Per chi cerca una meta di mare, la Grecia è sempre un'ottima idea, ma dove andare in Grecia per evitare le solite affollatissime mete? La penisola Calcidica probabilmente è la risposta giusta: buon cibo, bei paesaggi e un mare da sogno.
Le spiagge più belle della Grecia infatti sono nella penisola Calcidica, Halkidiki, che vanta infatti il numero maggiore di Bandiere Blu (96) del paese, merito di un’acqua pulita e cristallina.
Ma non solo mare, la penisola Calcidica è anche misticismo grazie ai monasteri ortodossi del Monte Athos a picco sul mare.
A perdita d’occhio si incontrano campi di lavanda, oliveti e vigneti oltre a una macchia mediterranea dagli inconfondibili colori e profumi.
E a proposito di profumi (e sapori), a tavola la Halkidiki regala grandi gioie con una cucina autentica e gustosa a base di pesce freschissimo servito in taverne a conduzione familiare.
Capito perché la penisola Calcidica, conosciuta anche come le ‘tre dita’ per via della sua forma geografica, è la meta ideale?
Ecco tutti i dettagli per organizzare la partenza.
Dove andare in Grecia: le spiagge più belle sono nella penisola Calcidica
(Continua sotto la foto)

Come arrivare nella penisola Calcidica
Terra natia del filosofo Aristotele, nato a Stagíra nel 384 a.C, la penisola Calcidica è ancora poco nota agli italiani.
Lontana, e non solo geograficamente (si trova nel nord est del paese), dalla solita immagine che balza agli occhi pensando alla Grecia delle Cicladi con le sue casette bianche e azzurre.
Nulla togliere a Santorini&co ma l’Halkidiki, regione formata da tre piccole penisole che si protendono sotto Salonicco – Kassandra, Sithonia e Athos, (ecco il perché delle tre dita) – ha moltissimo da offrire.
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Mare tropicale, paesaggi bucolici tra oliveti e vigneti, una cucina che rispetta davvero la tradizione senza doversi adattare al gusto dei turisti, borghetti incantati dove passeggiare tra viuzze acciottolate e la spiritualità del Monte Athos con i suoi affascinanti monasteri ortodossi ed eremi.
Raggiungere la penisola Calcidica dall’Italia è molto facile: ci sono voli diretti su Salonicco sia da Roma che da Milano con Ryanair e Aegean Airlines.

L’isola di Ammouliani
Una volta atterrati a Salonicco, Thessaloniki, si può affittare la macchina e raggiungere in poco più di un centinaio di chilometri il porto di Tripiti.
Da qui ci si imbarca su battelli che in quindici minuti di navigazione portano ad Ammouliani, una piccola e graziosa isola di pescatori (4,5 km²).
D’estate si anima in particolare di un turismo interno che ne apprezza la tranquillità, le baie dall’acqua trasparente e soprattutto l’aria familiare che si respira per le sue stradine, nelle taverne e negli alloggi come l’Hotel Sunrise.
La struttura, portata avanti da mamma e figlia, si trova a breve distanza dal porto e dispone di stanze semplici e curate con vista sul golfo del Monte Athos.
Una delle sue spiagge più belle è Karagatsia beach che si raggiunge in neanche dieci minuti di macchina dal centro: in una piccola baia, sembra quasi una piscina naturale ed è attrezzata con bar, lettini e ombrelloni.
Altre bellissime spiagge di Ammouliani sono Alikes, Megali Ammos, Ai Giorges, Faka, Tsaska e Nisakia.

A cena un’ottima soluzione è il ristorante dell’Alikes camping dove assaggiare la cucina dei profughi greci dell’Asia Minore, oltre che deliziarsi con aragoste giganti pescate al mattino nelle acque dell’isola.
E Ammouliani per la sua vicinanza al Monte Athos (Ágion Óros) è proprio la base di partenza per visitare questa repubblica monastica autonoma, sotto la sovranità dello stato greco ma amministrata dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.

I monasteri del Monte Athos
La premessa da fare è che non è possibile sbarcare sul territorio del Monte Athos se non a due condizioni: essere pellegrini di sesso maschile (le donne non sono ammesse così come ogni specie animale di genere femminile) e aver richiesto uno speciale permesso (diamonitirion) all’Holy Executive οf the Holy Mount Athos Pilgrims' bureau con mesi di anticipo.
Sono millenni che quest'area (Patrimonio dell’Umanità Unesco) è amministrata da una comunità di religiosi ortodossi e abitata da monaci, eremi e asceti.
Il motivo per cui le donne non vi possono accedere è per preservarne la santità: solo la Vergine Maria ne ha avuto accesso finora.
Alcuni di questi monasteri hanno le sembianze di fortezze difensive tardo-bizantine come quello di Simonopetra e di Grande Lavra.
Quest’ultimo è il più antico e il più grande dello stato monastico e ospita una biblioteca con la terza più grande collezione di manoscritti bizantini al mondo.
Ma c’è un modo per ammirare i monasteri ortodossi del Monte Athos (in totale venti) costruiti nei secoli su scogliere e in cima a rilievi ricoperti da una fittissima vegetazione di querce, castagni e abeti: via mare.
I traghetti partono dal porto di Ouranoupolis (dal greco, città del cielo) e arrivano in un’oretta e mezza fino al monastero di Agiou Pavlou – il più a sud del versante occidentale del terzo dito – da dove si può ammirare anche la vetta sacra che da il nome al territorio, il Monte Athos (2.033 metri).
Ad Ouranoupolis non mancate di fotografare la torre bizantina di Prosforios, datata 1344, e di provare la squisita cucina del ristorante Lemoniadis proprio sul corso.

