10 motivi per organizzare un viaggio in Oman
Tra i tanti motivi per cui organizzare un viaggio in Oman, ve ne diamo dieci imperdibili: a partire dalla capitale passando per sapori, natura e architettura
Se avete voglia di fare un viaggio indimenticabile, abbiamo la meta perfetta da consigliarvi.
È l'Oman, uno dei Paesi rivelazione del 2018 e tra i più sicuri della penisola arabica.
Un paese velato di fascino e di mistero, saldamente appoggiato a tradizioni antiche, ma con una forte vocazione alla modernità.
Suq e fortezze, oasi incontaminate, canyon e piantagioni di palme, scorci di mare e di deserto: l'Oman è un posto affascinante pieno di colori, profumi e sapori, popolato da persone rispettose e dai modi di fare gentili, ricco di una vegetazione rigogliosa e dove il benessere è di casa nelle Spa del Sultano e negli alberghi di lusso.
Vi diamo dieci motivi imperdibili per cui partire per l'Oman, certi che molti altri li scoprirete nel corso del viaggio!
(Continua sotto la foto)
Scoprire la sobrietà (in grande stile) del Paese
Se Dubai e i vicini Emirati sorprendono per lo sfarzo e la magnificenza di grattacieli scintillanti, nel Sultanato dell'Oman anche le più moderne costruzioni sono realizzate nel rispetto di un preciso codice.
A stabilirlo è stato il Sultano Qaboos Bin Said, l'ultimo discendente della dinastia Al Bu Sa Idi e colui che, destituito il padre, ha aperto la via alla cosiddetta "rinascita" del paese.
Col suo editto egli ha imposto che ogni nuova costruzione non possa superare i 91 metri di altezza del minareto della Grand Mosque.
Così dalla capitale, Muscat, alle aree in costante crescita e trasformazione, tutte le nuove costruzioni rispettano i canoni di architettura voluti dal Sultano.
Mentre lo stile omanita spicca non per opulenza, ma per eleganza e sobrietà: le facciate bianche dei palazzi con decorazioni color ocra, i pavimenti di marmo splendente, le fontane scroscianti, e a disegnare un arredo urbano impeccabile pensano aiuole fiorite e prati all'inglese.
Il tutto nella cornice di un territorio di 310 mila chilometri quadrati percorso da ampie strade perfettamente asfaltate che collegano l'Oman nella sua interezza.
Visitare Muscat, la capitale
La capitale dell'Oman è lo specchio del carattere gentile e lungimirante del Sultano Qaboos, che nel cuore della città vecchia ha il suo palazzo, il Diwan (il Palazzo Reale).
Negli oltre quarant'anni di buongoverno, il Sultano ha voluto ed è riuscito a trasformare Muscat in una città sicura e pacifica, moderna e permissiva (nei limiti concessi dal suo conformismo politico e religioso).
A Muscat l'eredità culturale e le tradizioni omanite più antiche sono di casa al National Museum, mentre a difendere dall'attacco degli invasori domina dal XVI secolo la fortezza Al Mirani.
Volendo non basta un giorno intero per scoprire tutti i vicoli e i negozi del vecchio Suq, pieno di bancarelle di tessuti, artigianato e alimentari, e un'ampia zona interamente dedicata all'oro.
I doni più preziosi fatti dal Sultano alla città sono la Royal Opera House e la Grand Mosque, due enormi costruzioni l'una voluta per difendere la cultura e l'altra per custodire la religione.
E poi Nizwa, l'antica capitale
In meno di due ore di auto da Muscat si arriva all'antica capitale culturale dell'Oman, Nizwa, nella vicina regione di Dakhiliyah.
L'ideale per muoversi nel Paese è affittare un 4x4, meglio se con autista omanita, che con voce bassa e sommessa e in tipico abito tradizionale, la dishdasha, saprà raccontare tutto delle zone e dei villaggi che attraverserete.
Quando il deserto inizia a farsi oasi rigogliosa, ecco che lì c'è Nizwa.
Una città costruita intorno a un forte del XVII secolo (oggi in parte ricostruito) e a un suq, uno dei più antichi del Paese, realizzato in stile tradizionale con archi, vicoli e finestre di legno intarsiate.
