La sfilata Autunno-Inverno 2019-20 ideata da Pierpaolo Piccioli è una riflessione che parte dalla poesia contemporanea per esplorare il legame tra la creatività e il potere delle parole.
“Le persone che ami diventano fantasmi dentro di te ed è così che rimangono in vita" .
Queste le parole dell’artista concettuale Robert Montgomery che campeggiano luminose sulla passerella e introducono il tema della sfilata Autunno Inverno 2019-20 di Valentino.
L’amore è il potente motore e ispirazione dello show, uno dei più complessi, a livello concettuale , per la maison.
Pierpaolo Piccioli è partito dalla poesia contemporanea - quella di Montgomery, ma anche di Yrsa Daley-Ward, Greta Bellamacina, Mustafa The Poet - per esplorare il legame tra la creatività e il potere delle parole.

« L’amore è il legame che unifica tutto. Il più semplice ma anche il più complesso dei sentimenti invita a sciogliere la complessità nella purezza del sentire, lascia vibrare l’emozione nell’immediatezza. »

In un’atmosfera diafana e struggente, scandita dall’avvicendarsi dei versi su brani strumentali, va in scena un’eleganza rarefatta e malinconica in cui si mescolano riferimenti al passato e fogge ultra contemporanee.


Esempio ne sono i cappotti a uovo impreziositi da piume di struzzo e le felpe decorate con le stampe di Jun Takahashi (lo stilista di Undercover che con Pierpaolo Piccioli aveva già collaborato nell’ambito della collezione maschile Valentino Autunno Inverno 2019- 20) raffiguranti statue greche, farfalle e maxi rose rosse, ma anche le cappe in tessuto tecnico e i cappelli a cloche in versione oversize, accessorio predominante insieme alle borse bon ton con chiusura logo.


Sulla passerella trovano posto long dress dal piglio couture e tubini dalle silhouette anni ‘60, capispalla tagliati a vivo e tute stampate, chemisier floreali e tailleur pantalone, in una sorta di ossimoro stilistico che ricorre anche nella palette cromatica.


Il bianco e il nero si alternano e si incrociano dando vita a un gioco di contrasti “interrotto” da incursioni di giallo, verde, arancione, rosa e dall’immancabile rosso Valentino, protagonista delle tuniche e dei caban strutturati.


A chiudere il defilé, una serie di impalpabili abiti in tulle, risultato di composite armonie imbastite su «parole e stampe, intarsi e nuance, materie e jacquard».


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