Timida come un'attrice
Due settimane fa abbiamo pubblicato un titolo così: “Noi amiamo i backstage”. In effetti la prospettiva che preferisco u2028è il dietro le quinte di una storia.
Due settimane fa abbiamo pubblicato un titolo così: “Noi amiamo i backstage”.
In effetti la prospettiva che preferisco
è il dietro le quinte di una storia. Ti permette di cogliere
l’umanità delle persone e osservare dettagli che poco risalterebbero
dalle cronache ufficiali.
Così cerco di andare sui set, quando fotografiamo un personaggio. Per lavoro, ovvio, ma nel mio lavoro c’è molta umana curiosità.
Ieri abbiamo ritratto Valeria Golino,
e tra un titolo e una riunione sono corsa nei nostri studi di posa.
È strano come possano essere timide le persone più abituate
alle telecamere o ai flash. «Non ridete di me» diceva ieri Valeria
a noi che la guardavamo mentre Sven Baenziger scattava. E mi ha raccontato di quanta timidezza puoi trovare tra gli attori che, spesso più insicuri della media degli umani, recitano per dimenticarsi di sé calandosi in un personaggio.
Una volta intervistai a Londra Paul Newman. Era già molto anziano e non
lo riconobbi quando lo incrociai nella hall di un hotel prima dell’incontro stabilito.
Solo quando si è seduto davanti a me ho realizzato che il signore della mattinata era l’ultimo divo
di Hollywood. M’impressionò lo sguardo che mi rivolse, come per chiedermi scusa di non essere all’altezza del suo personaggio. Quando tornai e tutti mi chiesero com’erano gli occhi di Newman, riuscii solo a ricordare che erano i più timidi che avessi mai visto.
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