Quattro ore di volo dall'Italia e si atterra a Lanzarote, l’isola dalle sembianze lunari delle Canarie. Qui il sole splende per tremila ore l'anno, assicurando giornate calde anche quando nel resto d’Europa la stagione è fredda.
E già questo potrebbe bastare per sceglierla come meta anche nel cuore dell'inverno. Ma c’è di più.
Sull’isola che deve la sua fisionomia a una delle più grandi eruzioni vulcaniche della storia - quella del vulcano Timanfaya, che nel 1730 la distrusse completamente -, la natura è sorprendente per la sua forza ed energia.
Ci sono, poi, le lunghe coste solitarie e le spiagge accessibili tutto l'anno; un paesaggio primordiale che incanta per i contrasti di colori e il carattere selvaggio.
Siamo stati a Lanzarote in compagnia dei foldable di Samsung, Galaxy Z Flip4 e Galaxy Z Fold4, con cui abbiamo scoperto e fotografato l'isola.
Ve la presentiamo con 7 cose da vedere, scoprire e assaggiare. E poi vi presentiamo anche Galaxy Z Flip4, un gioiellino pieghevole che si è dimostrato un ottimo compagno di viaggio (non solo per la qualità delle sue foto).
7 cose da fare, vedere e assaggiare a Lanzarote
(Continua sotto la foto)
Andate alla scoperta dell’arte di César Manrique, che è ovunque nell'isola
Fu un personaggio singolare, non per una stranezza o una stravaganza particolare, bensì perché César Manrique seppe affermarsi e distinguersi nella scena artistica del suo tempo prima per il suo pensiero che per l'operato.
Nato ad Arrecife, capitale di Lanzarote, il 24 aprile del 1919, morì a Teguise il 25 settembre del 1992 in un incidente d’auto. Dopo aver vissuto e viaggiato per il mondo, frequentato gli ambienti artistici più vivaci del tempo, nel 1966 tornò a Lanzarote, dove si stabilì definitivamente.
Per tutta la vita rifiutò le etichette, ma, nonostante ciò, non si può n on dire che fu un uomo eclettico e poliedrico: pittore, scultore, architetto, ecologista, conservatore del patrimonio artistico, disegnatore urbanistico e paesaggistico. Insomma, fu un artista completo.
Per le sue opere, oggi disseminate per tutta l’isola, ma anche e soprattutto per il progetto di conservazione del patrimonio culturale e ambientale che mise a punto e realizzò per Lanzarote, seppe distinguersi.
Fece in modo che il bel paesaggio lunare dell'isola non venisse mai inquinato da cartelloni, manifesti e insegne pubblicitarie. Tant’è che oggi non se ne trovano per le strade di Lanzarote. E poi le case nei centri abitati: volle che tutte fossero bianche, al massimo di due piani.
Pur riconoscendo la necessità di creare centri per il turismo, che grazie a lui diventò (ed è tutt’ora) la principale risorsa dell’isola, fece costruite le strutture preposte all’accoglienza e al divertimento dei turist solo in determinate aree, lasciando intatte quelle più brulle e selvagge.
Con un chiaro e definito progetto estetico promosse, quindi, uno sviluppo urbanistico in armonia con la natura, impedendo di deturpare il paesaggio con costruzioni che non sarebbero state in linea con l’anima (vulcanica) dell'isola. Il suo scopo, infatti, era di contribuire alla tutela del territorio in una logica di sviluppo turistico.
Nella sua concezione la natura è già di per sé un’opera d’arte meravigliosa, e per questo non ha bisogno d’altro che di una bella cornice intorno. Ecco perché non costruì mai nulla, bensì trasformò i luoghi preesistenti, riadattandoli, convertendoli in qualcos’altro e rendendoli fruibili a tutti.
Ne sono un esempio, la sua casa di Tahiche (oggi un museo, visitabile‚ che raccoglie sculture, dipinti e progetti architettonici di grande integrazione con la natura vulcanica dell'isola); il Jameos del Agua, attuale sede della Fondazione César Manrique; il Jardín de Cactús; il Mirador del Rio e la Cueva de Los Verdes (di questi ultimi due vi parleremo sotto).
Grande merito, quindi, a César Manrique, ma anche a chi gli permise di concretizzare il suo progetto ribattezzato Arte-Natura/Natura-Arte: gli abitanti dell’isola, che rispettarono sempre le sue idee consentendogli sempre di esprimerle e realizzarle.
