Parka: le dieci cose che dovete sapere sul parka
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Impermeabile come il trench, più sporty del cappotto, multitasking come una giacca a vento, il parka attraversa epoche e arriva dritto sulle passerelle.
Impermeabile come il trench, più sporty del cappotto, multitasking come una giacca a vento, il parka attraversa epoche e arriva dritto sulle passerelle. Riportato in auge da molti designers, che di volta in volta l’hanno arricchito e spogliato di particolari, il parka è ormai un passepartout per ogni look. Come avete visto nell’articolo di Diana Marian Murek , il protagonista indiscusso della stagione che sta per entrare, è sempre lui, declinato in tessuti tecnici e colori vivaci.
Ecco le 10 cose che dovete sapere su questo capo icona.
1) Origini: Le sue origini sono da ricercare nella preistoria, precisamente nelle popolazioni inuit del circolo polare artico. Fatti di pelliccia di orso polare, di volpe e di foca, erano indossati uno sopra l’altro, per proteggersi dal freddo incombente.
2) Terminologia: La parola “parka”, letteralmente significa “pelle di animale” e deriva dalla lingua nenets parlata nella regione a nord della Russia, dove il clima è particolarmente freddo e umido.
3) Il parka di Refrigewear: Viene reinterpretato per situazioni di freddo estremo come ad esempio le gare in Alaska. Nel 1954 Refrigiwear crea il parka in tessuti tecnici e resistenti alle temperature sotto lo zero, per i lavoratori del Meatpacking District che lavoravano nelle celle frigorifere per il trattamento di carni. Con lo slogan “A modern way to keep warm”, viene presentata la prima collezione Refrigiwear, da qui il successo del brand soprattutto nell’ambito sportivo.
4) il parka e i Mod: Diventa capo icona della corrente giovanile Mod (da “modernism”, con riferimento ai fan del modern jazz) che si sviluppò a Londra alla fine degl’anni ’50. I parka dei Mod, erano quelli dei militari americani nella seconda guerra mondiale, il cui unico colore era verde. Arricchito da spille, toppe e disegni, era lungo, avvitato, con la coda di rondine e il cappuccio.
5) Il parka e il grunge: Da capo icona di una gioventù curata ed elitaria, nei primi anni 90 il parka passa ad arricchire un nuovo mood style: il grunge. Kurt Cobain dei Nirvana e Eddie Vedder dei Pearl Jam,indossavano i parka per accentuare un look ribelle costituito da jeans consumati e camicie canadesi. Oggi, anche Liam Gallagher degli Oasis sembra aver ceduto al suo fascino.
6) La ribalta del parka: Nel 2003, la top model e trend setter, Kate Moss, che porta con sé molti degli elementi grunge, si fa fotografare con il giubbotto parka sul cui retro è verniciato di bianco il titolo di una famosa canzone dei Sex Pistols “ God Save The Queen”. Nel 2008 viene fotografata per la cover di Vogue UK con il cappuccio del suo parka appoggiato sulla testa. Ancora oggi, immortalata in scatti di street style, la famosa top model lo abbina ai più disparati look. Dopo Kate Moss, star come Siena Miller, Pixie Lott, Stella McCartney, Taylor Momsen e Agyness Deyn, hanno indossato il parka sopra a miniabiti, con accessori gotici, con colli di pelliccia, con sotto reggicalze e intimo.
7) Primo ingresso del parka sulle passerelle: I primi a portare il parka in passerella sono stati: Burberry London, Fay e Acquascutum. Brand che vantano una lunga tradizione in questo specifico settore dell’abbigliamento e che si sono fatti ispirare dal classico impermeabile inglese, rielaborato sulla loro idea. Il primo ha creato maxi parka rivestiti di una maestosa pelliccia di montone, sia all’interno sia sul collo,; i secondi hanno lavorato su linee minimal e arricchito le spalle con una mantellina.
8) Anatomia del parka: Di base il parka è un giaccone sportivo con cappuccio e fodera staccabile. Lungo fino al ginocchio, è chiuso in fondo da una coulisse, sul davanti presenta zip e bottoni. La sua lunghezza standard è rimasta circa a metà coscia, mentre la palette di colori, rispetto al verde military degli inizi, si è arricchita nei toni del fango, del terra, del blu navy ma anche dei pastello e del bianco per la stagione più calda. Molto usati i tessuti con filo d'acciaio, la flanella spalmata per il confezionamento dei parka (nylon, poliestere, lana, tela) e possono essere rifiniti da pelliccia, montone e accessori vari come bottoni dai contorni dorati, coulisse e zip ben in vista. Generalmente il parka si distingue per la caratteristica di capo multitasking, ed essendo un mix&match dei capospalla più usuali, raccoglie in sé funzionalità, comodità e stile.
9) Declinazioni del parka: Oggi il parka, ha acquistato un’allure contemporanea grazie a un mix di sportchic, sportswear e urbansport. Woolrich è stato uno dei primi brand a reinterpretare il parka in versione piumino (Artic parka e Mountain parka) lavorando sulle lunghezze, sulla linea sartoriale e sui rivestimenti in Gore-Tex per la traspirazione.
J. Watanabe e Altuzzara sono rimasti fedeli alle origini del parka. Il primo lo propone lungo con doppiopetto, cintura in vita, multitasking, in verde militare. Il secondo porta con sé la versione grunge, sopra alle sottovesti di seta, che ricorda un po’ Courtney Love. Jil Sander declina il parka in giacca di pelle, realizzandolo in nylon cerato, mentre Ermanno Scervino per il prossimo a/i realizza un parka chic con imponente collo di pelliccia. Killah, noto brand del gruppo Sixty, per la p/e 2012, il parka in denim. JO NO FUI propone un parka preppy, smanicato, con cappuccio e rivestito internamente da pizzo macramè rosa shocking.
10) Parka hi-tech: Di ultimissima generazione è il parka tecnologico, creato dalla D&k Distribution s.p.a, che si ricarica e ti ricarica grazie a un rivoluzionario sistema termico che genera calore. Tre superfici termiche posizionate sulla zona lombare del dorso e sulla zona cervicale, sprigionano calore attraverso un telecomando da tenere sempre in tasca collegato alla spina centrale della giacca. Si possono raggiungere temperature massime di 36/38° C.
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