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Grazia

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Moda

Best of Couture: il meglio delle sfilate Alta Moda Primavera-Estate 2024

Best of Couture: il meglio delle sfilate Alta Moda Primavera-Estate 2024

foto di Grazia.it Grazia.it — 26 Gennaio 2024
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Si conclude la settimana dell'Haute Couture parigina: dai colori di Valentino alle forme surreali di Schiaparelli, ecco cosa ricorderemo di queste collezioni

Come ogni anno il finire di gennaio ha trasformato Parigi nella passerella più creativa e sofisticata del fashion system. Si è appena concluso l'appuntamento con le sfilate Haute Couture Primavera-Estate 2024, e in questa mini-settimana della moda abbiamo avuto occasione di assistere a show e collezione dalla ispirazioni più disparate.

Abbiamo spesso del fatto che l'Alta Moda si pone, per tradizione, su un binario differente, quello che permette ai designer, o per meglio dire ai couturière, di esprimere la propria creatività in modo libero da vincoli strettamente commerciali orientati al business. Da sempre permea quest'aura di magia intorno alle collezioni couture, che nascono per un mercato differente, prendono vita sui red carpet più importanti e richiedono processi di realizzazione complessi, caratterizzati da un'impareggiabile artigianalità. La stagione che abbiamo appena ammirato non ha certo deluso le aspettative da questo romantico punto di vista.

A Parigi abbiamo potuto osservare numerose proposte da ricordare, proposte che vogliamo raccontarvi nel dettaglio con dei brevi focus su diversi designer. Troverete le innovative sfumature di Valentino, che riconfermano Pierpaolo Piccioli nel ruolo di assoluto maestro del colore, le forme surreali di Schiaparelli, dove Daniel Roseberry volge sempre alla ricerca dello stupore e lo ritrova, questa volta, in un mondo alieno che non smette mai di affascinare.
Giorgio Armani, con la collezione Privé, esplora il mondo da Occidente a Oriente rimarcando quanto conti il coraggio di osare, anche a 90 anni. Jean Paul Gaultier affida a Simone Rocha il ruolo di guest designer, e mai scelta fu più azzeccata: la sua versione dell'iconica femme rivive infatti con il giusto equilibrio tra tributo al passato e rilettura contemporanea.
Virginie Viard, da Chanel, si focalizza su due grandi elementi della tradizione del marchio: l'amore per la danza, filo che si lega indissolubile alla fondatrice Gabrielle Chanel, e il bottone. Si, un semplice bottone che può acquisire grandi significati.
Chiude la settimana lo show più atteso, e più forte, di tutta l'edizione. John Galliano si manifesta nella sua interezza come non accadeva da un bel po'. La sfilata di Margiela è un momento di teatro, una messa in scena costruita ad arte con l'intento di intrattenere, stupire, riportare le persone alla magia della moda. Quella magia che forse oggi appare perduta, assopita dai trend e dalle esigenze di mercato sempre più pretenziose.

Schiaparelli: I want to believe

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Si intitola Schiaparalien al nuova collezione couture realizzata da Daniel Roseberry, e alla prima occhiata è facile capirne il motivo. Sulla passerella si stagliano figure che sono in parte umane, dall'altra sono semplicemente qualcosa di diverso e sconosciuto. Roseberry racconta di come nella seconda metà dell'800 Giovanni Schiaparelli, zio di Elsa e direttore dell'Osservatorio di Brera a Milano, scoprì una serie di canali sulla superficie di Marte, coniando il termine "marziano". A distanza di più di un secolo, il fascino che suscita l'idea di non essere i soli nell'Universo è ancora vivo, ha attraversato momenti di pura ossessione e questa collezione ne vuole proprio omaggiare questo aspetto. L'avanguardia e la provocazione prendono forma negli abiti ricoperti di preziosi e di dispositivi tecnologici, nel bambino robot portato in braccio con naturalezza tipicamente materna.