Ammirate il panorama bevendo un caffè dal Mirador del Rio
Siamo nel nord dell'isola. Qui, dove al tempo della faida tra spagnoli e americani per il controllo di Cuba c’era un bunker, César Manrique ha realizzato un mirador - un belvedere - che toglie il fiato.
Su una scarpata alta circa 475 metri, la Batería del Río, si può ammirare una delle viste panoramiche più suggestive di Lanzarote: il Parco Naturale dell’Arcipelago Chinijo e il Promontorio di Famara, con l’isola La Graciosa in primissimo piano (nella foto sopra). Sullo sfondo si vedono il Montana Clara e la Roque del Oeste, e ancora oltre la più lontana Alegranza.
L’interno dell’ex bunker è un piccolo gioiello di buon gusto e raffinatezza. Qui l’artista spagnolo ha curato lo spazio in ogni dettaglio: ha creato due vetrate, concave orizzontalmente e leggermente oblique verticalmente, che aumentano l’effetto della visione panoramica; posizionato arredi, lampadari e ceramiche; e realizzato una scala, una delle sue tanto amate scale a chiocciola, che porta alle due terrazze esterne dove la vista è davvero impagabile e si ha l’impressione di trovarsi sulla poppa di una grande nave.
Fate un "Viaggio al centro della terra" nella Cueva de Los Verdes
La Cueva de Los Verdes è un tunnel naturale, una galleria vulcanica scavata nella roccia durante l’eruzione del Vulcano Corona. È percorribile a piedi per una parte (due dei circa sei chilometri della sua lunghezza) e attraversarla è come fare un viaggio al centro della terra.
L’ingresso è consentito solo in piccoli gruppi accompagnati da una guida. Esclusi i primi metri, anche se sottoterra il percorso non è claustrofobico. Come sul set di un film di fantascienza, ci si trova immersi in un ambiente surreale, tra grotte, sculture di roccia (goterones, in spagnolo), gallerie, labirinti e lagune. C’è anche un auditorium, dove l’acustica perfetta rende possibile la messa in scena di concerti, reading, spettacoli teatrali. E a rinfrancare il visitatore durante la visita, ci pensa il cosiddetto Soffio di Dio, una brezza fresca e delicata che si incanala dalle piccole fessure nella roccia e percorre il tunnel facendosi sentire e apprezzare di più in alcuni tratti.
Vivete un’esperienza da 2001: Odissea nella Spazio nel Parco Nazionale di Timanfaya
Nel '68 il regista Stanley Kubrick scelse (non a caso) Lanzarote per girare alcune scene del suo film cult: 2001: Odissea nello spazio. Molte delle quali, nel Parco Nazionale Di Timanfaya, uno dei simboli più rappresentativi del paesaggio vulcanico dell’isola.
Lo si attraversa con un minitour guidato in pullman, lungo sentieri che svelano coni vulcanici e muri di lava cristallizzata. Non ci sono né case né persone, solo silenzio, il sibilo del vento e quell’esplosione di colori intensi che caratterizzano l’isola e qui si trovano in massima concertazione: le variazioni di rosso, marrone e giallo della roccia, il nero della sabbia lavica, il verde vivo dei cactus che quando fioriscono somigliano a sculture, e quello più pallido dei licheni che ricoprono le pietre.
Il tour si conclude con una sosta al ristorante El Diablo, costruito dall’architetto Manrique.
Godetevi il mare (tutto l’anno)
Lanzarote è anche spiagge, mare, sole, relax, il tutto ancora più edulcorato dal clima perfetto per buona parte dell’anno.
Ci sono spiagge vulcaniche di sabbia nera, dov’è meglio non camminare a piedi scalzi per non scottarsi i piedi, e altre di sabbia bianca. Ce ne sono di più ventose, perfette per i surfisti, per lo più sulla costa ovest, come Famara, e di più tranquille per chi vuole crogiolarsi al sole e nuotare in sicurezza. Tra queste, a sud-ovest dell’isola, sulla Costa del Papagayo, ci sono la Playa del Papagayo, Playa Mujeres, la Caleta del Congrio e la Playa del Pozo. E sempre sulla costa sud, Playa Dorada, una caletta riparata con diversi ristoranti e localini e un centro diving attrezzato.
