Cos’è la kombucha e perché in USA la bevono tutti

Claudia Ricifari

Antico tonico orientale, ecco cos’è la Kombucha e perché è amata dalle celebrity e da chi conduce uno stile di vita sano

Il mercato delle bevande analcoliche non è mai stato così florido. Ormai è cosa nota che quella del no alcol sia una tendenza sempre più affermata, come dimostra il proliferare di nuovi soft drink e di versioni di birra senza gradazione alcolica. Forse, però, non avete ancora sentito parlare di Kombucha.

Si tratta, in realtà di una bevanda di origini antichissime, che oggi è tornata in voga soprattutto negli Stati Uniti e in Australia.

Solo il Nord America, infatti, consuma il 38% della produzione mondiale e si stima che entro il 2029 il mercato possa arrivare a valere 13,41 miliardi di dollari.

In Italia se ne sente parlare ancora poco, ma sono tanti i giovani che hanno scelto di puntare sulla Kombucha per avviare nuove attività. Tra questi Stefano Zamboni, founder di Legend Kombucha, azienda veronese nata nel 2018.

“Il mio primo incontro con la è stato in California. Lì ho scoperto questo antico tonico dalle numerose proprietà benefiche e me ne sono innamorato. Dopo un’esperienza lavorativa in una famosa brewery in Spagna, ho deciso di aprire la mia azienda in Italia con l’obiettivo di realizzare la kombucha più buona possibile, rispettando la tradizione senza scendere a compromessi”.

Cos’è la kombucha

Leggenda narra che il tè kombucha nasca tra il 220 e il 210 a.C., durante il regno dell’imperatore cinese Qin Shi Huang. Soprannominato tè dell’immortalità si sarebbe poi spostato via via per tutto Oriente, arrivando infine in Russia e e Germania nel primo dopoguerra. Da lì la diffusione nel resto d’Europa.

Anche l’etimologia non è del tutto comprovata. La versione più nota è quella secondo cui un medico coreano chiamato Kombu, la portò all’imperatore giapponese Ingyō nel 414 d.C. Quest’ultimo la portava con sé ovunque, persino in battaglia, convinto che gli desse maggiore energia e lo aiutasse a risolvere i suoi problemi intestinali. Da qui, vista l’efficacia del rimedio naturale, il “tè del dott. Kombu”, Kombu-cha.

Come si prepara

Gli ingredienti fondamentali sono: acqua, tè, zucchero, starter e lo SCOBY (Symbiotic colony of bacteria and yeast), ovvero una coltura di batteri e lieviti.

Descritto erroneamente come un fungo, lo SCOBY è la chiave per creare la Kombucha. Aggiungendolo, crea una pellicola di batteri buoni, che si moltiplicano. Questi “mangiano” lo zucchero e crescono fino a coprire il tè e creare una protezione dagli agenti esterni, prevenendo anche la fuoriuscita di CO2. Dopo 2-3 settimane la bevanda sarà pronta.

Esistono diversi libri che spiegano bene (sicuramente meglio di noi) tutta la procedura. In alternativa, potete trovare dei workshop ad hoc. Esistono agriturismi e scuole vere e proprie in cui poter imparare. Una di queste è Cultura Viva Kombucha di Collazzone (PG), una scuola nata proprio nel contesto di un’azienda agricola biologica.

Perché la kombucha fa bene

Tutto dipende dalla presenza dei batteri buoni, che grazie alla fermentazione producono enzimi che aiutano l’organismo a mantenere il suo equilibrio. Questi i benefici dunque:

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