Cosa mangiare in penisola Calcidica
Una tappa a Nea Gonia (una quarantina di chilometri da Salonicco) merita se non altro per una visita al Marianna’s Vineleaves, vigneto che non produce neanche una singola goccia di vino ma che rende la materia prima di uno dei piatti simbolo della cucina greca.
Con le foglie di vite vengono realizzati infatti i dolmadakia, involtini di foglie di vite in salamoia ripieni di riso, prezzemolo, origano, cipolla, menta, aneto, limone, sale e pepe serviti in tavola come orektita (antipasto).
Oltre alla possibilità di camminare tra i filari, i visitatori possono anche sbirciare il laboratorio che è aperto alle visite e imparare a realizzare i dolmadakia con le proprie mani.

Da qui in una ventina di chilometri d’auto, non prima di aver attraversato una campagna con distese di lavanda neanche fosse la Provenza, si raggiunge Nea Moudania: qui si trova la taverna Erodios, direttamente affacciata sul porticciolo.
Semmai aveste sottovalutato la cucina greca qui avrete l’occasione per ricredervi: oltre a tzatziki, dolmadakia, fritti e vari tipi di insalate, viene servito ottimo pesce alla griglia tra cui calamari, gamberoni e polpo (proprio l’htapodi, grande protagonista della gastronomia ellenica).

Spostandosi nel secondo dito, Sithonia, si può andare a visitare un uliveto e fare degustazioni di olio extra vergine di oliva organico nell’azienda di Dimitris e Andreas Tsikouris, Thallon (dal greco ramo di oliva).
La Grecia è infatti uno dei maggiori produttori al mondo di olio di oliva – nel paese se ne coltivano circa quindici varietà, quella dei fratelli Tsikouris è la Chondroelia Chalkidikis – e il loro prodotto si contraddistingue per l’alto tasso di polifenoli, importanti antiossidanti naturali.

Non solo olio, formaggi e vini. La penisola Calcidica è la prima produttrice di miele del paese: motivo per cui si può diventare apicoltori per un giorno con Passion Honey, realtà a stampo familiare che produce miele biologico e organizza visita alle arnie (più di duecento) dell’Apis mellifera macedonica, presidio Slow Food, nella zona di Cholomontas dove crescono castagni, querce, pini e piante aromatiche.
Aceto di miele agrodolce, miele di quercia, miele di erica, miele con nocciola: alcuni dei loro prodotti.

A Sithonia un aperitivo o un cocktail rinfrescante è l’occasione per visitare Nikiti, dall’aria di piccolo borgo di campagna.
Le sue viuzze strette fatte di ciottoli si inerpicano su e giù per il paese e dopo una bella passeggiata con la vista che si perde nel verde circostante ci si può accomodare ai tavolini di Barcarolla.
Continuando l’esplorazione del secondo dito e spingendosi quasi alla sua fine c’è una delle taverne più buone di tutta la Calcidica, ideale per una cena romantica: Boukadoura, terrazza che affaccia su Elia beach portata avanti da oltre vent’anni da Giota Koufadaki.
Padrona di casa accogliente e cuoca eccezionale, Giota è tanto premurosa verso i suoi ospiti quanto desiderosa di far scoprire i veri sapori ellenici.
L’atmosfera è rilassata e raffinata tra legno, lino, ceste di vimini, fiori: imperdibile.
Se invece non aveste abbastanza tempo per addentarvi nel cuore della Sithonia fermatevi a Ormos Panagias.
Da Avra by the sea si mangia, con i piedi nella sabbia, una cucina squisita a due passi dal mare.

Le spiagge più belle
Sulla costa est del secondo dito si incontrano bellissime spiagge come quella di Karidi, vicino al villaggio di Vourvourou: non a caso è considerata una delle più belle di tutta la Sithonia con le acque dalle sfumature turchesi e la fitta vegetazione di macchia mediterranea e pini marittimi.
E proprio a breve distanza si trova l’elegante 4 stelle Ekies All Senses Resort: camere in stile minimal chic, una piscina circondata da un verdissimo giardino, bar e ristorante sulla spiaggia (attrezzata) che serve una cucina greca moderna a cura dello chef Dimitris Pamporis.
Altre spiagge stupende nei dintorni sono Livrochio, Lagonissi, Fava, Platanitsi, Goa, Agridia, Klimataria, Kiaritsi e Toroni.
Il versante opposto del secondo dito non è da meno: segnatevi Koviou beach (in foto), caletta dalle acque placidi e trasparenti.
Anche la spiaggia di Elia, a una decina di minuti in macchina, è una vera meraviglia: di fronte c’è l’Athena Pallas Village, molto comodo perché ne ha l’accesso diretto.
L’hotel dispone anche di piscine, mini club e sala giochi: ecco perché può essere la soluzione ideale per le famiglie.
I più grandi ne potranno apprezzare l’offerta gastronomica, soprattutto al ristorante Lemoni che serve cucina greca con grigliate di carne memorabili.
Altre spiagge sulla costa occidentale di Sithonia tutte da esplorare sono Agios Ioannis, Kalogria, Lagomandra e Spathies.
Ma una soluzione per vederne quante più possibile è affidarsi a Nakis Georgiadis, ex manager e oggi titolare di Luxury Sport Cruise: non solo affitta barche e gommoni ma organizza anche uscite alla scoperta di lidi e calette nascoste.
(Foto: Beatrice Tomasini e Visit Halkidiki)
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