Di indizi era già disseminata la scorsa stagione: nel 2019 noi adolescenti degli anni Novanta ci siamo trovati a piangere Luke Perry, poi c'è stato il remake (fra molte polemiche) di Beverly Hills 90210, la reunion delle Spice Girls (che, in realtà, non sono mai scomparse), per non parlare dell'ultima news: il ritorno in TV di Friends, 16 anni dopo l'ultima puntata. Tutto questo per dire che gli anni Novanta sono ancora fra noi. Nei codici stilisti – trionfo di t-shirt, stampe, sneakers, jeans a vita alta, tanto per fare qualche esempio – nei consumi culturali e, ovviamente, nel beauty che, come una spugna, assorbe tutte le tendenze e le fa sue, nel modo originale e creativo che tutti conosciamo.

Basta dare uno sguardo alle ultime sfilate A/I 2020-21 dove davvero non manca niente del decennio più amato dagli artisti: cerchietti nella versione bombata, capelli separati da una scriminatura evidente con un finish spettinato e wet, micro knots oppure look androgini dal mood grunge e sfumature marrone e ruggine, il colore must dei mitici Nineties, su occhi e labbra. Insomma, tutti presenti all'appello.

Di quegli anni, ispirati al minimalismo dopo l'ubriacatura cromatica degli Eighties, abbiamo davvero ripreso in meglio. Il côté più glamour è riproposto e riadattato al nuovo secolo dove tutto sembra rispondere a un imperativo stilistico, l'instagrammabilità, da una parte e a una necessità sociologica - il gender fluid – dall'altra. Ai più sembrerà strano che questa scelta possa convivere con l'esaltazione della femminilità, e invece siamo di fronte a uno solo apparente ossimoro sulla cui linea di confine il make-up e l'hair styling si divertono (facendolo giusto).

Per esempio, si gioca sulle proporzioni, come dimostra la collezione di Marco De Vincenzo, Macro/micro: qui, i dettagli degli accessori sono ribaltati e allo spettatore sembra di vedere il tutto attraverso la lente del caleidoscopio: è un mondo magico quello delle collezioni A/I 2020-21 – nella declinazione romantica di Marras o in quella zuccherina di Moschino – perché non c'è niente di meglio, nelle settimane del Coronavirus, che lavorare con l'immaginazione per fuggire dalle psicosi del presente.

La chiave per interpretare tutto è in un gioco di contrasti: luce/lucido vs opaco/minimal, look flat vs volumi controllati ma non troppo, make-up matchy matchy vs beauty look nude dove spicca l'assenza di blush e di rossetto quasi a voler ricordare che non è necessario lavorare sul mix di colori per avere un trucco impeccabile e curatissimo.

Così il make-up occhi – tanto per fare un esempio – spazia dalla cascata di glitter multicolore e multidimensionali nella parte inferiore dell'occhio (è il trucco realizzato da Giulio Panciera di MKS Milano per Korff) alle pennellate di bronzo, marrone e rosa (viste nel backstage di Elisabetta Franchi – make-up di Simone Belli per L'Oréal Paris) fino al minimalismo più spinto (qui gli esempi sono tantissimi: Ferragamo, Marco Rambaldi, N°21, tanto per fare dei nomi) che ci porta con i piedi per terra.

Nude ovvero naturale e possibilmente senza imperfezioni: «un look – dice Val Garland nel backstage di Ermanno Scervino – sapientemente naturale e glow per valorizzare l'incarnato». Il gioco continua sulle labbra; all'assenza di colore (o alla scelta di una nuance impercettibile) si affianca il ritorno alla tonalità più cool degli anni Novanta: è il marrone, proposto in una chiave super moderna. I make-up artist prediligono una palette che ripropone tutti i colori caldi della terra, arancione peachy incluso, con un finish opaco sofisticato anche quando le labbra si tingono di un rosso bruciato, vinaccia, l'alternativa al rosso mattone che tutte abbiamo indossato almeno una volta nella vita: «Sono colori che spesso sono difficili da trovare – spiega Tom Pecheux che ha curato moltissimi dei look per MAC Cosmetics – ma che non bisogna aver paura a sperimentare sulle labbra perché ognuna saprà trovare la sfumatura giusta».

Anni Novanta in chiave romantica? Sì, ma senza esagerare. Perché all'understatement tipico dell'epoca si associa la voglia di osare, conseguenza forse di un nuovo modo di vivere la contemporaneità da parte delle donne che non hanno paura a passare da un hair look “boyiesh” quasi fanciullesco - come quello proposto da Holli Smith e Fabrizio Palmieri di Toni&Guy per N° 21 – a quello super femminile e super lucido di Massimiliano Mattei di Tigi per Marco De Vincenzo la cui idea è stata «partire da una tessitura maschile con una chiave di interpretazione più osé data dall’effetto wet», sia sui capelli corti sia su quelli lunghi raccolti in piccoli knots super ordinati.

L'ordine non è, però, la regola se l'ispirazione è Nineties. Paladina di un nuovo modo di interpretare gli anni Novanta è la pettinatura sfoggiata dalla modella del momento, l'argentina Mica Arganaraz, classe 1992: un hair cut in stile Flash Dance con una frangia scompigliata e grunge, sintesi sublime di un momento storico in cui è ancora impossibile staccarsi dagli anni Ottanta (come dimostra la collezione “No limit” di Phillip Plein).

C'è ancora spazio per il mistero e la seduzione? Assolutamente sì. A dimostrarlo è Massimo Giorgetti di MSGM che si affida all'estro creativo di Jawara ed Elisa Ferrari di Sebastian Professional per dar vita a un look dal finish “drama” con ciocche che coprono la parte laterale del viso, in un vedo-non-vedo sensuale e misterioso allo stesso tempo.

Il messaggio è chiaro: non tutto va svelato, resta ancora spazio per giocare con la fantasia, personalizzare – è il diktat della generazione Z – e colpire chi ci guarda anche e soprattutto quando l'effetto è straniante (Alessandro Michele docet) senza impazzire dietro al flusso delle cose che cambiano. Tanto, come abbiamo visto, tutto è destinato a tornare.
Guardate la gallery con le tendenze Nineties che abbiamo rivisto sfilare in passerella.
Il ritorno degli anni Novanta: le foto dai backstage
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Credit ph: Daniela Losini, Cristina Troisi, Kimberley Ross, Sebastian Professional, ghd, Toni&Guy
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