Valentino: la sfilata Haute Couture allo Château de Chantilly
Nella penultima giornata della Haute Couture Fashion Week l’appuntamento più atteso non è a Parigi ma a circa 50 chilometri più a nord della capitale. L’indirizzo è quello del Castello di Chantilly, nel cuore della valle del fiume Nonette, tra saloni colmi di capolavori inestimabili e giardini fiabeschi. Sono proprio questi ultimi a fare da memorabile palcoscenico alla collezione Alta Moda Autunno Inverno 2023-24 della maison Valentino, un inno alla bellezza, all’unicità e alla libertà.
Valori cari al direttore creativo Pierpaolo Piccioli, che ha scelto questa dimora storica con l’intento di trasformare ciò che è stato emblema di elitarismo e status in un luogo per tutti. «Non lo Château, ma “Un Château” - recita la nota stampa che accompagna il defilé - un ambiente non ancorato a geografie o epoche, ma espressione di un'idea di vita, un simbolo che va analizzato, messo in discussione e poi ridefinito».
La sensazione di entrare in una nuova dimensione, lontana dai fasti della roccaforte aristocratica si ha sin dalla prima, inedita uscita: quella di Kaia Gerber in jeans e camicia bianca oversize completamente sbottonata. L’estrema pulizia dell’insieme è “ricalibrata” dagli accessori: orecchini pendenti di cristalli dalle dimensioni esagerate e slingback ultra flat con maxi fiocchi.
La palette cromatica è ridotta a poche nuance: bianco, nero, la gamma dei verdi e dei blu, qualche tocco di grigio e rosa, l’immancabile rosso. A illuminarli, flash d’argento e oro sotto forma di stampe, intarsi e ricami tridimensionali.
Le silhouette verticali di long dress e pantaloni si alternano a una moltitudine di volant, piume e drappeggi, protagonisti su vestiti mini e maxi, tubini fascianti, bluse smanicate. La visione couture di Piccioli, orientata a un approccio più moderno e inclusivo risulta evidente, capo dopo capo.
In passerella c’è spazio anche per l’uomo, vestito con capispalla ultra clean, top a V e pantaloni dal taglio maschile ma dall’animo inequivocabilmente genderless.
Sul finale i volumi si fanno esagerati, le texture preziose, i colori vibranti. A rubare la scena però sono soprattutto le premiere e i sarti della casa di moda, tutti sulla catwalk insieme a Piccioli per raccogliere il meritato applauso del front row.
«Dietro le mani che realizzano questi abiti ci sono degli umani, con le loro emozioni e le loro storie, con la dedizione e la dedizione che portano quotidianamente in Atelier» non manca di ribadire il designer durante le sue interviste e sui social.
«Petit main è una definizione che non mi piace, quelle donne e quegli uomini sono professionisti incredibilmente talentuosi e capaci, sono quelli che possono trasformare i sogni in realtà, perché capiscono il linguaggio dei sogni».
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