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Lifestyle

Chicco e Coni: lo sport in gravidanza (fatto in sicurezza) fa bene a mamma e bimbo

Chicco e Coni: lo sport in gravidanza (fatto in sicurezza) fa bene a mamma e bimbo

foto di Grazia.it Grazia.it — 21 Maggio 2021
chicco_Navarria_Granbassi_Malago_Bianchedi_De Conto_Quintavalleconi_Navarria_Granbassi_Malago_Bianchedi_De Conto_Quintavalle
Lo sport in gravidanza, in assenza di patologie, non solo non è pericoloso, ma anzi: porta benefici a mamma e bebé. Lo conferma uno studio di Coni e Chicco

CONI e Chicco (Gruppo Artsana) hanno redatto uno studio sugli effetti che l’attività sportiva in gravidanza, e la sua ripresa dopo il parto, hanno sulle atlete professioniste. 

La ricerca è stata condotta su 55 atlete olimpiche che hanno avuto figli durante la carriera agonistica e ha dimostrato che le atlete possono continuare ad allenarsi in gravidanza svolgendo attività sportiva, sotto la supervisione di professionisti, in tutta sicurezza, ritornando poi ad allenarsi e alle gare ad alto livello.

I risultati dello studio mostrano, infatti, che un’atleta su due ritorna agli stessi livelli internazionali, il 40% si posiziona sul podio e il 30% vince una medaglia d’oro.

La ricerca conferma dunque che la scelta consapevole di una gravidanza deve essere tutelata sotto tutti i punti di vista e l’attività sportiva, sia che si tratti di un’atleta che di una donna non atleta, in assenza di patologie, deve essere considerata come uno strumento utile per la tutela della salute della mamma e del neonato.

La vita attiva e l’esercizio fisico durante e dopo la gravidanza, in sicurezza e con il supporto di persone competenti e indicazioni specifiche, significa, infatti, maggior salute tanto per il bambino quanto per la mamma, anche nella ripresa della propria professione.

(Continua sotto la foto)

GettyImages-sport gravidanza

La ricerca

Il mondo della medicina e quello dello sport hanno di recente evidenziato l’importanza di studi sugli effetti dell’attività sportiva in gravidanza e della sua ripresa dopo il parto.

Sulla base dell'esperienza di atlete della squadra olimpica italiana, è stato svolto uno studio per migliorare la conoscenza su questo tema, in modo da trarre conclusioni valide per tutte le donne che desiderano avere un bambino.

I dati ricavati da questa analisi, infatti, potranno essere utili non solo per le atlete di alto livello ma anche per tutte le donne che praticano sport non agonistico.

L’obiettivo è determinare modalità di comportamento idonee nell’ambito dell’attività fisica durante la gravidanza, in modo che le future mamme possano giovare dei relativi benefici sia nel periodo di gestazione sia nel post-partum.

Sono state contattate 55 atlete che hanno partecipato alle ultime cinque edizioni dei Giochi Olimpici (Sydney 2000 – Rio de Janeiro 2016) e hanno portato a termine una gravidanza tornando poi a praticare sport competitivi.

L’andamento della gravidanza è stato valutato in termini di aumento di peso, modifiche nel sonno ma anche problematiche urogenitali, infortuni, dolore lombare, ecc.

Sono stati valutati il numero e la tipologia degli allenamenti eseguiti sia in gravidanza che nel post partum.

Le nuove mamme hanno allattato al seno i propri figli per il 90% dei casi e sono tornate all'attività agonistica in media dopo 7 mesi dalla nascita del bambino, con la prima competizione in media a un anno dal parto.

Il 50,6% delle atlete è tornato alle competizioni di livello internazionale.

Il 40% delle atlete è tornata sul podio.

Il 30% delle atlete ha vinto una medaglia d’oro.

Le conclusioni

Lo studio dimostra che le atlete possono continuare ad allenarsi in sicurezza in gravidanza e dopo il parto con una ripresa graduale se seguite in tutto il percorso.

Molte atlete dopo una gravidanza e con allenamenti studiati e dedicati non solo hanno raggiunto lo stesso livello ma spesso hanno migliorato le loro prestazioni.

Lo studio dimostra, inoltre, che la scelta consapevole di una gravidanza deve essere tutelata sotto tutti i punti di vista e l’attività sportiva, sia che si tratti di un atleta che di una donna non atleta, in assenza di patologie, deve essere considerata come uno strumento utile per la tutela della salute della mamma e del neonato.

La vita attiva/ allenamento durante e dopo la gravidanza, in sicurezza e con il supporto di persone competenti e indicazioni specifiche significa maggior salute tanto per il bambino quanto per la mamma, quindi più forza per tornare alla professione, non solo quella dell’atleta

I dati ricavati sono utili non solo per le atlete di alto livello ma anche per le donne non atlete, per determinare modalità di comportamento in termini di attività fisica, con i benefici noti che questo comporta in gravidanza e nel post-partum. Per questo nel team era presente un preparatore atletico: per stendere schede ed esercizi adatti sia in gravidanza che post partum da effettuare sempre sotto controllo medico.

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Qual è l'obiettivo di questa collaborazione tra CONI e Chicco

Claudio De Conto, Amministratore Delegato di Gruppo Artsana, ha affermato:

«Grazie a questa collaborazione con il CONI partiamo dall’esempio delle atlete per dare un messaggio positivo a tutte le donne: i loro obiettivi professionali e personali non sono e non devono essere incompatibili con la maternità.

Ciascuno di noi può fare la propria parte affinché le donne non si trovino più di fronte a una scelta tra atleta o mamma, perché un’atleta può essere anche mamma. 

Per questo, attraverso il brand Chicco, lanceremo una campagna di sensibilizzazione che trasformerà simbolicamente tutte le ‘o’ in ‘e’ per sostenere ogni donna nell’essere atleta, artista, manager, professionista ‘e’ al tempo stesso anche mamma.

Questa campagna sarà il punto di partenza per dare vita a diverse iniziative volte a supportare le donne con servizi e soluzioni».

© Riproduzione riservata

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