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Factory

Emiliana Torrini, dall’Islanda all’Italia arriva il nuovo album Miss Flower

Emiliana Torrini, dall'Islanda all'Italia arriva il nuovo album Miss Flower

foto di Marta Del Grandi Marta Del Grandi — 6 Settembre 2024
La cantante islandese Emiliana Torrini esce con il nuovo album Miss Flower e torna in Italia per due date molto attese a Milano e Reggio Emilia. Marta Del Grandi l'ha intervistata per noi e ne è nata una conversazione tra due artiste sulla musica, la vita sul palco e l'importanza di mantenere sempre la propria indipendenza

Ho scoperto Emiliana Torrini nel 2005 con la sua canzone “Sunny Road”, inserita da un amico in una compilation condivisa per le vacanze. Ricordo chiaramente il momento in cui la sua voce è uscita dal mio lettore CD, cambiando per sempre il modo in cui avrei vissuto la musica.

Il suo disco Fisherman’s Woman diventò - ed è tuttora - uno dei miei “Dischi Fondamentali” , un disco a cui torno spesso per ritrovarmi. Nella mia crescita artistica è stata un modello fondamentale e credo che il suo esempio abbia contribuito a come ho disegnato il mio percorso.

Con l'uscita di Miss Flower, primo album da solista dopo dieci anni, torna in una veste nuova, sperimentando ancora una volta con i suoni e la scrittura come ha sempre amato fare, ma spingendosi ancora più avanti. E partendo dalla storia personale di una donna che si intreccia con la sua e diventa universale.

Emiliana Torrini

La cantante islandese Emiliana Torrini - credit Dean Rogers


Ciao Emiliana, sono contentissima di incontrarti finalmente! Ti seguo da sempre, da quasi vent’anni e aspetto il tuo concerto il 29 Settembre a Milano come fosse il ritorno di una vecchia amica. Come ti senti a tornare in tour e ad incontrare il pubblico dopo dieci anni (al di là della tua collaborazione con The Colorist), è come tornare a casa o ti rende nervosa?


Ciao Marta, anche per me è un piacere incontrarti! Non ti conoscevo ma ho ascoltato i tuoi dischi e mi sono piaciuti moltissimo.
Ho sempre fatto fatica a gestire la tensione di salire sul palco, ma questa volta stranamente è molto diverso, è come se l’ansia e la preoccupazione si siano trasformate in puro divertimento e mi sento molto libera di godermi l’esperienza. Sai, ho sempre fatto passare molto tempo tra un disco e l’altro. Vuol dire che ogni volta che mi metto a lavorare a un disco è come se fosse la prima, non c’è un discorso da proseguire e in un certo senso mi sembra sempre di partire da zero. Mi sono accorta che questo si riflette sul pubblico nella mancanza di aspettative: non sapendo che tipo di disco farò, è molto aperto alla sorpresa.

È vero, ti sei costantemente evoluta definendo un mondo sonoro che accompagna la tua scrittura poetica e ti definisce perfettamente: la tua giocosità e sensibilità, la tua visione romantica e allo stesso tempo il tuo senso dell'umorismo e la capacità di non prenderti troppo sul serio. È stato difficile imporre i cambiamenti che la tua musica ha subito dopo Fisherman’s Woman?


Oh…no. C’è sempre stata una certa ribellione dentro di me, perché devi proteggere la strada che stai percorrendo e dentro di te sai che cosa devi fare. Si trovano spesso ostacoli e bisogna capire come superarli, ma non puoi sacrificare la tua visione. L’apporto di altre persone può spesso essere utile, ma bisogna stare molto attenti perché l’industria musicale è un sistema opprimente e pericoloso.
Non mi è mai interessata la fama, il successo per me ha un altro significato: il mio obiettivo è sempre stato aggirare la fama riuscendo comunque a fare musica e a vivere della mia arte. Per questo è stato sempre fondamentale rischiare; fa paura ma è necessario. Ci sarà sempre qualcuno che troverà una connessione con quello che stai facendo.

EmilianaTorrini_MissFlower_credit Dean Rogers copia

La cover del nuovo album di Emiliana Torrini, Miss Flower - credit Dean Rogers

Il tuo nuovo disco “Miss Flower” è sorprendente! È bellissimo come sia nata l’idea, dal ritrovamento di una scatola di lettere ricevute dalla mamma della tua amica Zoe, la signora Geraldine Flower. Leggendo le parole dei suoi vecchi amanti e fidanzati hai avuto l’ispirazione per scrivere le dieci canzoni che compongono il disco. Mi ha ricordato un personaggio storico che mi ha ispirata moltissimo, la danzatrice Mata Hari, anche nota per essere stata una spia durante la Prima Guerra Mondiale. Entrambe sono donne estremamente indipendenti ed emancipate, libere e ferme nelle proprie decisioni in opposizione alle convenzioni sociali dell’epoca in cui hanno vissuto.
Pensi che Miss Flower ti abbia ispirata perché in fondo senti di avere lo stesso spirito libero e ribelle?

