Road trip in Marocco: l'itinerario perfetto tra deserto e Oceano
Il Marocco, una terra unica dagli infiniti paesaggi e mille colori. Dalla spiritualità della città rossa, Marrakech, alle oasi verdi della Valle del Draa fino alle altissime dune oro del deserto del Sahara e le più alte ancora del monte Toubkal, passando tra villagi e mercati, altri deserti e via fino a raggiungere il blu dell’oceano di Essaouira.
Un viaggio che sembra un film.
Ecco cosa vedere, cosa non perdere e dove dormire per un'esperienza da sogno.
Viaggio in Marocco: itinerario e consigli
(Continua sotto la foto)
Pronti, partenza, via: Marrakech
La città rossa, per il colore delle sue abitazioni e quella calda luce che accende i vicoli e le strade e tinge tutto, anche il cuore, di indelebili sfumature.
Una città unica nel suo genere, Marrakech è una serie di sensazioni forti come le spezie profumate che colorano la Medina, il quartiere antico, cuore e anima di questa città, con la Moschea della Koutoubia, il sontuoso palazzo El Bahia, la Madrasa di Ben Youssef e poi il grande protagonista, il souk, il mercato tradizionale.
Spezie, tappeti, pellami, gioielli e kaftani sono solo alcune delle tante meraviglie in vendita in questo labirinto magico.
Qui vige una sola regola: perdersi e godersi la vita che scorre irrefenabile come le "Kesh angels”, le donne motocicliste immortalate dal fotografo Hassan Hajjaj (troverete le sue opere nel suo spazio “Jajjah”).
Tra mille profumi, voci e colori, ogni strada porta come per magia nel luogo simbolo della città, piazza Jamaa el Fna. Impossible da descrivere, tutta da vivere, specialmente dall’alto, da una delle tante terrazze che la circondano.
Da non perdere:
Maison de la photographie: una galleria con un perscorso di immagini potenti per capire la straordinaria complessità di questo paese a partire dal 1879 a oggi. Bellissima anche la terrazza con ristorantino.
Café des Epices un bar/ristorante con terrazza vista piazzetta delle spezie. Perfetto per un pranzo al sole osservando la vita del souk che scorre sotto di noi.
Jardin Secret unico giardino all’interno della Medina, un’oasi di pace dove rifugiarsi dopo una giornata nel souk.
Henna café associazione culturale e piccolo ristorantino, offre squisiti piatti marocchini con opzioni vegane accompagnati da artisti locali pronti a decorarvi con henna 100% naturale.
Guéliz, la ‘nuova’ Marrakech, qui i colori della medina hanno il volto nuovo della contaminazione e le palme si alternano a gallerie, atelier e musei.
Dar el Bacha un palazzo spettacolare come il caffè che viene servito qui dal 1910. Per comprendere appieno il significato di Arabica e sentirsi in un film di Wes Anderson.
LRNCE showroom della linea di ceramiche e tessuti moderni di Laurence Leenaert. La tradizione dei materiali si sposa con l’innovazione, per pezzi unici e spontanei come questo progetto
Jardin Majorelle ormai un simbolo della città, un eden incantanto dove il verde della vegetazione si mescola con il blu (majorelle appunto) della suggestiva architettura islamica. Con un unico biglietto merita una visita anche il Museo Yves Saint Laurent a pochi passi di distanza.
Amal women’s training center associazione no profit, gestita da sole donne, dove assaggiare piatti tipici oppure imparare a cucinarli grazie ad uno dei tanti corsi di cucina. Tutto il ricavato va a sostenere l’inserimento femminile nel mondo del lavoro.
Riad Berbère un'oasi incantata dove gustare una romantica cena a lume di candela fronte camino o in terrazza. Si può anche soggiornare nelle elegantissime camere.
Dove dormire
Il riad (in arabo ‘giardini’) le antiche dimore marocchine a più piani con le stanze affacciate su un patio centrale, dove spesso si trovano una piscina o una fontana. Protetti da spesse mura, nascondono un mondo calmo e segreto, un’oasi di pace e silenzio dove rifugiarsi dopo una giornata immersi nella vita che scorre veloce all’esterno.
Riad 72: una casa lontano da casa, un’accoglienza calorosa come i suoi interni che uniscono lusso e tradizione marocchina a tocchi di design contemporaneo, in una contaminazione di epoche e influenze in vero stile “Marrakech”.
Da non perdere il tramonto dalla piscina della terrazza (una delle più alte della città).
El Fenn. Tra piante di banane, mattonelle arcobaleno, cactus e piscine, questo riad di lusso è un sogno ad occhi aperti. Luce soffusa e colori accesi, opere d’arte alle pareti, candele e lanterne riproducono tra le mura di questo palazzo storico un distillato di Marrackech.
Da non perdere: un bagno di vapore nell’hammam e un drink sul terrazzo affacciati sui tetti rosa della città (è possible accedere al bar della terrazza senza soggiornare in struttura).
