12 super indirizzi dove mangiare all'aperto a Roma

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In terrazza, nei dehor, o nei cortili nascosti di antichi palazzi nascosti: ecco dove mangiare all'aperto a Roma

Quando si vuole mangiare all'aperto a Roma non c'è che l'imbarazzo della scelta.

Ci sono i giardini di ristoranti tradizionali in stile urban, come quello del Collettivo Gastronomico Testaccio (una delle migliori amatriciane in città), oppure l'elegante cortile nascosto e silenzioso di Caffè Doria, all'interno di un palazzo storico.

E ancora: a L'Orto di Alberico e da Vivi Bistrot si può scegliere se stare seduti coi piedi sotto al tavolo o se metterli sull'erba e gustarsi un pic-nic.

Sono solo alcune delle proposte per mangiare all'aperto a Roma.

Ce n'è per tutti i gusti (e per tutte le tasche): chi cerca un posto più chic può puntare ai piatti di Beverly e di Cugino, che portano con la mente in California.

A Borgo Pigneto, invece, si può scegliere tra diverse aree: la Locanda, per esempio.

Naos ha uno spazio all'aperto all'avanguardia e uno al chiuso che sembra un museo d'arte contemporanea (per gli ansiosi che devono sempre avere un piano B).

Volete stupire partner e amici? Portateli da Zuma, ristorante giapponese e fusion in cima all'iconico Palazzo Fendi.

E per un tocco internazionale ecco il Six Senses e il rooftop della catena Unahotels a Trastevere.

E c'è anche un fuori porta, per chi ama il tartufo e lo cerca tutto l'anno.

Dove mangiare all'aperto a Roma

(Continua dopo la foto)

borgo della mistica

Borgo della Mistica (Torre Spaccata - Torre Angela)

Pareti rosse, interni in metallo zincato, l’Acquedotto Alessandrino, gli ombrelloni candidi e la piscina. Borgo della Mistica, nella periferia est romana, significa campagna e città insieme e propone pasti a base di prodotti stagionali impreziositi da una cantina di vaste proporzioni.

Supplì, taglieri, primi della tradizione, poi burger, proposte vegane: pochi piatti ben fatti. C’è anche la pizza. 

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Naos (Ponte Milvio)

Non è solo un ristorante greco contemporaneo. Naos è un concept space che promuove design, arte, musica e, ovviamente, gastronomia.

Lo spazio al chiuso non manca — e sembra quasi un museo — ma il punto di forza è lo spazio all’aperto.

Da non perdere tra le portate alla carta la selezione di sapori greci. Diverse le portate anche per chi non ama pesce e carne. In chiusura è imperdibile la frozen greek cheesecake.

Elio Roma

Elio (Parioli)

All’interno dell’hotel Hoxton c’è un piccolo cortile dove gustare le portate pensate dalla chef di SantoPalato e Avanvera, Sarah Cicolini. Accanto a lei, l’head chef Alessandro Stefoni.

Dalla colazione al brunch del weekend, dal pranzo o cena in famiglia fino all’aperitivo con gli amici, ogni momento è buono per condividere, grazie anche alle porzioni maxi (sì, anche di dolci): divertenti e nate proprio per essere divise. 

Tra i piatti: supplì al telefono, panzanella con aggiunta di tonno e ancora linguine, salsa di datterini e peperone giallo, alici marinate e peperoncino, infine il maritozzo con crema diplomatica. Nel brunch: pane con olio, aglio e pomodoro cuore di bue in formato extra large.

Borgo Pigneto copia

Borgo Pigneto (Pigneto)

Ci sono il chiosco, l’area pic-nic, la mansarda, il salotto e tanto verde. Borgo Pigneto, che sorge intorno alla storica Villa Lauricella, è uno spazio perfetto per chi vuole mangiare all’aperto scoprendo ogni volta una proposta diversa.

Si possono assaporare arrosticini di pecora, insalate, puccia farcita, veggie Burger, patate alla piastra oppure taglieri, millefoglie di parmigiana, mezzo pacchero con crema di cime di rapa, spaghetto cacio e pepe con crudo di gambero e secondi all’italiana.

