Il ritorno del brand Isa Arfen raccontato da Serafina Sama


Serafina Sama è la designer di Isa Arfen, brand che ha lanciato nel 2011 e che abbiamo già avuto il piacere di conoscere nel 2018. Italiana ma da tempo ormai proiettata nel panorama londinese, dopo quattro anni di stop Serafina torna con "Edition", un progetto che vede protagoniste piccole edizioni limitate di capi speciali.
Ciao Isa, l'ultima volta che ci siamo viste in Italia era nel 2018, cosa è successo da allora?
Dopo la collezione Spring Summer 2019 ho deciso di premere un attimo “pausa”. Sentivo il bisogno di un reset totale, mi sentivo completamente risucchiata da un ritmo sempre più insostenibile. Disorientata in un mercato che pretendeva sempre più collezioni e prodotti, sempre più spesso, a prezzi sempre più bassi, e con la nube della Brexit che iniziava ad avvicinarsi. L’intenzione era quella di prendermi solo qualche stagione di pausa per riflettere su come reimpostare il brand post-Brexit, ma l’arrivo della pandemia pochi mesi dopo ha deragliato il piano. Mi ci sono voluti quattro anni per ritrovare il coraggio di rimettermi in gioco.
Come è nata l'idea delle “Edition"?
Durante la mia pausa ho riflettuto molto su come poter ritornare a fare quello che amo, e a come rilanciare un piccolo brand indipendente in un paesaggio così cambiato e così saturo. Volevo trovare un approccio più lento, gestibile, personale e che mi permettesse di nutrire il rapporto diretto con le mie clienti. Era chiaro che non ci fosse scarsità di prodotti o collezioni sul mercato (il contrario!). Quindi ho deciso di lavorare in piccole edizioni limitate di capi speciali, desiderabili ma allo stesso tempo non troppo impegnativi e che potessero essere facilmente incorporati nei guardaroba esistenti delle mie clienti. I capi sono prodotti in quantità limitate in Inghilterra, in modo da poter seguire da vicino ogni fase di sviluppo e produzione. Disponibili esclusivamente sul sito e-commerce Isa Arfen.

Per le tue collezioni la qualità è importantissima, come scegli i tessuti da usare?
Ho un armadio pieno di campioni di tessuti provenienti da tutti i fornitori, soprattutto italiani, con cui abbia mai lavorato. Per la riedizione della gonna Twirl e per la versione abito sapevo che avrei voluto riutilizzare il tessuto originale: un motivo Vichy in seta trasparente, per il suo aspetto arioso e movimento etereo. Totalmente in bianco, chiamandolo Coconut Sorbet (dare i nomi ai colori e’ una delle cose più divertenti). Poi mi sono rivolta a Nona Source, una società che col supporto del gruppo LVMH rimette in circolo i tessuti deadstock delle più grandi maison di lusso. La combinazione di qualità alta, minimi bassi, nessun tempo di produzione e minimo impatto ambientale mi è sembrata perfetta per il mio progetto di edizioni limitate. Lì ho selezionato i poplin di cotone per le camicie, la tela lino/viscosa in color Galassia e la viscosa effetto stropicciato per i modelli Twirl.
Quando disegni le tue collezioni, chi immagini possa indossarle? Pensi già a uno styling preciso?
Il mio approccio è piuttosto realistico. Faccio i fitting su me stessa e se un capo non mi convince di solito non va in produzione. Non ho una donna specifica in mente quando disegno, ma mi diverto ad immaginare i capi su diverse persone. Quando ho avuto l’idea della mantella tricot mi piaceva il fatto che potesse essere un capo versatile e che chiunque potesse indossarne una, interpretandola secondo il proprio stile personale. Ho immaginato, per esempio, che su mia madre sarebbe stato un capo classico ed elegante, sulla mia amica Charlotte molto glamorous, e sulla mia stylist (e cara amica) Valentine avrebbe assunto un atteggiamento più nonchalant. Per quanto riguarda lo styling, spesso disegno già i look completi, ma tengo sempre la mente aperta per qualunque proposta di Valentine (Fillol Cordier), che riesce sempre ad iniettare freschezza ed elementi inaspettati.

È uscita da poco la Edition 02, hai già un capo preferito? Ti dico il mio: la gonna Twirl!
Anch’io ho un debole per la gonna Twirl. Il modello faceva già parte della collezione SS19 (l’ultima prima di mettere in pausa il brand). Per cinque estati consecutive non ho quasi indossato altro. È stata una decisione molto facile quella di reinserirla nella Edition 02, e svilupparla anche in versione abito. La mantella in maglia lino/cotone “Cape No.01” è l’altro mio capo preferito. La variante colore “Neutral”, la porto quasi tutti i giorni sulla mia uniforme di jeans e camicia. Mi piace il contrasto tra il volume eccentrico e un po’ teatrale, il materiale informale e con un tocco quasi grunge.
Come vedi il futuro? Pensi che potresti rientrare nel sistema moda "tradizionale" (penso ad esempio alla London Fashion Week) o è un'epoca finita secondo te?
Per il momento mi sento bene in questa dimensione più intima. Ho tanti bellissimi ricordi e un po’ di nostalgia dell’energia delle presentazioni durante la London Fashion Week. Preferisco però essere cauta, procedere a piccoli passi e godermi il mio lavoro ad un ritmo più umano.
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