Creature ibride, teste mozzate e cuccioli di drago sulla passerella di Alessandro Michele per Gucci
Uno show "spiazzante", verrebbe da dire guardando la collezione Gucci Fall-Winter 2018 presentata oggi da Alessandro Michele sulle passerelle meneghine, e che si apre con modelli che sfilano con una testa, portata come se niente fosse, sotto al braccio.
Dualismo e dicotomia d'indentità diventano il concetto intorno al quale ruota tutto lo show: maschile e femminile, normale e alieno, psiche e materia, si fondono tra loro dando vita a creature ibride, biologicamente incatalogabili e culturalmente consapevoli.

Tutto ha avuto inizio con l'invito recapitato qualche giorno fa a giornalisti, buyer e insider: un timer arancione che segnava il countdown al momento dello show.
Poi è stata la volta della location, asettica e "angosciante" (in sottofondo le note dello Stabat Mater e i bip dei macchinari) allestita in tutto e per tutto come una sala operatoria, "palcoscenico" dove prende vita uno spettacolo che richiama il Manifesto Cyborg, scritto nel 1984 da D. J Haraway, l'elegio appunto dell'ibrido, della diversità e del rifiuto del "disciplinamento normativo".
L'ennesimo gesto di rottura dagli schemi in cui la società vorrebbe catalogarci, un messaggio di emancipazione portato avanti dal Creative Director sin dal suo arrivo alla guida della maison.
« Ho voluto i tavoli operatori perché per me rappresentano alla perfezione l’atto creativo di inventare delle possibilità. Il mio e quello di tutti è un lavoro da chirurghi.(Alessandro Michele, Direttore Creativo di Gucci) »
La sala operatoria diventa così metafora del luogo in cui si taglia e cuce, si crea nuova vita, nuova forma, proprio come gli abiti di Alessandro Michele, assemblaggio di elementi, materiali e ispirazione diversi, moderni "Frankenstein" di stoffa e pelle.
Ed ecco, in questo scenario in bilico tra l'onirico e, a tratti, il macabro, compaiono occhi sulle mani, corna da fauno in testa, cuccioli di drago, piccoli camaleonti, serpenti, portati in braccio dai modelli, oltre alle famose teste "mozzate", tutti elementi realizzati da Makinarium, laboratorio romano che si occupa di effetti speciali per Cinecittà e che "vanta" collaborazioni illustri come quella con il regista Garrone per "Il racconto dei racconti".

I look che sfilano sono il mix and match di elementi variegati e dettagli contrastanti, mescolati tra loro alla ricerca di una propria coerenza: in poche parole lo specchio - complesso - della natura umana.
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