21 libri che tutti dovrebbero aver letto nella vita
I libri da leggere nella vita sono tantissimi, e in generale più se ne legge (di libri) meglio è.
Quelli di cui vogliamo parlare qui oggi però sono quelli fondamentali, quei libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita.
**Tutte le nostre selezioni sui più bei libri da leggere**
Capolavori della letteratura, emozioni e storie che hanno incantato intere generazioni di lettori, entrando inoltre a far parte del tessuto connettivo della società.
**21 film da vedere nella vita (almeno una volta)**
Da Madame Bovary ad Anna Karenina, passando per Dorian Gray e Holden Caufield: le loro avventure hanno segnato l’umanità.
E immedesimarsi in una moglie insoddisfatta dell’Ottocento, in un sedicenne espulso da scuola negli anni Cinquanta o in un clown che non fa più ridere della seconda metà del Novecento, è la magia che solo la letteratura rende possibile e che ci permette di incarnarci in più vite, andando avanti e indietro nel tempo.
**I grandi classici per ragazzi**
**Dodici libri da leggere prima dei 35 anni**
Insomma: ecco i 21 libri da leggere nella vita, elencati in ordine cronologico. Buona lettura e buon viaggio.
21 libri da leggere nella vita (almeno una volta)
(Continua sotto la foto)
21 libri da leggere assolutamente almeno una volta nella vita
1. Madame Bovary, di Gustave Flaubert (1857)
Uno dei primi romanzi realisti, e modernissimo nonostante sia di metà Ottocento, perché racconta ciò che tutti siamo in quanto della specie "homo moderno": continuamente insoddisfatti di ciò che abbiamo e alla ricerca estenuante di una vita migliore.
Emma Bovary è delusa dalla mediocrità del marito e da una vita sterile, così cerca emozioni tra le braccia di amanti.
Le cose le sfuggiranno di mano.
2. Anna Karenina, di Lev Tolstoj (1877)
Anche Anna Karenina racconta di una donna insoddisfatta che cerca conforto tra le braccia di un uomo che non è il legittimo marito, come Madame Bovary.
Però il capolavoro di Tolstoj è un inno all’amore, non al male di vivere moderno.
Anna è divorata dalla passione per il bell’ufficiale Vronskij ma le scelte che farà in nome del romanticismo non fanno i conti con i rigidi canoni sociali del tempo.
3. Il piacere, di Gabriele D’Annunzio (1889)
Andrea Sperelli è un giovane dandy romano che si gode la vita puntando sulla bellezza, in qualsiasi sua forma e declinazione.
Circondato da donne, conquista la contessa vedova Elena Muti da cui però verrà lasciato.
Disperato, si butta tra le braccia prima della perdizione e poi di Maria Ferres.
4. Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde (1890)
Ispirato al celebre Faust di Goethe, il romanzo di Oscar Wilde racconta del protagonista messo a titolo che vende l’anima al diavolo per non invecchiare.
Al suo posto, sarà un suo speciale ritratto custodito in gran segreto a deperire.
La vita che sceglie ha come fil rouge la dissolutezza. Da leggere anche solo per i tanti aforismi eccezionali che assiepano queste pagine.
Il più celebre? C'è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé.
5. La coscienza di Zeno, di Italo Svevo (1923)
Se avete voglia di introspezione e di perdonarvi tutte le vostre nevrosi, allora dovete fare la conoscenza di Zeno Cosini.
Tormentato, nevrotico, alquanto meschino ma così sincero e vero che non si può fare a meno di amarlo.
Se state anche cercando di smettere di fumare, avete motivo in più per leggerlo (con U.S. indica l’ennesima Ultima Sigaretta).
6. La montagna incantata, di Thomas Mann (1924)
Opera ambientata nel sanatorio svizzero di Berghof che segue la trasformazione del giovane protagonista.
Arrivato come visitatore, forte di una rispettabilità borghese e di una presunta salute di ferro, ne esce dopo una degenza di ben sei anni completamente trasformato.
Thomas Mann stesso l’ha definito una ricerca del Graal in forma di romanzo.
7. Il processo, di Franz Kafka (1925)
K. è un impiegato bancario, razionale per sua stessa natura e pragmatico per deformazione professionale.
Un giorno due funzionari del governo si presentano a casa sua e lo dichiarano in arresto, senza spiegargli di cosa è accusato.
