Scettici sul tema Armocromia? Abbiamo raccolto (e sfatato) 5 falsi miti che vi faranno ricredere
Qualcuno la ama (e segue i suoi dettami alla lettera), altri non ne vogliono nemmeno sentire parlare. Ebbene, qualunque sia il vostro pensiero in proposito, una cosa è certa: “Armocromia is on fire!”.
Oh sì, la cosiddetta Color Analysis è uno dei temi più controversi e caldi del momento.
Solo la scorsa settimana giornali e testate si sono scatenati sulla questione in relazione a un'intervista che la segretaria del PD, Elly Schlein, ha rilasciato a Vogue Italia e in cui, tra le tantissime cose, ha detto che il suo look è curato da una consulente di immagine esperta in Armocromia, destando molta curiosità, soprattutto tra coloro che ancora conoscevano poco l'argomento.
L’Armocromia - ovvero la disciplina che si occupa di valutare le caratteristiche cromatiche personali e di esaltarle attraverso i colori più adatti di abiti, accessori e beauty - porta con sé una serie di convinzioni legate alla sua applicazione nel guardaroba di tutti i giorni.
I più ferventi sostenitori, infatti, spesso fanno entrare nell’armadio solo le tinte stabilite dalla propria palette... “vade retro” a tutto il resto! E per i più scettici, questo, è proprio il motivo per cui rifuggire l’analisi del colore. Sì perché una delle idee più diffuse è quella che, una volta fatta la propria consulenza cromatica, la palette diventi una sorta di libro sacro al quale attenersi “senza se e senza ma”.
Non solo: abbinamenti “blindati” e grossi limiti allo stile personale sono i principali concetti a finire sul banco degli imputati. Ma sarà tutto vero?
Spoiler: no, ovviamente. È una questione di corretto approccio e conoscenza della materia. Oltre che di buon senso nella sua divulgazione e applicazione.
Ma andiamo per ordine: ecco sfatati 5 falsi miti che (forse) vi faranno guardare l’Armocromia da una prospettiva differente.
Falsi miti sull'Armocromia: annienta lo stile personale
“Armocromia? No, grazie. È troppo limitante nelle scelte stilistiche, nessuno può dirmi come mi devo vestire!”.
Un pensiero molto diffuso, questo, ma che parte dai presupposti sbagliati. Lo scopo di un’analisi del colore professionale (eseguita da un bravo consulente) non sarà mai quello di definire rigidi diktat legati al guardaroba e al beauty. L’obiettivo sarà al contrario quello di individuare le proprie caratteristiche cromatiche, di capire come interagiscono con le differenti tinte e di imparare a gestirle seguendo le proprie “desiderata” legate all’immagine.
Un percorso di consapevolezza quindi, unico e personale. Sì perché il lavoro svolto con il consulente sarà davvero “su misura” e, oltre a far scoprire moltissimi colori nuovi, dovrà essere cucito sul proprio stile, sui propri valori e sui propri obiettivi. Qualunque essi siano.
Falsi miti sull'Armocromia: è fondamentale restare fedeli ai colori della palette
Quando facciamo un’analisi del colore dobbiamo davvero attenerci solo ed esclusivamente ai colori della nostra palette (e liberarci di tutto il resto)? Neanche a dirlo, anche qui la risposta è no.
In primis perché – come detto prima – gli obiettivi sono personali. Ergo l’analisi ci può aiutare a raggiungerli in modo coerente, anche quando questi vanno al di là della valorizzazione al naturale delle proprie cromie.
E quando con l’Armocromia – come da manuale - si cerca proprio la nicchia di colori in grado di esaltare i nostri? Beh, nemmeno in quel caso è necessario fare piazza pulita di tutto ciò che non è in palette. Ricordiamoci sempre che ci valorizza tutto ciò che sta intorno al viso. Se ad esempio volessimo indossare un blazer o una maglia di una tinta che non rientra tra i nostri “colori amici” basterebbe far sbordare un colletto ad hoc o magari inserire nel look un bijoux o un qualsiasi accessorio strategico… et voilà, otterremmo comunque il risultato sperato! Senza contare che tutte le nuances utilizzate per il lower body hanno praticamente sempre il via libera!
Ed ecco perché non dovremo mai rinunciare a nessun colore, semplicemente capiremo come utilizzare le tavolozze al meglio facendone delle alleate preziose.
Falsi miti sull'Armocromia: mai mescolare radici cromatiche di temperature differenti
Nuance calde con nuance calde, nuance fredde con nuances fredde. Questo dicono alcuni puristi del colore. Eppure, per quanto si tratti di un utilizzo delle tinte che richiede senza dubbio un po’ di allenamento in più, le interazioni di temperatura in un mix cromatico possono essere estremamente interessanti.
Perché quindi non sperimentare in assoluta libertà abbinamenti che ne prevedano? Certo, se vogliamo essere assolutamente certi che l’accostamento funzioni a dovere, magari inseriremo solo un accessorio o un piccolo dettaglio a contrasto cromatico. E proveremo via-via a prenderci la mano.
Ma la verità è che non dovremmo mai avere vincoli: la moda resta espressione e divertimento, continuiamo a giocarci diventando semplicemente più consapevoli nel riconoscere i colori attraverso l’Armocromia. Nessuno potrà più fermarci!
Falsi miti sull'Armocromia: mai mixare cromie con intensità differenti
Esattamente come accade con la temperatura del colore, anche il croma (quindi la saturazione - o brillantezza - delle nuances) è un parametro che alcuni ritengono non possa essere mescolato. Colori pieni con colori pieni, colori più delicati con colori delicati.
Ma perché mai un croma puro non potrebbe interagire in un look con una tinta attenuata oppure schiarita? È sufficiente guardare una qualunque passerella per rendersi conto che, in realtà, anche i contrasti di qualità funzionano alla grande, basta saperli riconoscere e dosare!
Ancora una volta quindi l’Armocromia non diventerà un limite, ma uno strumento per lavorare meglio con le tinte nei nostri outfit.
Falsi miti sull'Armocromia: oro e argento? Nessuno può portare entrambi!
L’ultimo falso mito riguarda i metalli. L’oro giallo ha un sottotono caldo, quello bianco (oppure l’argento) ha una radice fredda.
Va da sé che, se vogliamo utilizzare un bijoux in termini strategici di valorizzazione, lo sceglieremo del metallo a noi più affine. Ergo quello che si sposa con il nostro sottotono personale. Se – al contrario – il gioiello sarà piccolo e inserito in un outfit ben costruito cromaticamente, potremo anche toglierci lo sfizio di cambiare se ci va.
Ma davvero non esistono persone che vengono valorizzate da entrambi i metalli? Anche qui la risposta è no: esiste la categoria Summer Soft!
Le persone che rientrano in questa nicchia, pur avendo un sottotono freddo, sono quanto di più vicino ci sia al concetto di “neutro”. Porteranno quindi benissimo e indistintamente sia l’oro bianco che l’oro giallo, purché quest’ultimo non sia troppo scuro e acceso (quindi meglio i sabbiati o satinati chiari). Una bella fortuna, no?
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