Sicuramente, anche se non puoi scappare del tutto dalle convenzioni sociali. Ci siamo cresciuti dentro ed è rassicurante rimanerci, e può essere anche molto bello, ma può anche essere terribilmente distruttivo…fomentano la polarizzazione, l’abbiamo visto specialmente durante la pandemia, spingono le persone a etichettare comportamenti come “giusto” o “sbagliato” e a identificarsi con queste convinzioni. Nel periodo in cui ho scoperto la storia di Geraldine Flower stavo mettendo in discussione molte cose nella mia vita e mi chiedevo continuamente perché per molti anni mi fossi omologata a certe convenzioni.
Ho trovato molto interessante la storia di una donna circondata da convinzioni (nacque nel 1947) che le ha rifiutate completamente. Era una musa e aveva un’aura ispiratrice, attraeva le persone intorno a sé. 

Ogni canzone è ispirata alle lettere scritte a Miss Flower da uomini diversi. Ho letto che per molto tempo sei stata alla ricerca della sua voce, poiché le lettere spedite da lei sono state impossibili da ritrovare. Poi avete trovato una poesia scritta da lei, che ha dato vita alla canzone “Love Poem”.

Volevo creare un disco per persone della mia età. Nella nostra società mi sembra che a un certo punto le persone spariscano… vedi per esempio nell’industria musicale, dopo i 33 anni sembra che non ci sia più spazio per te. È raro andare avanti. 
Oggi ho 47 anni e cerco intorno a me dei riferimenti per il momento della vita che sto attraversando, cerco delle voci che sembrano essere sparite. Mia madre aveva Leonard Cohen: in passato gli artisti potevano invecchiare un po’ di più (ride - ndr). 
Quindi ho deciso che avrei fatto un disco che avevo bisogno di ascoltare io in prima persona, che spero possa parlare alle persone della mia generazione. Ma tutti sono benvenuti!

È vero, anche per me in quanto cantautrice è evidente che ci sia un vuoto di role models che abbiano più di 40 anni. Credo che ci sia bisogno di parlarne perché siamo perfettamente in grado di andare avanti a lavorare fino a 65 o 70 anni come succede per tutte le altre professioni e l’industria deve aprirsi a questa idea. 
Nella canzone “Black Lion Lane”, in cui scrivi dalla prospettiva di Miss Flower e ti metti nei suoi panni, hai inserito la frase in italiano “ciao bello, dammi un bacio”. Mi è piaciuto moltissimo sentirla! Qual è il tuo legame con l’Italia?

Mio padre era napoletano, per me che sono cresciuta in Islanda in un’epoca in cui non c’era praticamente nessuno straniero è stato sempre chiaro che lui fosse speciale. Tutti qui sono molto freddi e composti, mio padre invece era estremamente affettuoso e caloroso, mi dava sempre dei grandissimi baci! Poi cercava di contrattare i prezzi nei negozi, qui questa cultura non esiste affatto!
Ho sempre cercato di capire dentro di me cosa volesse dire essere italiana, ma poiché non ho imparato la lingua - il mio più grande rimpianto - e le mie visite in Italia erano molto rare (non eravamo ricchi e viaggiare costava molto), quella identità era per lo più relegata a dei cliché. Per esempio quando ero adolescente spesso mi chiedevano perché non cantassi l’opera! 
Quando mio padre è mancato è stato devastante, ho perso lui e con lui ogni connessione reale con le mie radici italiane. La frase “Ciao bello, dammi un bacio” ho voluto inserirla per lui, è un saluto a mio papà.

Hai sempre avuto un approccio molto giocoso e ritmico nella tua musica, in questo disco mi è sembrato che ti sia spinta oltre, inserendo anche dei ritmi latino americani in un paio di brani (Miss Flower, Let’s Keep Dancing), è così?

Abbiamo scritto tutti i brani partendo da improvvisazioni strumentali, spesso iniziando con i sintetizzatori, senza porci dei freni stilistici, ci siamo lasciati trasportare. A volte anche i risultati più divertenti e quasi comici si sono rivelati interessanti, e lavorandoci bene abbiamo ottenuto dei ritmi inaspettati.

In “Let’s Keep Dancing” c’è una voce maschile che canta una strofa, si tratta di una vecchia registrazione trovata su una cassetta inviata a Miss Flower. Ci racconti questa storia?

Questo disco è stato pieno di piccoli miracoli. Avevamo trovato una lettera proveniente da un ex collega di Miss Flower - un certo Harold Prieto - quando viveva a Trinidad e Tobago: non c’era niente di molto interessante nella lettera, ma la mia amica Zoe si ricordava che ci fosse anche una cassetta musicale in cui lui cantava una canzone scritta per sua madre. Quando abbiamo finalmente trovato la cassetta, stavamo lavorando a un brano in studio. È stato surreale scoprire come la strofa di Harold Prieto fosse totalmente nelle stesse corde del nostro brano, quasi perfettamente sovrapponibile! Per questo abbiamo cercato di entrare in contatto con lui (che è ancora vivo e in perfetta forma all’età di 80 anni) e finalmente dopo due anni di tentativi ci siamo riusciti, ottenendo il consenso a utilizzare la sua voce in “Let’s Keep Dancing”.

Grazie di cuore Emiliana per questa chiacchierata, non vediamo l’ora di vederti il 29 Settembre a Milano all’Alcatraz, a presto!

Marta Del Grandi-emiliana



Emiliana Torrini sarà in Italia il 28 settembre a Reggio Emilia presso il Teatro Municipale Romolo Valli e il 29 settembre all'Alcatraz di Milano.

Marta Del Grandi è l'autrice - tra gli altri - dell'album Selva e sarà in concerto a Roma il 13 settembre, a Milano il 28 settembre e a Messina e Palermo il 3 e il 4 ottobre.


© Riproduzione riservata

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