Il tutto tra prato, tovaglie a quedri e l’impressione di essere fuori città.

vivi bistrot

Vivi bistrot (Monteverde)

All’interno di Villa Pamphilj, è l’indirizzo giusto (ma bisogna prenotare con molto anticipo) per una colazione, un brunch, un pranzo, una merenda, un aperitivo o una cena nel verde, dopo aver fatto una lunga passeggiata tra prati, pini e fontane.

Tra tovaglie in paglia e fiori si possono gustare anche diversi piatti vegetariani e vegani.

Diverse le dolcezze homemade per chi ama torte e cioccolato. Si può ordinare anche un pic-nic da gustare nel parco.

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Vista Trastevere roof bar & restaurant (Trastevere)

All’interno dell’Unahotels di Trastevere, questo rooftop nel cuore dell’omonimo quartiere è arredato in stile mediterraneo, con tonalità pastello e profumi agrumati.

Sulla carta, piatti che vanno dalla colazione all’after dinner, con proposte di cucina regionale e nazionale, con qualche incursione internazionale.

La vista? Semplicemente da togliere il fiato.

Notos Six Senses Roma

Notos al Six Senses (Centro)

Il primo Six Senses d’Italia ha inaugurato anche una delle terrazze più affascinanti della città: Notos, che si sviluppa tra vista panoramica, un orto di erbe aromatiche, ceramiche in terracotta e sdraio.

Il menu del ristorante (Bivium) vanta ricette con ingredienti locali, carni allevate in fattoria, pesci pescati con la lenza, prodotti provenienti da piccole realtà agricole.

Non mancano crudi e prodotti di caffetteria, poi drink e finger food per l’aperitivo.

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Zuma (Centro)

È una delle terrazze più eleganti di Roma. Si trova in cima all’iconico Palazzo Fendi. Ci si può fermare per un brunch, un aperitivo oppure per un pasto principale.

Il menu è giapponese con incursioni fusion e accontenta tutti i palati.

Da non perdere il manzo di wagyu scottato con ponzu al tartufo, come anche i maki rolls vegetariani.

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Caffè Doria (Centro)

Se cercate un posto dove mangiare all'aperto a Roma senza uscire dal centro, Caffè Doria è un bistrot e cocktail bar in perfetta armonia tra contemporaneità e classicismo all'interno dello storico palazzo Doria Pamphilj in via del Corso.

Il menu si articola in colazione, pranzo, aperitivo e spazia dalla carne al pesce, passando per portate che accontentano anche chi non mangia nessuno dei due.

(credit foto: Andrea Di Lorenzo)

collettivo gastronomico testaccio

Collettivo Gastronomico Testaccio (Testaccio)

Un’oasi di verde a Testaccio davanti al mercato rionale e accanto al Macro e alla Città dell’Altra Economia.

La cucina è prettamente territoriale, con poche ma gustose incursioni che la stagione consente. Tra i piatti che vanno per la maggiore, comunque, ci sono i primi romani, come anche i carciofi fritti o la vignarola.

Da non perdere anche la padellaccia di maiale brado del viterbese con tzatziki alla mentuccia romana. Menzione d'onore per sua maestà l'amatriciana.

orto di alberico

Orto di Alberico (Fiorano-Fioranello)

Nell’estrema periferia romana e non lontano dall’aeroporto di Ciampino, L’Orto di Alberico è la location perfetta per chi ama vino e natura.

Il pranzo è con prodotti “a metri venti” e si può scegliere tra la formula “a tavola” o pic-nic. I piatti? Cambiano ogni settimana, a seconda della stagionalità dei prodotti. 

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Osteria di Maccarese (fuori porta, Fiumicino-Maccarese)

È un fuori porta e si trova, come s’intuisce, a Maccarese. Pochi chilometri dalla Capitale, ma verso il mare, per poi finire nell’entroterra del Comune di Fiumicino.

Qui i protagonisti sono tartufi, carni e prodotti rigorosamente locali, dai salumi ai formaggi, fino alle verdure fresche.

Il tutto è infiocchettato da una location rustica ma chic, sotto a un dehor con vista palme e pietra.

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In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

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Il piatto delle Feste per eccellenza vi stupirà: ecco perché.

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.

Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.

In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

(Continua sotto la foto)

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Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate. 

Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.

Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.

E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.

Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella. 

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Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.

Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.

Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.

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Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).

E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!

Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo. 

Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95