Maison Brummel: un gioiellino “segreto” di recente apertura proprio accanto al famoso Jardin Majorelle. Solo otto camere che affacciano su un giardino lussureggiante dove le palme si specchiano sulle pareti rosa. Una casa boutique che sarà difficile lasciare.
Da non perdere: la colazione nel patio vista piscina circondati da palme e cactus.
Da Marrakesh a Ait Ben Haddou, la città fortificata
Da Marrakech al deserto del Sahara, tra passi di alta montagna da togliere il respiro, roseti, curve su curve a prova di vertigini e piccoli villaggi dal grandissimo cuore (e accoglienza).
Passo Tizi n’Tichka, passaggio obbligato e meraviglioso in direzione sud, queste curve con vista ci consentono non solo di attraversare la catena montuosa dell’Atlante ma anche di adattarci ai ritmi della natura salendo piano su vette che tagliano questa terra per poi scendere a valle e raggiungere uno (dei tanti) stop mozza fiato di questo viaggio on the road: Ait Ben Haddou.
Patrimonio unesco, questa città fortificata (location del film Gladiatore) che si nasconde all’occhio grazie ai suoi colori “terra” che si mimetizzano con la roccia, colpisce poi una volta raggiunto il suo cuore per la vista sconfinata e l’accoglienza calorosa quanto il famoso tè alla menta, fedele compagno di questo viaggio.
Da non perdere la vista dall’alto della fortezza e uno stop alla galleria Tiwirga, spazio artistico dell’artista Hafida Zizi, mostra, atelier e laboratorio dove i colori si mescolano con le emozioni.
Si riparte poi verso la Valle delle Rose, un’oasi di pace dove anche il cielo si tinge di rosa in onore del suo nome. Panorami sublimi, con paesaggi aridi costituiti da rocce e montagne ocra e rosa che si alternano a palmeti e roseti.
Dalla Valle delle rose al deserto: il Sahara
Se pensate che il viaggio conti più della destinazione, questa è la tappa che fa per voi (ma lasciate a casa le vertigini).
Giornata on the road, oggi il mondo si guarda dal finestrino ed è un’esperienza dal sapore mistico.
Paesaggi lunari, villaggi berberi mimetizzati nella roccia, cammelli, venditori di datteri e poi lei, madre natura, in tutta la sua potenza e irriverenza a plasmare le Gole di Dades: un serpente di curve e tornanti che si snoda duro e spigoloso fino alla cima.
Alla salita segue la discesa, il paesaggio cambia ancora e ancora, fino alle prime timide dune di Merzouga, preludio della comparsa del grande protagonista, il deserto del Sahara.
Per descriverlo non bastano le parole, perché la lingua del deserto è quella dell’oro delle dune, del vento che scrive sulla sabbia, del fuoco che riscalda la notte, dei canti berberi, del sole che sale con calma e poi scende aprendo il sipario per lo spettacolo della via lattea.
Dove dormire
Desert Luxury Camp: per un letto vista dune, una cena fatta di tajine, cous cous e specialità berbere e uno show fornito da sua maestà natura.
Un luogo unico, lontanto dalle contaminazioni della città (dista mezz’ora di 4x4 da Merzouga, il primo centro abitato), tanto silenzio e tantissimi ricordi inclusi nel soggiorno, insieme ad un indimenticabile passeggiata su dromedario con destinazione tramonto tra le dune (particolare attenzione è posta al benessere degli animali del campeggio).
Dal deserto all’oasi: la Valle del Draa
Lasciamo il mare oro per dirigerci verso quel polmone verde, meta agognata, sognata e immaginata dai tempi dei tempi: l’oasi di palme della Valle del Draa.
Dopo tanti chilometri costellati di villaggi, mercati, venditori di ceramiche e tappeti, il deserto lascia il posto a lussureggianti palmeti, a cui fanno da sfondo imponenti montagne dal colore rossastro: non è un miraggio, è tutto vero.
Dove dormire:
Kasbah Hnini: anche Aladin, se avesse soggiornato qui avrebbe avuto difficoltà a scegliere il proprio tappeto tra la distesa di forme e colori che rapiscono il cuore appena varcato il portone di questa kasbah, una delle tante che rende questa valle nota come “la Valle delle mille Kasbah”. Un palazzo fortificato, ricoperto di tappeti, illuminato da lanterne e candele ed immerso in un mare di palme.
Da non perdere: Il tramonto in terrazza seguito da una cena tradizionale servita a bordo piscina per “volare” anche senza il tappeto.
Dalla Valle del Draa al monte Toubkal
Dal deserto alle palme, è tempo di flumi e cascate: la Valle di Ourika. Il rumore del fiume, che fa da “patio” ai coloratissimi ristorantini che servono direttamente sull’acqua, fa da colonna sonora all’ennesimo cambio di sceneggiatura di questo film a presa diretta. Perfetto per una pausa pranzo (o una notte) prima di risalire verso la cima più alta del Nord Africa: il monte Toubkal.
Salendo verso il monte si incontrano i villaggi più colpiti dal terremoto del Settembre 2023 che portano ancora i segni della distruzione ma che continuano ad essere casa di tantissime famiglie berbere e che ospitano realtà uniche come la Kasbah du Toubkal.
