Greta: facciamo il punto...vita!
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Appassionata di cinture, Greta Arienti vive quotidianamente la sua collezione. «Ogni mio look prende le mosse dall'accessorio»
Appassionata di cinture, Greta Arienti vive quotidianamente la sua collezione. "Ogni mio look prende le mosse dall'accessorio"
"Ho iniziato con il lascito di cinture di mia madre, supervittima dell'abbinamento in coordinato come mia nonna. Sono affetta da una sorta di malattia genetica per l'accessorio". Così in prima battuta Greta, che non è la sola collezionista della sua famiglia. "Anche mio padre ha la sua mania, quella delle polo Lacoste. Da una trentina d'anni ne riempie un cassettiera, ordinandole in scala cromatica". Con una simile eredità, Greta si trova molto a suo agio nei mercatini. "Una valvola di sfogo alla frenesia da acquisto compulsivo. Gran parte dei miei pezzi vengono da lì. Del resto, le cinte non dànno problematiche di taglia, non si rovinano come borse e scarpe e per questo le tipologie disponibili sono molte".
Chiediamo poi perché la cinta riveste tanta importanza nel suo stile personale. "Conferisce carattere anche alla mise più dimessa e risulta terribilmente femminile, sottolineando le forme naturali. A me piace la vita alta, un po' strizzata". Alcuni modelli sono particolarmenti pregiati, o più semplicemente estrosi. C'è una fascia da smoking di Hermès, con il tipico disegno barocco da foulard, e una che assomiglia ad un trofeo di boxe, esageratamente anni '80. "L'ho presa a New York, me ne sono subito innamorata". L'acquisto vagheggiato? "Una cintura di Bottega Veneta in pitone, fibbia dorata e dalla linea pulita".
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