I panini più buoni di Milano si mangiano qui

Culla del movimento dei paninari degli anni Ottanta, Milano ha trasformato il panino in un fenomeno culturale, e ancora oggi i panini più buoni di Milano sono delle istituzioni.
Pranzo rapido ma gustosissimo ed equilibrato, ecco dove andare per assaggiare i panini più buoni di Milano.
** Pausa pranzo a Milano: i locali più buoni di ogni zona **
Dove mangiare i panini più buoni di Milano
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Bar Quadronno
Pare sia stata la prima paninoteca ufficiale di Milano, fondata nel 1964.
Situato in zona Crocetta, offre panini con farciture di alta qualità, con l’utilizzo di diverse specialità regionali come il prosciutto di cinghiale, la spianata calabra e la coppa.
Consuma 20 kg di pane al giorno ed è aperto dalle 7 del mattino alle 2 di notte, chiudendo solo a Natale, Pasqua e per 15 giorni a Ferragosto.
De Santis
La storica sede di De Santis in corso Magenta mantiene il fascino degli anni Ottanta di Milano, anche se l'ex piccola paninoteca è diventata un brand, con una filiale glam nella food hall della Rinascente.
L'estetica del panino è sempre la stessa: lungo, stretto, tostato alla piastra, croccante e ben farcito. La scelta è infinita, tra opzioni classiche e varianti più innovative.
Katsusanderia
Milano è il regno del fusion e delle contaminazioni culinarie; quindi, non potevano mancare i panini di Katsusanderia.
Il nome deriva dalle parole Sando (due fette di pane) e Katsu (cotoletta).
Qui si assaggiano i famosi panini giapponesi composti dal shokupan (pane al latte giapponese), fatto in casa e ripieni tanto originali quanto buoni.
La cristalleria
Si trova in Chinatown, questo locale che si chiama così perché qui viene usato pane di cristallo, leggero e molto croccante, inventato del panettiere Jordi Nomen, nel 2004 a Barcellona.
Si tratta di un impasto ad altissima idratazione, con una mollica molto leggera e la crosta croccante al punto da produrre al morso un suono di cristalli in frantumi.
Tra le specialità quello con il pastrami, disponibile in due varianti
La michetta di Davide Longoni
La michetta è uno dei simboli più amati e nostalgici di Milano e, a questo proposito, non si può non citare Davide Longoni, il celebre panificatore con sette negozi all’attivo nel capoluogo meneghino.
Longoni ha reinterpretato l'impasto, riportandolo alle origini, con farine piemontesi provenienti da Molino Sobrino e farine certificate biologiche, che conferiscono al prodotto una struttura meno soffiata e più morbida rispetto alla michetta degli anni ’70.
In vendita presso la sede del Mercato Centrale, e presto in tutti i negozi del Panificio, la farcitura delle michette varia in base alla stagionalità, tra abbinamenti tradizionali e altri più ricercati, sempre con le eccellenze italiane di filiera selezionata.
Neat Burger
La catena di fast food vegani di Lewis Hamilton e Leonardo DiCaprio è finalmente arrivata in Italia.
Aperto verso la fine dell’anno, si trova all'interno del nuovissimo centro commerciale Merlata Bloom, nel distretto di Cascina Merlata.
La catena, fondata nel Regno Unito, è famosa per i suoi panini vegani e ha riscosso enorme successo a livello globale.
Nel progetto è coinvolto anche l'italiano Tommaso Chiabra di Beyond Meat, noto produttore di alternative vegetali alla carne e ai prodotti caseari.
Oh my crunch
Il nome è onomatopeico, infatti sin dal primo morso è friabile e croccante, insomma crunchy.
I suoi panini sono nati in seguito a mesi di ricerca e sperimentazione, culminati in un impasto con idratazione superiore al 100% che crea un'alveolatura unica.
Il pane, sottile e leggero, lascia spazio agli ingredienti gourmet e di alta qualità, selezionati in tutta Italia e con qualche tocco internazionale.
Preparati al momento, sotto il segno della croccantezza, questi panini non necessitano di combinazioni elaborate: sono semplicemente deliziosi. Oh My Crunch, è in Brera e in Piazza Risorgimento.
Il panino giusto
Nato nel 1979, ha ampliato la sua presenza internazionale grazie alla generosità e alla qualità delle sue farciture.
Il Crocetta, dal 1982, è un altro punto di riferimento.
In ogni panino c’è la perfetta combinazione tra qualità delle materie prime ed eccellenza dei Maestri del Panino: un'autentica passione per l'artigianalità.
Porco brado
Nel cuore del quartiere Isola, offre una michetta extra large farcita con cinta senese di qualità, allevata in proprio in una fattoria di Cortona.
Dopo essere stata affumicata e marinata, la carne viene cotta per diciotto ore in un barbecue con legno di quercia toscano, conferendo sapori e profumi intensi.
Il pane antico di Grano Verna, trattiene tutti i succhi della farcitura e le diverse salse.
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In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.
Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.
In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP
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Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate.
Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.
Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.
E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.
Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella.
Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.
Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.
Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.
Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).
E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!
Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo.
Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95
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