Dove dormire
Kasbah du Toubkal: un rifugio magico e incontaminato ai piedi del monte piu alto del Nord Africa (4.167 metri), circondato da montagne e cielo blu.
Una terrazza per pranzi al sole, una stanza con vista a 360 gradi riscaldata dal camino e dai racconti dei viaggiatori che animano questo luogo incantato che si occupa da sempre di sostenere la comunità locale e ha dato vita al progetto di “educazione per tutti” per permettere alle bambine di accedere al percorso scolastico spesso negato.
Da non perdere: una pausa relax nell’hammam dopo una giornata di trekking sui monti o di una passeggiata alla scoperta del villaggio berbero di Imlil.
Deserto 2: Agafay
Altro giorno, altro deserto: Agafay. Non troppo distante da Marrakech, questo deserto può essere una valida alternativa per chi non ha il tempo necessario per raggiungere Merzouga. Dimenticate però le dune e la sabbia del Sahara, questa distesa di roccia rossa vi catapulterà direttamente sulla luna. Sconfinato e illuminato da una luce senza ombre, qui non è possibile nascondersi nemmeno da se stessi.
Dove dormire
Scarabeo Camp: bianche tende (dotate di ogni comfort) circondate da un'infinita distesa di roccia, una piscina che riflette una luce tanto intensa quanto questo luogo ed orizzonti lontani ed indefiniti. Per un soggiorno indimenticabile.
Da non perdere: il tramonto riscaldato dal fuoco e poi la cena a base di piatti tradizionali illuminata esclusivamente dalle candele e accompagnata da canti berberi. Praticamente come stare in un miraggio.
Dal deserto all'oceano: Essaouira
E poi laggiù, il blu dipinto di blu al profumo di mare e concerto di gabbiani (e non solo).
Una piccola città fortificata, “La perla dell’Atlantico” con i suoi vicoli stretti e colmi di bellezza, le piazze pittoresche, le barche blu e la luce brillante, ha attratto pittori, scultori e artisti nel corso degli anni.
Una destinazione mitica, che a partite dagli anni 60 ha ospitato comunità hippy e musicisti da tutto il mondo, uno su tutti Jimi Hendrix , e che tutt’ora rimane un crocevia di vita e creatività.
Qui oggi la musica Gnaoua della tradizione africana (sub-sahariana) si fonde con il jazz, il rock ed elementi di altre culture dando vita a un universo di contaminazioni ipnotiche che trovano spazio nei tanti locali sparsi per le vie della Medina e culminano nel Festival di Musica Gnaoua che si tiene ogni anno.
Da non perdere
Souk: anche qui il mercato all’interno della meravigliosa Medina sul mare (iscritta nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco) non delude, più piccolo e rilassante di quell di Marrakech ma altrettanto colorato ed emozionante.
Le Real Mogador: una galleria d’arte all’interno del palazzo che fu sede del consolato Italiano, ospita arte moderna di artisti nazionali ed internazionali.
Café Berber: piccolissimo ristorantino (quattro tavoli) gestito da una famiglia del luogo, un menù ristretto in base alla disponibilità del giorno per un pranzo o una cena autentica e squisita.
The Loft: bar, galleria, ristorante ma soprattutto rooftop. Una terrazza coloratissima con vista a 360 gradi su oceano e Medina. Musica dal vivo alla sera.
Porto vecchio: per osservare le tipiche imbarcazioni blu fare ritorno dalla giornata di pesca annunciate dal canto dei gabbiani e gustare una grigliata di sardine appena scaricate e cucinate direttamente dai pescatori.
Dove dormire
Salut Maroc: Un bagno nei colori del Marocco, delle sue zellige (mattonelline tipiche di questa terra) di ogni forma e colore, camere che raccontano storie di viaggi fantastici ed una terrazza a picco sull’oceano che fa sembrare di essere su una magica barca colorata pronta a salpare verso nuove avventure e che racchiude il calidoscopio di emozioni di questa terra magica.
Ipnotico, come la musica di Essaouira, questo questo riad è musica per gli occhi, e non solo, dato che in terrazza si esibiscono ogni settimana artisti e musicisti di ogni genere (si può accedere al ristorante in terrazza anche senza soggiornare in riad).
La costa Atlantica: Oualidia
Nuova scena, stesso oceano. Proseguendo lungo la strada costiera, la scogliera si fa alta e frastagliata, fino a raggiunge una delle spiagge più famose del Marocco: El Beddouza.
Lontanto dalla città qui la colonna sonora è affidata alle onde. Una distesa di sabbia oro, un silenzio rigenerante per raccogliere le emozioni e trovare le forze per lasciare questo Paese e i suoi mille “volti”.
Dove dormire
Azyar Ocean Lodge: un eco-lodge sospeso sull'Oceano Atlantico, dove l'eleganza minimal degli interni si unisce alla bellezza della natura. Il blu dell'acqua si fonde con quello del cielo per un'immersione totale e rigenerante.
Da non perdere: un bagno nell'infinity pool, un vero front-row sull'Oceano.
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