Sicuro che si tratti di un semplice malinteso, l’uomo inizia un iter estenuante tra tribunali, interrogatori, avvocati e personaggi criptici, finendo in un vortice di ineluttabilità.
8. Uno, nessuno, centomila, di Luigi Pirandello (1926)
Il capolavoro di Pirandello racconta di un ricco trentenne che si accorge improvvisamente di avere il naso leggermente storto, dopo un’osservazione di sua moglie
Incomincia così un viaggio alla disperata ricerca di distruggere le tantissime immagini che gli altri hanno di lui.
9. Alla ricerca del tempo perduto, di Marcel Proust (1927)
Il capolavoro della letteratura francese, entrato nel Guinness dei Primati come romanzo più lungo della storia (è suddiviso in 7 volumi), nasce dalla più grande sfida a cui l’uomo possa ambire: comprendere l’essenza del tempo per sfuggire dalle sue costrizioni.
Tutto incomincia da una madeleine.
«Basta che un rumore, un odore, già uditi o respirati un tempo, lo siano di nuovo […] perché subito l’essenza permanente, e solitamente nascosta, delle cose sia liberata, e il nostro vero io che, talvolta da molto tempo, sembrava morto, […] si svegli».
Quante volte abbiamo provato questa sensazione grazie a uno stimolo, olfattivo, uditivo etc.? Perdetevi tra le pagine di questo scritto prezioso, intriso di ricordi, inzuppato di emozioni forti e veicolo di un’introspezione che nemmeno anni di psicanalisi potrebbero offrirvi.
10. La nausea, di Jean-Paul Sartre (1938)
Il protagonista Roquentin è a Bouville per scrivere la sua tesi di storia, immerso nella solitudine e preda di continui pensieri assillanti.
Assaporerà così quella sensazione strana, composita e variegata che lui stesso definisce nausea.
Capendo finalmente che si tratta del malessere provocato dall’esistenza stessa che si svela.
11. 1984, di George Orwell (1948)
Se fantascienza, sociologia, fantapolitica e distopia sono pane per i vostri denti letterari, allora il titolo numero uno è senz’altro 1984.
In uno scenario post-atomico che dire inquietante è riduttivo, la super potenza di Oceania è governata da un Partito totalitario che fa capo al cosiddetto Grande Fratello. Da brividi lungo la schiena.
12. Il giovane Holden, di J. D. Salinger (1951)
Il romanzo di formazione con protagonista quell’Holden messo a titolo è un gioiellino della letteratura, sebbene ci sia anche chi non lo apprezza particolarmente.
Il sedicenne protagonista racconta in prima persona la sua vita, dopo essere stato cacciato da scuola per cattiva condotta.
Parla al lettore con tono confidenziale, sfoderando un io narrante che incastra in quella che diventerà un’amicizia: tra voi e Holden Caulfield.
Ma non è tutto rosa e fiori: una profonda inquietudine esistenziale emerge e intacca anche chi legge.
Ma solo così l’iniziazione sarà anche vostra, non solo del protagonista.
Dove mai andranno a dormire le anatre di Central Park durante l'inverno?
13. Il signore delle mosche, di William Golding (1954)
A seguito di un incidente aereo, 12 ragazzini naufragano su un’isola deserta.
Stabiliscono turni per mantenere acceso il fuoco nella speranza di attirare i soccorsi ed eleggono un capo, organizzandosi in una sorta di società.
Ma la situazione degenera fino a quando quella società basata sulla democrazia e sulla cooperazione soccomberà, facendo sprofondare tutti in un vortice mortale.
Il libro che è valso all’autore il Premio Nobel alla letteratura vi terrà incollati alla pagina.
14. La noia, di Alberto Moravia (1960)
Ritratto spietato della borghesia nostrana targata boom economico.
Raccontando della vita di un pittore sfaccendato - passando attraverso i temi del cordone ombelicale non reciso e dell’amore distruttivo - questo capolavoro di Moravia vi illuminerà.
15. Opinioni di un clown, di Heinrich Böll (1963)
Hans è un clown che non fa più ridere. Non ci riesce più da quando è stato lasciato.
Si ritrova sull’orlo di un esaurimento ma solo da quel margine, da quella zona borderline riuscirà a guardare finalmente la realtà che lo circonda, con una lucidità per lui inedita.