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Credits: Press Office/Getty Images

Chanel, la danza e l'importanza di un bottone

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Virginie Viard esalta due grandi anime dello stile Chanel in questa Couture '24: il bottone, elemento presente in tanti iconici capi della maison, e l'amore per la danza, arte strettamente collegata a Gabrielle Chanel e alla storia del marchio. Il bottone-gioiello, che appare anche a livello scenico come un grande elemento mobile che sovrasta la passerella, diventa qui il simbolo dell'emancipazione, del liberarsi da ciò che limita il movimento per permettere al corpo di manifestarsi nella sua massima espressione.
Massima espressione che si ritrova nella danza, disciplina amata e sostenuta da Coco prima (attraverso la realizzazione di costumi per i Ballets Russes) e dalla maison ancora oggi, sostenendo le istituzioni attraverso la realizzazioni di capi pensati per i professionisti del palcoscenico.
Collant bianchi, chiffon e tulle, sono solo alcuni degli elementi che riportano fedelmente la fantasia, e lo stile Chanel, a questo incantevole immaginario.

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Simone Rocha interpreta Jean Paul Gaultier

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Entrare negli archivi di qualcuno che ha rivoluzionato la moda e rivisitarne le intuizioni che l'hanno reso celebre, non dev'essere un compito semplice. Jean Paul Gaultier ha deciso, da diversi anni, di affidarlo a designer diversi e lavorando, a ogni collezione couture, con un designer diverso. La prescelta per la stagione Primavera-Estate 2024 è stata Simone Rocha, che ha saputo elaborare le icone del brand fondendole con il proprio riconoscibile stile.

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Credits: Getty Images

Elie Saab e le atmosfere di un deserto lontano

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Uno dei maestri assoluti della couture, fa rivivere in passerella il fascino di un viaggio nel deserto. Cita i cantori di storie tradizionali, Elie Saab, che narravano di una rara rosa del deserto i quali petali sembrano prendere forma attraverso le creazioni che sfilano. Silhouette eteree, cascate di chiffon impalpabile e cristalli finemente ricamati sono elementi immancabili nel suo immaginario, fatto di colori brillanti, da toni di rosa, verde e di un aspettato rosso vivo e caldo.

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Giorgio Armani e il piacere di giocare con la moda

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Più di 90 abiti in passerella, quasi uno per ogni candelina che Giorgio Armani ha spento finora. L'indiscusso re della moda la sa lunga e la collezione couture che ha portato a Parigi ne è, ancora una volta, la perfetta dimostrazione. Silhouette impeccabili, ricami e preziosità studiate con una precisione disarmante, motivi jacquard come vere opere d'arte: una collezione che parte dal concetto che l'Alta Moda è certamente un mestiere da prendere con devozione e serietà, ma può lasciare ampio spazio per giocare e spingersi verso spazi inesplorati, siano essi creativi o reali.

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Le Salon di Valentino è un mondo a colori

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Pierpaolo Piccioli apre le porte di uno spazio in cui il tempo sembra fermarsi, in cui sembra rivivere il passato ma con una forte svolta contemporanea. La collezione si chiama Le Salon, parola che ne racchiude appieno l'essenza: è quel luogo in cui chi è coinvolto nella realizzazione di ogni abito osserva, corregge con cura ogni piccolo dettaglio che porta una creazione al suo massimo splendore. Per farlo serve tempo, un tempo necessario e che non è influenzato dalla frenesia della vita che esiste al di fuori.

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La collezione è un gioco di equilibri e di incastri tra passato e contemporaneità, gonne a ruota e giacche utility, ed è un mix di colori inaspettati e sorprendenti. Acidi e profondi, saturi e pastello, conditi da un tocco di metallo oro e argento. Un insieme forte, che va a consacrare ancor di più il ruolo di maestro dei colori che Piccioli si è guadagnato negli anni.

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Le povere creature di Margiela

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È stato lo show di chiusura e, al contempo, quello che ha fatto parlare di più della couture e della sua anima artistica. John Galliano è tornato a essere Galliano all'ennesima potenza: per un momento, osservando la teatrale messa in scena dalle atmosfere cupe sotto il Pont Alexandre III, sembra di rivevere i fasti dell'alta moda di un tempo, delle sue scenografiche collezioni Christian Dior, così dense di ispirazione e di creatività. Si rivivono le atmosfere della Parigi degli anni '20 del secolo scorso, ammirando corpi enfatizzati dagli abiti attraverso corsetti dalla forma estrema, abiti dai fianchi imbottiti, abiti in pizzo che vogliono svelare, in modo erotico, il corpo. Il tutto condito da un make-up vitreo, effetto bambola di porcellana e dalla partecipazione straordinaria (in tutti i sensi) dell'attrice Gwendoline Christie.

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© Riproduzione riservata

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