Un esclusivo servizio fotografico e un'intervista per conoscere meglio Laila Al Habash e il video del suo nuovo singolo Zattera
La provincia romana, l’indie rock, i costumi di Raffaella Carrà e gli anni ’70. Queste sono le cose che più ispirano Laila Al Habash, 20 anni, prodotta da Bomba Dischi (la stessa di Calcutta), che nel suo primo pezzo, “Come quella volta”, si tuffa nella spensieratezza dell’adolescenza.
Laila, però, è anche tanto altro e nei pezzi che seguiranno, “Zattera” è il suo nuovo singolo, vuole farci conoscere anche un altro lato di sé: quello più malinconico e riflessivo.
È lei la protagonista del nostro servizio fotografico e dell’intervista.
Il servizio moda con Laila Al Habash
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Come parleresti di te a chi ancora non ti conosce?
Laila è una ragazza che scrive canzoni da molto tempo. Quello che vuole è raccontare ciò che la circonda con estrema sincerità, a colori pastello.
Quando è entrata la musica nella tua vita?
C’è sempre stata. Studio musica da quando ho 3 anni. Ora ne ho 20 e non ho mai smesso. Ho iniziato con il pianoforte, poi sono passata alla chitarra e ora sto approfondendo la produzione musicale.

“Come quella volta” è il pezzo con cui ti sei presentata al mondo esterno. Quando ne parli usi spesso la parola “noia”, come mai?
Se la ascolti bene noti l’aria sbuffata che la contraddistingue, come se fosse un messaggio audio su WhatsApp. La noia è una componente importante di quello che faccio: dall’esterno mi vedo sempre ferma, come se non facessi mai abbastanza. In realtà è tutto il contrario.
Anche la periferia romana ha avuto un peso sulla noia?
Decisamente. Se avessi vissuto a Roma le cose sarebbero andate in modo diverso, anche per la musica. In fondo ho iniziato anche perché nella periferia le occasioni di fare cose scarseggiavano.

Tra le tue influenze citi Raffaella Carrà. Perché proprio lei?
È vero. Mi affascina tutto quello che lei ha rappresentato: sono ipnotizzata dai vestiti che indossava, dai balletti, dai video. Mi piace anche perché è sempre stata molto consapevole del suo personaggio. Visivamente è un’icona.
Altri nomi?
Sono cresciuta con l’indie-pop, italiano e non, come i Belle and Sebastian e anche con l’indie-rock, gli Strokes su tutti. Oggi mi piace molto Kali Uchis, un’artista che ha chiaro in mente cosa vuole essere: dirige i suoi video, si occupa del suo stesso stile.
Tu pensi mai all’immagine che vuoi dare di te?
Certo, ci penso molto e spero che in futuro l’immagine sia ancora più definita. Per questo sono molto attenta allo styling, che vorrei somigliasse a quello di una diva anni ’70.

Perché proprio gli anni ’70?
Sono molto attratta dall’immaginario di quel periodo: i colori caldi, gli orecchini enormi. La mia passione, però, sono i pantaloni a zampa, sicuramente il capo che preferisco.
Quali sono i tuoi negozi preferiti dove fare shopping?
Più che nei negozi, preferisco pescare negli armadi di mia madre e delle mie sorelle.
Com’è avere 20 anni nel contesto culturale che stiamo vivendo adesso?
Si avvertono molte pressioni. Allo stesso tempo, però, abbiamo tanti strumenti per fare di tutto. Se non sfrutti quello che hai, la sensazione di non fare abbastanza ti opprime. L’ansia è una costante, ma potrebbe essere anche una cosa positiva.

È uscito il tuo secondo singolo, “Zattera”. Come mai proprio questo pezzo?
Mostra l’altro lato della medaglia. È lo spin-off di “Come quella volta”: ora l’ironia ha lasciato il posto all’intimità. È frutto di esperienze diverse.
In questo momento in Italia ci sono tanti progetti musicali in cui le ragazze sono protagoniste. Cosa vorresti dire a quelle che, invece, non hanno ancora il coraggio di intraprendere un percorso artistico perché bloccate dalle difficoltà?
Più ragazze saranno nella scena, più non ci sarà bisogno di sottolinearlo. Per le timorose, il consiglio è di provarci sempre.
Cosa ti auguri per te stessa nel futuro?
Mi auguro di costruire un’immagine forte di me e di inseguire, senza farmi paranoie, quello che mi piace.

Credits:
Foto Carolina Amoretti
Fashion Francesca Crippa
MUA Elena Gaggero
Foto Assistant Silvia Pisani
Sitting Editor Sara Moschini
Assistant Editor Giulia Pivetta
Words Sabrina Patilli
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