Prima di arrivare in città il monito della guida è perentorio: «niente foto a donne e bambini, oltre all'obbligo di indossare pantaloni e maniche lunghe (anche per gli uomini)».
Non visitabile se non dai musulmani è la moschea di Nizwa, riconosciuta anche perché fu da qui che l'Imam Warith bin Ka'ab riconobbe la necessità della scolarizzazione e di una formazione intellettuale della popolazione per far crescere la società.
Ascoltare il silenzio di fortezze e antichi villaggi omaniti
Dopo la visita al forte di Nizwa, nei dintorni dell'antica capitale è visitabile il castello di Jabrim.
Immerso nel silenzio, tra le sue stanze e corridoi abbacinati dal sole non riecheggia l'eco di scontri e battaglie, ma l'eredità lasciata dall'Imam Bilarab, che lo trasformò da struttura fortificata in un centro culturale.
Qui tra il XVII e XVIII secolo gli omaniti studiavano medicina, astrologia e cultura e la legge islamica.
Per restare in tema di pace e silenzio, tra Muscat e Nizwa, c'è poi il villaggio di Misfat Al Abreen, un'area accessibile solo a piedi.
Lungo le strette viuzze che lo compongono resistono ancora piccole case tradizionali realizzate in fango e argilla.
Un'altra suggestione del villaggio sono le coltivazioni a terrazza di palme da dattero e altre colture, che qui crescono rigogliose grazie all'acqua che in passato l'uomo ha saputo convogliare in canali per l'irrigazione - gli aflaj - che sono la vera ricchezza di queste aree altrimenti desertiche (in tutta la nazione sono oltre 10mila).
Andara a Sinaw per il mercato del giovedì
Ruspante e pittoresco, è uno spaccato di vita vera locale.
Va in scena solo il giovedì mattina nella cittadina di Sinaw (distante circa 3 ore da Muscat), dove si deve andare per forza poiché non ci sono strutture ricettive.
Famoso per la compravendita di cammelli e capre, a renderlo ancora più affascinante sono i beduini che dalle dune di Sharqiya vengono per barattare capre e cammelli con altri beni di consumo.
A colpire sono in particolare le donne beduine, che indossano maschere in bronzo con visiera e tuniche di mussola leggera.
Gli uomini vestono la classica dishdasha (il cui colore cambia in base alla giornata lavorativa o festiva). E nel caos più totale, tra le chiacchiere e i versi degli animali, venditori e acquirenti fanno affari prima di lasciare la cittadina e tornare nelle loro tende.
Godersi una giornata di refrigerio nei wadi
Oltre che una ricchezza (più importante anche del petrolio), l'acqua in Oman ha saputo creato regni meravigliosi.
Lo si capisce quando, attraversando il Paese, dalla terra arsa dal sole spuntano all'improvviso sporadiche macchie di vegetazione rigogliosa (che sono orti, giardini, piantagioni di palme da datteri).
Ma ancora di più, quando come miraggi appaiono nascoste tra canyon austeri vere e proprie oasi e piscine naturali – i wadi – dov'è impossibile resistere alla tentazione di tuffarsi.
Fosse anche per trovare un po' di refrigerio nelle giornate più calde dell'anno (le temperature in Oman raggiungono anche i 45/50 gradi in estate).
Tra i più affascinanti, a un'ora di auto a sud di Nizwa, c'è il Wadi Bani Khaled, una piscina naturale di acqua limpidissima, incastonato tra formazioni rocciose color rosso ruggine.
Tutt'intorno un bosco di palme lussureggiante offre svariati angoli d'ombra per ripararsi dal sole.
L'altro è Wadi Shab, che è più difficile da raggiungere: lasciata l'auto, occorre attraversare il fiume con una piccola imbarcazione e camminare per circa mezz'ora lungo un sentiero che conduce fino alle prime piscine naturali.
A quel punto è possibile proseguire a nuoto per una decina di minuti lungo il canyon per raggiungere un altro luogo magico: un'enorme cavità dove sgorga una cascata che si getta in acque verde smeraldo.
Visitare Sur e i cantieri dove si costruiscono i vascelli degli Emiri
C'è una "terza capitale" in Oman, dopo Muscat e Nizwa.