Nella parte nord di Lanzarote, tra la costa Teguise e Orzola, prevalgono le spiagge di sabbia bianca naturale, tra cui Playa Caleton Blanco, Caletta del Mojon Blanco, Cala de Punta Pietra (tutte spiagge libere e non attrezzate). E per chi cerca il mare in città, c’è la lunga spiaggia di El Reducto, ad Arrecife, la capitale, tra le più affollate ma perfetta per chi vuole stare comodo sul lettino e sotto l’ombrellone, con docce e bagni, ristoranti e locali a portata di mano.
Visitate la spiaggia (più) nera dell’isola
Tra le spiagge di sabbia nera, merita una visita El Golfo. Per la bellezza dell’arenile e la potenza con cui l’Oceano scarica tutta la sua energia contro gli scogli poco distanti dalla riva, ma anche per il lago di acqua salata color verde smeraldo - Charco de los clicos - e il tradizionale villaggio di El Golfo, nel municipio di Yaiza.
... E la casa museo di Cesar Manrique
Oggi museo, la casa dove Manrique visse a Lanzarote rispecchia appieno la sua concezione di arte in armonia con la natura. Si trova nella pittoresca cittadina di Haría, nel Nord di Lanzarote.
Adagiata su una colata lavica è composta da diversi ambienti disposti su più livelli. Ariosa, luminosa, immersa in un giardino di palme: seppur separati da muri e vetrate, l’interno e l’esterno sono in continuità tra loro, l’uno l’emanazione e il prosieguo dell’altro, con il risultato che ogni spazio si offre accogliente, sereno, confortevole oltre che di grande impatto estetico.
Degustate i vini locali che crescono nella terra nera
Piante di vite verdissime, che crescono in orizzontale in letti di sabbia nera circondate da una specie di muretto a semi-cerchio che le protegge dal vento: sembra uno scenario incredibile, anche visto dal vivo. Eppure a Lanzarote è così: in terreni apparentemente inadatti alla coltivazione crescono vitigni da cui si ricava un buon vino locale.
La regione più vocata alla produzione di vino è la Geria. Il vino prodotto è per il 75% vino Malvasia, una delle uve più vecchie al mondo. Nella zona ci sono numerose Bodegas, aziende vinicole dov’è possibile partecipare a percorsi guidati e degustazioni.
A proposito di Galaxy X Flip4, per chi non vuole limiti di nessun genere
Il piccolo pieghevole di Samsung Galaxy Z Flip4 sfrutta il suo desiderabilissimo design a conchiglia per offrire nuove modalità di utilizzo che nessun altro smartphone può vantare: grazie alla FlexCam versatile, infatti, per girare video o scattare selfie di gruppo da diverse angolazioni senza usare le mani è sufficiente piegare parzialmente Z Flip4.
Si possono scattare selfie senza aprire il telefono, con la fotocamera posteriore: il display esterno mostrerà l’anteprima in tempo reale. Col mirino a schermo intero si può tenere tutto sotto controllo a distanza, e basta un tocco per vedere le proporzioni originarie e verificare il contenuto dell’inquadratura.
Ma le potenzialità che offre per esprimersi senza limiti iniziano ben prima, grazie alle nuove modalità di personalizzazione del dispositivo: oltre ai 4 colori (Bora Purple, Graphite, Pink Gold e Blue) a finitura sfumata del vetro che crea un morbido contrasto con la brillantezza lucida della cornice in metallo, scegliendo la Bespoke Edition si può scegliere il mix cromatico che si preferisce, colorando una parte o l'altra della conchiglia.
Si usa chiuso, si usa aperto, e ha un impeccabile display da 6,7 pollici con Vetro ultrasottile che assicura oltre 200.000 aperture e chiusure.
Per chi ama immortalare h24 tutto ciò che lo circonda, Z Flip4 ha una sorpresa chiamata Nightography, che permette di far risaltare i dettagli anche al buio grazie ai pixel più grandi sulla fotocamera grandangolare.
E per i video? Nessun problema. È stata potenziata la stabilizzazione ottica delle immagini (OIS) e la stabilizzazione video (VDIS), per registrazioni fluide e stabili. Mentre la Super Night Solution limita il rumore regalando immagini nitide anche in piena notte.
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