Un puzzle di emozioni e sentimenti così simile alla vita
Libertà (Einaudi) è esattamente così: un “romanzone”, la storia di una famiglia, anzi ancora di più di una coppia, dei loro due figli, di un amico, di fratelli, sorelle, genitori, vicini di casa, che è insieme la storia di una generazione, di un periodo storico, di una nazione. Ma che ci riguarda tutti, perché evoca storie che sono anche nostre in cui è impossibile non identificarsi. Walter ama Patty, lei si lascia amare, si sposano, nascono i figli, lei sceglie di fare la casalinga, ma non è felice... Una storia semplice, che semplice non è affatto, come non lo è mai la vita delle persone. Pagina dopo pagina i protagonisti raccontano la propria versione dei fatti, in una sorta di puzzle che si compone e cerca di spiegare emozioni e sentimenti. La scrittura di Franzen è sublime, raffinata e coinvolgente. C’è attenzione ai dettagli, ma un respiro ampio. C’è la storia di un Paese che ha fatto della ricerca della felicità e della libertà la propria ossessione. Tutto scorre tranquillo, tutto è bello, sorridente, come quelle casette con giardini e barbecue che abbiamo visto in tanti film, ma la crisi è sempre in agguato e può diventare tragedia. Ci sono l’amore e il tradimento, la ricerca del successo a tutti i costi e l’impegno che diventa moda. Ma nulla è come sembra. E i dialoghi sono le nostre parole, quelle che ci siamo dette anche noi, così vere da essere struggenti, mentre te le senti echeggiare nelle orecchie. E quando arrivi alla fine ti dispiace, e tanto. E vorresti già rincontrarli tutti, per sapere come gli è andata poi la vita.
Non voglio rovinarvi la sorpresa, ma non posso resistere: c’è anche un piccolo happy end, così confortante...
Della mia passione per i film vi ho già detto. Di quella per i libri anche. Beh, questa volta vi propongo un libro che sembra un film.
Premessa: credo di essere uno tra i pochissimi a non avere letto Le correzioni. Non so perché. Temo per una sorta di stupido anticonformismo: quando uscì, urlarono tutti al capolavoro e mi annoiava l’idea di accodarmi. Sicuramente invece tutte le lodi erano ampiamente meritate, almeno a giudicare da questo romanzo pubblicato ben nove anni dopo il primo (che ovviamente adesso recupererò). E che mi ha sedotto dalla prima pagina, come e più di un film. Suppongo succeda a tutti di immaginare i personaggi, i luoghi, le situazioni che si leggono. È normale, fa parte della modalità della lettura e del cervello. In qualche caso però, mi sembra che sia ancora più esplicito, più evidente. Ma non perché l’autore miri, fin dall’inizio, alla versione cinematografica (esiste anche questa possibilità, l’ho notato spesso, per esempio, nei gialli), ma proprio per una qualità intrinseca di alcune scritture e di alcune storie che sono così “vere”, così reali, così vicine da costringerti a metterle in scena in un tuo personale film, nella testa.
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