Naomi Watts: Anche una diva può arrossire
Si descrive come una donna timida e insicura, eppure Naomi Watts è diventata la musa di tanti registi di culto e un’icona di bellezza. Grazia l’ha fotografata in questo servizio esclusivo e ha scoperto che per lei, davanti o dietro i riflettori, conta solo una cosa: emozionarsi.
Ancora oggi, quando certi registi mi chiamano per propormi un ruolo, devo darmi un pizzicotto per essere sicura che non sto sognando». Guardo Naomi Watts, 47 anni, sgranando gli occhi: ma di che cosa abbiamo bisogno noi donne per avere finalmente fiducia in noi stesse? All’attrice anglo-australiana che mi siede di fronte, splendida nel suo lungo e scollatissimo abito di paillettes color polvere di stelle, sembra non siano bastati una cinquantina di film e una lista interminabile di premi e ricompense, tra cui due nomination all’Oscar come migliore attrice protagonista.
Incontro Naomi, ambasciatrice di bellezza di L’Oréal Paris dal 2014 in una suite del Martinez di Cannes, il grand hotel affacciato sul celebre boulevard de la Croisette, dove è stato scattato anche il servizio fotografico che vedete in queste pagine. Una folla di ammiratori, pronti ad applaudirla e a scandire il suo nome, la stava aspettando davanti all’albergo. Lei oggi è una star, ricordo all’attrice che, accavallando le gambe, scopre dei meravigliosi sandali tempestati di strass. Perché si sorprende ancora del suo successo?. «Non ho dimenticato il periodo in cui ero invisibile», ribatte lei. «Ho avuto una dura gavetta», mi dice.
È vero, per Watts gli inizi sono stati difficili: negli Anni 90, sbarcata a Los Angeles da Sydney, era più nota come amica del cuore di Nicole Kidman che per le sue doti di artista. Le due ragazze, entrambe australiane, bionde e con la testa piena di sogni, si erano conosciute a un provino per uno spot di una marca di costumi da bagno e si erano giurate di sfondare. Ma se le ambizioni di Kidman si realizzano rapidamente, per quasi un decennio Watts deve accontentarsi di ruoli di secondo piano.
Poi, nel 2001, la svolta: David Lynch la chiama per il personaggio di Betty nel suo ormai mitico Mulholland Drive. «David è stato il primo a credere in me, gli sono enormemente riconoscente», mi confida l’attrice.
È l’inizio di un’ascesa folgorante: Watts si aggiudica una nomination all’Oscar per 21 grammi di Alejandro González Iñárritu (che l’anno scorso l’ha voluta anche nel pluripremiato Birdman), mentre il grande pubblico la scopre, tenera e sexy, nel remake di King Kong; Woody Allen la ingaggia per Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni e Hollywood la ricandida come miglior attrice protagonista grazie a The Impossible. Quest’anno, ciliegina sulla torta, il regista cult Gus Van Sant ne fa la protagonista di La foresta dei sogni, uscito nelle sale a fine a aprile.
E lei dubita ancora?, domando all’attrice che, per mascherare il suo imbarazzo (quando le ho detto che era una star è persino arrossita), si sistema una spallina e gioca con uno degli orecchini di brillanti che proiettano bagliori argentei.
È vero che per lei il red carpet resta un’esperienza difficile?
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