Altaroma: reportage dalla kermesse capitolina
Fotogallery Altaroma: reportage dalla kermesse capitolina
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Nella settimana dell'alta moda di Roma nuovi protagonisti e suggestioni internazionali. «I particolarismi non c'interessano» dice Silvia Venturini Fendi
Nella settimana dell'alta moda di Roma nuovi protagonisti e suggestioni internazionali. «I particolarismi non c'interessano» dice Silvia Venturini Fendi
Prima di arrivare a Santo Spirito, luogo prediletto dalle sfilate romane, lo sguardo abbraccia per alcuni istanti il colonnato di San Pietro. Una delle tante riprove dell'eccezionalità del contesto, una Roma da cartolina, che però si apre ai fermenti del nuovo e promette di riservare sorprese sempre più eclatanti negli anni a venire. Merito della lungimiranza di Silvia Venturini Fendi, al timone della barca con energia e concretezza. Nella conferenza che ha salutato l'ospite eccellente di questa edizione, un effervescente Jean Paul Gaultier in vena di nostalgie felliniane, il presidente di Altaroma rimarca gli sforzi compiuti: «Non amiamo i particolarismi e la stretta cooperazione con Firenze e Milano mette in primo piano una moda che è soprattutto italiana». Pur con l'ambizione di coinvolgere protagonisti esteri di grande valore, si capisce. Accanto alla passerella di Gaultier, liturgia dei suoi migliori pezzi d'archivio dal denim trompe-l'oeil sulla seta al circense al corsetto, ecco anche la matura prova di Leonid Alexeev . Arriva dall'Aurora Fashion Week di San Pietroburgo questo giovane innamorato del tessuto, che cesella con gusto tattile e sensuale una linea di estrema pulizia. Dall'Africa l'esplosione lussureggiante di motivi e tessuti di fattura artigianale, nella cornice di Ethical Fashion che raduna i nomi eccellenti di Christie Brown , Kiki Klothing e Portenier Roth . Senza omettere la fuoriclasse Stella Jean , abilissima nel tradurre silhoette anni '50 con fraseggi di stampe e ricami preziosi di splendida vitalità. Nello stesso solco scorre San Andrès Milano , che mutua dall'immaginario messicano le rose e i decori policromi delle tradizionali bambole di cartone.
Il dialogo tra le gloriose case romane e le leve di ultima generazione è, del resto, la dinamica più elettrizzante della manifestazione. Da un lato l'opulenza cerimoniosa di Sarli , di Curiel e Renato Balestra , che si libra con pericolose acrobazie tra la voglia di lusso estremo e il rischio di una rievocazione patrizia ormai tramontata (ma l'epigono di origini libanesi Tony Ward mostra di padroneggiare la qualità altissima del manufatto con una sontuosità desiderabile), dall'altro le spinte corroboranti dei giovani. A partire dalla formazione, con l' Accademia di Costume e di Moda diretta da Lupo Lanzara che celebra il cinquantenario con una fucina di creatività: installazioni di ex alunni affermati, e l'esibizione del meglio dal corso di costume con virtuosismi shakespeariani e un ripensamento interessante sul kimono. E se allo IED gli abiti dei diplomati sfilano sotto una volta di sfere all'elio, con effetto scenografico mozzafiato, la suggestione tocca vertici di bellezza da Laura Urbinati . Le geometrie garbate del suo guardaroba per temi di colore rivivono nell'intimità delle stanze dell'Hotel Locarno, con videoproiezioni che filmano la musa Candela Novembre in schermi improvvisati e lirici: il lenzuolo, lo sportello del comodino, la testiera lignea del letto. Camere d'albergo come scrigno di talenti anche nel consueto appuntamento di Room Service al Marriott Grand Hotel Flora, dove spiccano il bon ton rivisto di Mariù de Sica , le borse raffinate in alligatore di Badura e la sperimentazione tutta versatilità e minimalismo degli abiti componibili di Flavia La Rocca. Al Baglioni alloggia invece la maschietta ultrachic di Fabio Quaranta , che ha occhi solo per il cappotto- un cappotto speciale, nato dalla collaborazione con Andrea Caraceni e Lanificio Fratelli Cerruti, per rileggere quello indossato da Alain Delon nel film La prima notte di quiete.
Giocano con la luce Angelos Bratis , che nella dimora cinquecentesca di Palazzo Firenze veste manichini-scultura con i suoi pepli di purificata eleganza e sinuosi tubi al neon, e Giuliana Mancinelli Bonafaccia , con i suoi monili in argento bagnati nel rutenio a fare bella mostra di sé nell'installazione digitale dei Quiet Ensemble: ricettiva al movimento, si accende di bagliori al solo gesto di una mano. Premessa di sensibilità artistica che si approfondisce e carica di significati nel sempre affascinante progetto A. I. Artisanal Intelligence di Clara Tosi Pamphili e Alessio de' Navasques. In un luogo archetipico come la Bibliotheca Angelica, custodia di letture proibite come il primo trattato di chirurgia estetica e le tavole anatomiche di Tiziano, si sfogliano come volumi rari le punte dell'artigianalità e della moda di ricerca. Gli onirici cappelli di Naomi Goodsir , il sartoriale contemporaneo di Soulskin , la mistica di Ludovica Amati in forma di abiti e mantelle fluenti, che riprende il costume degli sciamani d'inscrivere nel tessuto l'invocazione allo Spirito. Cammeo nel cammeo, gli scatti di Mustafà Sabbagh che rendono il nudo feticcio di esplorazione e verità.
La visita privata agli inaccessibili magazzini del Teatro dell'Opera di Roma ne è la chicca conclusiva. Tutù sospesi a soffitto, fondali di palcoscenico stesi a pavimento con emozionanti vedute della città, e tutt'intorno gli abiti di scena, ricchi di velluto e filigrane dorate, indossati dalla Callas e dalla Tebaldi. Perché Roma è sempre Roma.
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