Christy Turlington: "L'essenziale per me è essere qui e ora"
Christy Turlington: l'intervista di Grazia sul numero 50 in edicola e il video in esclusiva per Grazia.it!
Mi ero fatta un’idea della personalità di Christy Turlington molto prima d’incontrarla. Avevo dedotto, per esempio, che la top model era un’amica fedele e piena d’attenzioni. Mi era bastato dare uno sguardo al suo profilo Instagram: per i 46 anni di Naomi Campbell e per i 51 di Linda Evangelista si era premurata d’inviare affettuosi messaggi d’auguri corredati da un paio di foto dell’epoca in cui lei e le altre due regine delle passerelle erano soprannominate “la Trinità” e rubavano la scena alle dive di Hollywood.
Quasi 25 anni dopo quelle immagini, ho appuntamento con Turlington in una saletta del ristorante Monsieur Bleu di Parigi, dove la top è volata da New York per il lancio della Blue Therapy Cream-in-oil nuovo prodotto della linea antietà di Biotherm, marchio di cui è il volto. Un viaggio di lavoro, certo, ma anche una parentesi romantica: Turlington ha colto l’occasione per festeggiare nella capitale francese il 13° anniversario di matrimonio con il regista e attore Edward Burns, papà dei suoi figli, Grace, 13 anni, e Finn, 10. Preparando l’intervista, avevo previsto di cominciare col chiederle se avesse nostalgia del periodo in cui era una delle star dell’universo moda.
Ma una sola occhiata alla donna che mi viene incontro in smoking nero, scarpe da tennis, i capelli raccolti in una semplice coda di cavallo, mi fa capire che la mia è una domanda superflua. È più che un’evidenza: a 47 anni, Christy Turlington non vive nel passato e non ha nessun motivo di rimpiangere la sua prima giovinezza. Intanto, è ancora bellissima, una di quelle bellezze che suscitano ammirazione e, nello stesso tempo, simpatia perché amplificate da una genuina gentilezza e apertura verso gli altri. E poi, dall’aria appagata e serena immagino che la sua vita sia ancora più piena e intensa di quando aveva 20 anni. Un’impressione che la nostra intervista mi confermerà.
Christy, lei ha smesso di fare la modella a tempo pieno nel 1994, all’apice della sua carriera, per laurearsi in Storia dell’arte e delle religioni. Oggi che cosa rappresenta per lei la professione che l’ha resa celebre in tutto il mondo?
«È una delle mie numerose attività. Col tempo si è trasformata in una formidabile piattaforma per dare visibilità a progetti che mi stanno molto a cuore».
Quali, in particolare?
«Nel 2010 ho fondato Every Mother Counts (“Ogni madre conta”, ndr), un’associazione no-profit che si propone di diminuire i rischi di mortalità legati alla gravidanza e al parto. I grandi marchi con cui collaboro nel campo della moda e della bellezza sostengono la mia associazione e partecipano al finanziamento delle campagne di prevenzione».
Perché ha deciso di dedicarsi proprio a questa causa?
«Subito dopo aver dato alla luce la mia primogenita, Grace, ho rischiato di morire per un’emorragia post-parto. Se oggi sono qui e le sto parlando, lo devo all’intervento tempestivo dei medici. Passato il pericolo, mi sono chiesta: che cosa sarebbe successo se non avessi potuto contare su una buona assistenza?».
La risposta l’ha spaventata?
«Mi ha soprattutto fatto riflettere sul destino di centinaia di migliaia di donne per le quali diventare madre significa ancora rischiare la vita. È una tragedia mondiale. Quando ho cominciato a interessarmi al problema, le statistiche parlavano di mezzo milione di decessi all’anno. Oggi, anche grazie al lavoro di Every Mother Counts, la mortalità si è quasi ridotta della metà».
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Intervista magazine a cura di Emanuela Mastropietro
Ph: Press Office Biotherm
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