2013, l’anno che verrà
Quando sarò vecchia decrepita e vivrò dei miei ricordi, ricorderò il 2012 come un anno bellissimo. Ringrazio la vita. È nata mia figlia Anna, ho visto la felicità negli occhi del mio compagno e in quelli della mia mamma che non sperava più in un nipotino, sono stata nominata direttore di «Grazia» e ho trovato in questo giornale persone dalla vivacità generosa.
Non è stato ovviamente sempre così. Ho avuto momenti dolorosi, ho perso persone care, ho avuto crisi sul lavoro e in famiglia, un’estate con un attacco di panico in cui credevo di morire. Poi ho imparato a respirare. Sì, quando temo di non farcela, mi fermo, inspiro, espiro, mi dico: «Silvia, guarda al lato luminoso».
Adesso, poi, che è nata Annina, la negatività è un lusso che non posso più permettermi. Qualche giorno fa ho trovato su Facebook il messaggio di una mia amica del liceo che non vedo da anni: «Ti ho amato molto, poi ci siamo perdute. Ho amato molto mio marito e lo sto perdendo, per colpa del cancro, maledetto. Alla fine la vita è conquista sì, ma è anche indubbiamente piena di perdite. Un bacio e un augurio per il tuo futuro».
Io ho chiuso gli occhi, ho inspirato, espirato e me la sono immaginata diversa da come appare ora in un angolo con i pugni chiusi. Me la sono vista ribelle, capricciosa, piena d’energia com’era allora e come sicuramente sarà ancora, perché la vita è un saliscendi pieno di sorprese. Buon 2013, Mari e meravigliosa vita a tutti voi, adorati lettori che riuscite a rendere il mio lavoro un immenso piacere.
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