da amici. L’ho conosciuto nel 2009, al suo debutto come protagonista davanti alla cinepresa, al fianco di Fiammetta Cicogna, di uno spot diretto da Gabriele Muccino. Per Alan le foto di queste pagine rappresentano un altro debutto: è la prima volta che recita il ruolo di modello, indossando i capi della collezione primavera-estate 2017 Louis Vuitton, disegnata dal direttore artistico della linea maschile, lo stilista Kim Jones. Gli abiti e gli accessori sono un omaggio all’Africa e ai viaggiatori contemporanei, che mixano capi classici con altri ispirati al safari e contaminazioni che arrivano dal rock e dal punk inglese. A rendere davvero speciali i capi sono le stampe realizzate dai fratelli Dinos e Jake Chapman, il duo di artisti britannici di casa nei maggiori musei del mondo.

E c’è anche un’ulteriore prima volta: la collezione sarà disponibile in un pop up store, a Milano, dal 14 al 29 gennaio, in concomitanza con la settimana della moda maschile.

Alan, che rapporto ha con lo stile?

«Mia madre belga non ha mai dato molta importanza all’estetica. Ho scoperto il potere della moda al liceo. Avevo comprato una giacca particolare e ho notato che tutti mi guardavano in maniera diversa. Oggi la moda è parte del mio mondo e del mio lavoro. Ma la collezione Louis Vuitton ha un’altra particolarità per me: mi ricorda molto le foto in bianco e nero che vedevo in casa. Mio nonno Luigi, grande viaggiatore in Africa, vestiva sempre sahariane impeccabili».

Lei ha la particolarità di aver partecipato a molte produzioni internazionali, al fianco di attori famosi come Morgan Freeman e Robert Pattinson. Com’è l’esperienza su quel genere di set?

«Molto stimolante, perché ti confronti con modi di lavorare diversi. Sono stato la controfigura di Robert Pattinson sul set di The Twilight Saga: New Moon. Con lui è stato difficile entrare in sintonia, perché era sempre assediato dalle fan. Erano davvero scatenate: alcune di loro sono riuscite a entrare anche durante le riprese. Nel remake di Ben-Hur, con Morgan Freeman e Rodrigo Santoro, mi ha molto affascinato il metodo di lavoro di quest’ultimo: si chiude in camerino per ore e, quando esce, è il personaggio che interpreta. Durante la lavorazione avevamo una scena insieme: Rodrigo mi ha visto agitato e mi ha detto: “Pensa che io sia tuo padre, se questo ti fa entrare meglio nel personaggio”. Il suo consiglio mi è servito per rompere il ghiaccio e affrontare la scena con disinvoltura. Sui set italiani è più difficile che un collega ti aiuti ad affrontare una scena: qui siamo più individualisti».

Dopo Ben-Hur, quali sono i suoi prossimi progetti?

«Nel mio futuro c’è molta televisione: ormai in Italia, come a Hollywood, i migliori autori si dedicano al piccolo schermo. Nei prossimi mesi su Rai Uno sarò nel cast de Il confine di Carlo Carlei, un film in costume ambientato durante la Prima Guerra mondiale, e in Sorelle di Cinzia Th Torrini, un noir firmato dallo scrittore Ivan Cotroneo. Su Canale 5, a fine febbraio, sarò uno dei protagonisti di Amore pensaci tu, ispirato al serial australiano House Husbands, che racconta la vità di quattro papà che fanno i casalinghi».

C’è un regista con cui vorrebbe lavorare?

«Sicuramente il canadese Xavier Dolan, l’autore di È solo la fine del mondo. Ad appena 27 anni, ha un modo contemporaneo di raccontare la vita che mi piace moltissimo. L’ho incontrato l’anno scorso proprio alla sfilata di Louis Vuitton a Parigi. Quasi quasi ne approfitto e lancio un appello dalle pagine di Grazia: bonjour Xavier, ho appena imparato il francese».

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