È Sur, cittadina affacciata sul mare, considerata la capitale della cantieristica.
Qui si costruiscono ancora a mano, per opera di maestranze qualificate, vascelli in legno - i Dhau - commissionati da Emiri arabi, principi e principesse.
Un vero fiore all'occhiello per l'economia omanita e un mestiere che sebbene negli anni ha subito contraccolpi si sta riprendendo.
La visita a uno dei cantieri permette di ammirare gli scheletri di futuri vascelli. La giornata a Sur prosegue poi sul lungomare poco affollato e ancora non assediato dal turismo di massa.
Annusare i profumi omaniti e….
L'Oman profuma di incenso, di rose, di té alla menta, che è un ottimo corroborante nelle giornate più calde.
Da marzo a maggio inoltrato, l'altopiano di Jabal Akhdar (la montagna verde) si colora di tonalità pastello grazie alla fioritura della rosa damascena, offrendo uno spettacolo unico per gli occhi e l'olfatto.
La rosa omanita è la base di molti profumi - tra cui alcune fragranze del celebre Amouage, il profumo, si dice, più costoso al mondo -, serve per la produzione di attar, l'acqua di rose omanita, che oltre a essere un efficace rimedio omeopatico per curare il mal di testa, viene usata come toccasana per la pelle, come profumo e per insaporire il caffè e il cioccolato.
Infine, dopo il pasto, è usata per aspergere gli ospiti in segno di rispetto. C'è poi il pregiato incenso omanita, usato per profumare gli ambienti e particolarmente apprezzato per le sue proprietà medicamentose (molti non sanno che il più puro è commestibile!).
... assaggiare sapori unici
Ad arricchire invece le tavole, nel tipico stile arabo della condivisione dei piatti, non manca mai l'hummus e, a tutte le ore del giorno e della notte, i datteri (giganti e pregiatissimi).
Come dessert gli omaniti mangiano L'Umm Ali, un dolce fatto con pane, latte, vari aromi e spezie (vaniglia, cannella, cardamomo) e frutta secca come pistacchi, mandorle e anacardi.
Ma il dolce più dolce dell’Oman? Si chiama Omani Halwa, dove Halwa in arabo significa "dolce".
Simbolo dell'ospitalità omanita, è offerto agli ospiti e portato agli amici. Gli ingredienti principali sono: uova, amido, zucchero, burro chiarificato, zafferano, cardamomo, noci e l'acqua di rose di Jebel al Akdhar.
Cotto al forno per circa 2 ore, quando è pronto ha una consistenza quasi gommosa. Si conserva a lungo, per oltre un mese.
Si compra confezionato nei Souq di Muscat e Nizwa, ma se consumato sul posto è rigorosamente servito con una tazza di caffè arabo (che in Oman si chiama qahwa).
Rilassarsi in perfetto stile arabeggiante
Per concludere il viaggio itinerante in Oman, prima di volare a casa e tornare alla vita vera, per chi può il top è trascorrere qualche giorno nella Spa dell’Anantara Al Jabal Al Akhdar, vincitrice del primo premio nella categoria Spa & Wellness degli AHEAD Awards.
Oltra alla location da mille e una notte sull’altopiano di Saiq, le cui vette raggiungono i 3.000 metri e offrono una vista panoramica eccezionale, i trattamenti a base di prodotti botanici, massaggi curativi, scrub stimolanti, trattamenti viso con prodotti che sfruttano le proprietà di piante locali come la rosa e il melograno, ma anche rituali purificanti a base di latte e spezie orientali.
E al termine dell’esperienza beauty, il relax continua nella piscina panoramica, con una lezione di yoga sulla terrazza, corsi di ginnastica e di cucina.
In Oman splendono anche altre gemme preziose, tra cui la nuova spa dello Shangri La Al Husn, quella della Six Senses dell’Al Bustan Palace di Muscat. (in forte in stile arabo) e la spa del The Chedi, famosa per le sue piscine (un'infinity pool e una olimpionica) e per i campi da tennis.
C'è tempo fino a maggio per visitare l'Oman nel suo periodo migliore e prima che il sole bruciante e il gran caldo estivo arrivino ad incendiare la penisola arabica.
Per maggiori info, click qui
Buon viaggio!
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