Simone: "Gli abiti? Sono la mia lingua"
Fotogallery Simone: “Gli abiti? Sono la mia lingua”
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Rispecchia i codici di un vestire contemporaneo lo stile di Simone Murgia. Attento alla ricerca e disponibile alle scelte dettate dal cuore
Tutte le mattine al mio risveglio apro gli occhi e faccio un respiro profondo. Preparo un té caldo e mi lavo il viso con l'acqua gelida. Più che un'abitudine è un impegno, terapeutico. L'obiettivo è quello di iniziare ogni giornata con il sorriso.
Anche la moda è in grado spesso di assolvere alla stessa funzione. Ma bisogna maneggiarla con cautela. Dosare gli ingredienti, mantenere la giusta velocitá, ingranare la marcia e allacciare le cinture. Faccio una doccia calda e fisso il mio guardaroba per pochi secondi. In realtà c'è poca programmazione in quello che indosso. Mi faccio guidare dall'istinto, dal cuore e dagli umori. Esistono capi che porto con me da sempre. Buttarli sarebbe come rinnegare un pezzo di vita. A volte semplicemente li guardo. E loro mi parlano. Questo è ciò che dà senso alla moda. Il valore di ciò che indossi. Riconoscere in un capo la tua lingua, capire che ti fa sentire a tuo agio, trovare protezione. Può avere il profumo di un viaggio, il ricordo di un amico, o semplicemente essere in grado di arrivare dove tu non potresti.
Da quando lavoro in questo settore ho imparato che bisogna essere pronti a dimenticare che la giornata è composta da ventiquattro ore e indirizzare ogni secondo a nutrire la passione per ciò che fai. Senza smettere mai di divertirti. Io mi diverto a mescolare le stagioni, i pesi dei capi. Apprezzo la creatività e tutto ciò che è ancora in grado di sorprendermi. Prediligo uno stile quotidiano, sportivo, ma ovviamente rimescolato con codici contemporanei. Gioco con i colori e con i dettagli. A me diverte, qualcuno ovviamente storce il naso. Prudenti! Calzettoni di spugna bianchi. Sandali anche d'inverno e cappotto sulle t-shirt quando ormai è quasi estate. La moda probabilmente somiglia alla mia vita. È labirintica, una continua ricerca e un continuo andare e venire. E ritornare sui propri passi, mettendo insieme i pezzi che disegnano l'abito di un arlecchino.
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