Abbiamo incontrato l'influencer Leena Alghouti from Dubai per la nostra serie #onmyvanitytable: il resoconto della nostra chiacchierata su Instagram, la bellezza e la moda
Leena Alghouti è un tornado amorevole che ti travolge con la sua vitalità. Ci siamo conosciute in un viaggio in Cina attorno a un tavolo internazionale con cibo altrettanto variegato e ci siamo piaciute subito. Il suo stile è unico, inconfondibile. La sua pagina Instagram sprizza vita e originalità, ha sempre qualcosa da dire e raccontare tramite le sue foto e il suo modo del tutto personale di vivere la moda, i social media e la bellezza.
Quale è il tuo concetto di bellezza? Cosa significa bello per te?
Dirò una cosa banale e scontata ma per me la bellezza arriva da quello che hai dentro. Non è come appari, ma quale tipo di personalità possiedi e comunichi. Se invece parliamo di make up e beauty in generale penso che non ci siano delle guide lines specifiche ma che ognuno possa esprimere il proprio concetto di bello come meglio crede e secondo me si basa proprio sulle differenze peculiari delle persone.
Questo è un periodo molto sfidante per noi donne, siamo molto più consapevoli di noi stesse e concentrate su cosa vogliamo o non vogliamo eppure siamo fissate con la nostra immagine. Cosa pensi di Photoshop, Facetune, delle app che si usano per migliorarci su Instagram?
Per me è tutto lecito, sono programmi utili ma andrebbero usati per le ragioni giuste. Arrivo dal campo del graphic design e amo molto creare effetti particolari sulle foto giocando con le possibilità. Odio fare foto ma amo moltissimo post produrle. Per quanto riguarda Facetune va bene se serve per aggiustare un errore ma non per alterare completamente quello che sei altrimenti di persona davvero rischi di essere irriconoscibile. Lo so che succede perché la tentazione di essere diverse da quello che si è, è fortissima ma alla fine devi accettare quello che sei e conviverci serenamente. Siamo tutti insicuri ma ho imparato che meno mi importa di come appaio nelle foto e più le persone apprezzano quello che faccio. Poi bisogna anche considerare che quello che vediamo noi spesso non corrisponde a quello che vedono gli altri. Pensiamo troppo e siamo troppo duri con la percezione di noi stessi. Dovremmo essere tutti più leggeri.
Ci sono delle differenze tra il modo di vivere la presenza digitale nel panorama Middle East e quella europea o americana?
Nei viaggi che per lavoro ho la fortuna di fare ho modo di confrontarmi con culture diverse dalla mia. In Dubai e in Middle East siamo ossessionati dai dettagli e dalla perfezione partendo dalla radice dei capelli fino alla punta dei piedi, non usciamo di casa se non siamo come diciamo. È molto bello ma anche molto dispendioso dal punto di vista energetico e del tempo che ci si impiega. Io a volte non ho nemmeno voglia di truccarmi e lascio magari qualche dettaglio al caso. Uno degli aspetti dell’essere influencer che amo di più è proprio la possibilità di conoscere modi di vita diversi dal mio, tradizioni e vezzi differenti che mi arricchiscono e mi danno prospettive nuove. Un altro aspetto che mi piace molto dei social media è la capacità di aggregazione che si genera nelle persone.
Quando ti metti in gioco sulla scena digitale, come ti poni verso gli haters?
Quando ho iniziato me la prendevo e rispondevo a tono poi ho deciso così, a un certo punto, che avrei cancellato tutti i commenti negativi. Non li cancello perché mi sento insicura o attaccata ma perché ho deciso che le mie pagine social devono essere pacifiche, un luogo rilassato dove scambiarsi opinioni senza gridare. Lascio le critiche se sono espresse con garbo anzi le uso come occasione di crescita. Mi metto spesso anche nei panni di un follower e mi domando quale sia il motivo che lo spinga a commentare negativamente e perché non tenga in considerazione come si può sentire la persona che riceve il suo commento da hater. Magari il commento negativo può far scattare meccanismi che non si immaginano. È complesso il ragionamento.
Nel tuo Paese so che ci sono regole molto precise per esercitare la professione dell’influencer.
Sì certo, prova a pensare a un sistema che protegge chi fa questo mestiere regolandolo, per cui paghi delle tasse apposite, hai una sorta di albo. Io la vedo in modo positivo, come una tutela che consente di cogliere la differenza tra chi lo vuole fare seriamente e chi lo fa per passatempo.
Quando hai deciso di metterti in gioco sui social network?