Comprenderà finalmente che la società è costruita su ipocrisie e falsità, ossia quei valori della borghesia che è stata favorevole al nazismo e che poi, una volta caduto questo, si è riproposta nella sua veste candida che tuttavia è intrisa di sangue indelebile.
E ricamata di riti insensati e pregiudizi che rovinano l’essenza stessa dell’uomo.
16. Cent’anni di solitudine, di Gabriel García Márquez (1967)
Amanti di saghe familiari, ecco quella per eccellenza. Il libro più celebre del Premio Nobel colombiano è quello che l’ha consacrato a esponente numero uno del movimento magico-realista della letteratura latinoamericana.
Il romanzo racconta la storia dei Buendìa, famiglia di cui si seguono le vicissitudini a partire dal capostipite, Antonio, fondatore della città di Macondo.
17. Le città invisibili, di Italo Calvino (1974)
Posto che di Italo Calvino bisognerebbe leggere tutto, se volete incominciare da questo non avrete poi scelta (leggerete l’opera omnia in men che non si dica).
L’imperatore dei Tartari interroga l’esploratore Marco Polo circa le città che compongono il suo sconfinato impero.
Con questo espediente narrativo, Calvino ci racconta 55 città fantastiche, surreali, poetiche ed evanescenti, in altrettante brevi descrizioni in cui la sua penna figlia degli esperimenti del gruppo OuLiPo lascia senza parole.
18. Il nome della rosa, di Umberto Eco (1980)
Il capolavoro di Umberto Eco è ambientato nel 1327.
Il novizio Adso da Melk accompagna in un'abbazia italiana frate Guglielmo da Baskerville, incaricato di una missione diplomatica.
Ex inquisitore, amico di Guglielmo di Occam e di Marsilio da Padova, frate Guglielmo deve indagare su una serie di misteriosi delitti commessi all’interno delle mura dell’abbazia.
Per risolvere il caso, Guglielmo dovrà decifrare indizi di ogni genere, dal comportamento dei santi a quello degli eretici, dalle scritture negromantiche al linguaggio delle erbe.
Un giallo storico e deduttivo che vi farà acuire l’ingegno.
19. American Psycho, di Bret Easton Ellis (1991)
Solo ed esclusivamente per stomaci forti, questo capolavoro postmoderno racconta in prima persona la storia di Patrick Bateman.
Si tratta di un figlio di papà, ricco e alla moda.
Ma sotto quella patina glamour c’è ben altro: un efferato serial killer che racconta al lettore nel minimo, raccapricciante dettaglio come violenta e uccide le sue vittime.
Una critica al consumismo e all’alienazione degli individui a esso legata.
Non è per tutti, specialmente i capitoli intitolati Ragazze che sono a dir poco abominevoli, come vedere snuff-movie stomachevoli e laceranti. Però è un capolavoro ed è per questo che merita un posto tra i libri da leggere nella vita.
20. Cecità, di José Saramago (1995)
In tempi di pandemia, non c’è titolo più azzeccato di questo. Già prima lasciava a bocca aperta ma oggi come oggi leggere le pagine di Cecità diventa ancora più d’impatto.
Le coordinate spazio-temporali sono volutamente imprecisate e la storia racconta di come l’intera popolazione sia diventata cieca a causa di una misteriosa epidemia.
Premio Nobel per la Letteratura, l’autore portoghese punta il dito sul buio della ragione.
Ci racconta una "favola" nerissima sull’indifferenza e l’egoismo, sul binomio potere-sopraffazione e su quella che, volenti o nolenti, rimane la legge naturale dell’uomo: quella della giungla.
21. Il tempo è un bastardo, di Jennifer Egan (2010)
Una serie di racconti che si inanellano, con gli stessi personaggi a fare da fil rouge.
Al centro della storia ci sono Bennie Salazar, ex musicista punk diventato un discografico di successo, e la sua assistente Sasha.
Si muovono tra passato, presente e futuro, saltellando dalla San Francisco di fine anni Settanta alla New York di SMS e social network.
Tra matrimoni falliti ed errori adolescenziali, viene mostrata una galleria di co-protagonisti indimenticabili.
Un romanzo-mondo che è valso all’autrice il National Book Critics Circle Award nel 2010 e il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2011.
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