Quattro anni fa ero a scuola e mi ricordo che esisteva questo sito che si chiamava Lookbook, ho sempre amato la moda e lo visitavo per farmi ispirare, ne ero ossessionata. Quando sono andata all’Università volevo studiare fashion ma poi ho scelto graphic design pur senza abbandonare mai la mia passione per lo stile. Ho deciso di mostrarmi su Instagram senza pensarci troppo perché ho iniziato assieme a mia sorella che stava creando un brand. Per tre anni sono andata avanti ma senza che succedesse davvero qualcosa. Mi sono state fatte molte proposte ma sono stata molto attenta a scegliere con quali brand lavorare finché non è arrivato Dior che mi ha aperto una porta e poi ha consentito che se ne aprissero altre e sempre di grande valore. Il lavoro con Dior è stato uno shooting editoriale e da quel momento ho capito che le cose sarebbero andate nella direzione che desideravo. Oggi sto facendo esattamente quello che avrei voluto fare ed esserci riuscita, aver avuto successo nel farlo non mi ha cambiato come persona. Sicuramente ha migliorato la mia vita lavorativa. Tra l’altro ho sempre sognato di partecipare alle fashion week e ora che lo faccio è incredibile esserci arrivata a modo mio. Per me il successo coincide con l’essere me stessa fino in fondo.
Come si rivolgono le ragazze a te per farsi ispirare? Tu indossi l'hijab e sei molto rispettosa del tuo credo ma allo stesso tempo non rinunci a inventarti uno stile molto personale.
Ricevo molti messaggi da ragazze giovani che vogliono sentirsi stilose, mi fa piacere perché mi sembra di essere utile in qualche modo. Mi piace molto miscelare brand e indosso capi assolutamente accessibili, quando mi vedi in total look è solo per collaborazioni specifiche o editoriali. Trovo stupendo condividere il mio modo di intendere la moda con altre persone che hanno le stesse esigenze oppure con altre persone ancora che sono anni luce lontane da me. Sono una weirdo e amo tutto ciò che è differente.
Come ti immagini nei prossimi cinque anni?
A essere onesta non mi faccio questa domanda perché non sto a interrogarmi troppo sul futuro, preferisco vivere giorno per giorno. Pensare troppo al domani mi provoca una punta d’ansia, sono molto concentrata sul presente. Oggi parlo con te e sono felice di farlo, domani chissà. Mi immagino però che un giorno forse metterò da parte la fase più spotlight del mio vivere la moda e magari lavorerò con i brand che amo e proprio nel settore strategico digitale o visual, chi lo sa? Nasco come graphic designer come ti dicevo e prima o poi tornerò a farlo.
Quali sono i tuoi brand preferiti? E quali sono i tuoi prodotti beauty?
Beh io impazzisco per Gucci, mi sento una Gucci Girl e di far naturalmente parte della Gucci Gang! Immagina quando mi hanno chiamata per la campagna del profumo Gucci Bloom. Ero al settimo cielo. Tutti i progetti che ho fatto mi sono piaciuti per un motivo, quando scelgo un brand lo interiorizzo, devo sentirlo mio per cui c’è un pezzetto di me in ogni collaborazione. Ho lavorato con Burberry, Dior, Tory Burch solo per dirtene alcuni e da tutti ho imparato qualcosa.Tendo a non cambiare e a truccarmi sempre nello stesso modo perché mi fa sentire a mio agio. Uso MAC Cosmetics come brand per lo più. Non sempre metto il fondotinta ma quando lo faccio utilizzo il Full Coverage opaco. C’è stato un momento in cui sono stata afflitta dal problema dell’acne, poi l’ho curata e ora tendo a stare attentissima a cosa applico sul viso. Uso la matita per definire le sopracciglia sempre di MAC, come eyeliner il nuovo di Dior (della linea Addiction) che tiene tutto il giorno ed è declinato in colori - oltre il nero - come il bianco e il rosso scuro che indosso. Come ombretto uso un color pesca di Nars e come rossetto utilizzo un lipliner di MAC che si chiama Strip Down. Al centro delle labbra metto un rossetto nude di Nars per idratarle. Come mascara uso Monsieur Big di Lancôme e adoro i blush di Tarte.
Le tue impressioni sul tuo primo tour delle fashion week?
Meraviglioso. Ogni città mi ha regalato emozioni e ho scoperto una cosa che nessuno ti dice: ti stanchi da matti correndo dappertutto, c’è un investimento fisico notevole. Poi mi sono successe un sacco di cose speciali. A Londra sono stata voluta personalmente da Riccardo Tisci. Questa cosa mi ha fatto un piacere enorme e ho amato ogni pezzo della collezione da pazzi. A Milano Max Mara e Antonio Marras mi sono piaciuti molto e ho potuto incontrare Gigi Hadid che adoro. La settimana della moda per me sono gli abiti e il lavoro degli stilisti non gli effetti collaterali come noi (ride).
#onmyvanitytable series created by Daniela Losini
Special thanks to: FUJIFILM
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