Sara e James e il loro matrimonio "boho" a Ibiza
Ibiza, il suo fascino "wild", quello che ha sedotto negli anni hippie e non solo, può diventare la location perfetta per un matrimonio in stile boho.
Lo scenario incantato delle scogliere rosse di Sa Caleta ha fatto da sfondo alle nozze in stile Seventies di Sara Reverberi e del suo James.
Fotografa, fashion e lifestyle writer freelance, Sara è un'italiana trasferitasi a Londra, dove ha fondato, con Alia Qadir, il concept store S120 (che riunisce marchi indipendenti), e Portamento, brand di scarpe dal taglio vintage.
A Grazia.it (di cui è stata collaboratrice in passato) ha raccontato l'emozione delle sue nozze e ha aperto per noi il suo album fotografico.
Se siete alla ricerca di "inspo" per un matrimonio a Ibiza o in stile boho, siete nel posto giusto!
Che location avete scelto e cosa vi ha colpito?
A essere onesti non è stata una scelta, sapevamo entrambi che avremmo voluto farlo proprio lì, a Sa Caleta, ma non sapevamo se sarebbe stato possibile, non essendo generalmente un luogo adibito a matrimoni.
Volevamo assolutamente qualcosa che ci rappresentasse ma che soprattutto avesse un valore emotivo per noi, e niente più di Ibiza e questo posto in particolare parla di noi: è stato il nostro “posto segreto” per 10 anni, con la scogliera di terra rossa che tanto ricorda il deserto, il mare cristallino e un giardino “segreto” nascosto sul retro (e la paella più buona dell’isola).
Non potevo immaginare posto che riunisse tutto insieme quello che amiamo.
E così abbiamo chiesto e quando ci hanno detto che avrebbero volentieri ospitato il nostro giorno lo abbiamo preso come un segno e da lì in poi è stato davvero tutto magico.
Qual era lo stile del matrimonio?
Diciamo che non avevano uno stile in mente, sapevamo solo di volere famiglia stretta e amici di una vita. Pochi invitati per una grande festa. E volevamo musica, tanta musica e ballare fino all’alba in spiaggia.
Tutto il resto è venuto da sé e ci ha rappresentato in pieno - “in salute e sobrietà” (in tutti i sensi).
Parliamo di fiori e allestimenti.
Per allestimenti e fiori abbiamo seguito il nostro stile un po’ boho e seventies, niente di ricercato, avevamo tre “momenti” cerimonia
su scogliera, cena in giardino e danze in spiaggia e volevamo fare parlare il posto che è magico già di suo. Un arco di legno con pampas per la cerimonia e tavoli di legno grezzo per la cena con tante, tantissime lucine. Così tante che il primo commento di Thomas (anni 6) è stato “Mamma, ma è Natale?”. Missione compiuta! Per la spiaggia invece solo candele, tanta musica e la luna (e un pò di pizza a tarda notte che siamo pur sempre italiani).
La scelta dell’abito: di che designer era e cosa ti ha colpito?
Storia lunga, molto lunga. Non ho mai desiderato un abito da sposa “classico” (non avevo una cartella Pinterest per intenderci). Anche in questo caso è stato l’abito a trovare me.
Dopo avere avuto un’esperienza abbastanza drammatica in un atelier dove le aspettative su come una sposa dovrebbe essere o cosa dovrebbe volere mi hanno un pò traumatizzato sono tornata a casa ancora più convinta di non volere un abito da sposa. Ho iniziato a cercare ispirazione online e mi è apparso un abito che rappresentava in pieno quello che avevo in mente, elegante, sofisticato e allo stesso tempo leggero e un pò boho con tanto tulle, paillettes e soprattuto magiche maniche fatte a shawl per un tocco di libertà seventies. Insomma l’abito perfetto, se non fosse che si trattava solo di una foto senza dettagli o nome designer. Da qui, a solo due mesi dal gran giorno, ho iniziato una ricerca serrata che mi ha portato a scoprire
il nome del brand (Papilio) e purtroppo anche il fatto che questo abito fosse solo un sample e mai stato prodotto, l’atelier fosse in Bielorussia e fosse impossibile provarlo. Ed è così che nonostante i vari: “manca solo un mese” “non puoi prendere un vestito da sposa senza averlo provato” ecc ecc, ho deciso di contattare direttamente la designer (grazie Instagram) che come per magia mi ha detto che avrebbe prodotto il vestito per me nel più breve tempo possibile. Così, senza nemmeno averlo provato (o almeno visto) ma con la certezza che fosse quello giusto, ho mandato le mie misure ed ecco che dopo un mese e a due settimane dal gran giorno mi sono vestita recapitare a casa il mio vestito. Indossato, innamorata, sposata.
Nel colpo di fulmine bisogna crederci no?
Come hai capito che era quello giusto (l'abito, ovviamente)?
Appena l’ho visto sapevo che sarebbe stato quello giusto. Avevo cercato un “piano shawl dress” per un pò di tempo ma sembrava impossibile trovarlo così quando ho visto questo abito ho capito subito che sarebbe stato il mio, che mi avrebbe dolcemente “avvolto” durante la cerimonia e lasciata libera di ballare a piedi nudi sotto la luna per tutta la notte.
In cosa è emersa la personalità di voi due sposi?
Penso e spero sia emersa in tutto ma specialmente nell’atmosfera e nella voglia di fare stare bene tutte le persone presenti. Volevamo davvero fosse un momento unico per tutti i presenti, una grande festa che regalasse tanto a noi quanto a loro. La musica è stata una parte fondamentale, merito del marito che ha speso mesi nel mettere insieme canzone per canzone quelle (tantissime) ore di musica che hanno accompagnato ogni momento
e che hanno parlato di noi anche quando noi di parole non ne avevamo per
l’emozione.
Vi siete fatti aiutare da qualcuno (wedding planner) e/o avete coinvolto amici e parenti nell’organizzazione?
Vivendo a Londra e dovendo organizzare tutto ad Ibiza e, aggiungo, essendo un pochino “control freak” non è stato semplice. Avevamo in mente esattamente cosa volessimo, dai fiori, ai tavoli, alla musica e mi piaceva l’idea che fosse un pò una sorpresa per tutti. Abbiamo curato ogni dettaglio, dagli inviti creati per noi da un’amica designer ai fake tattoo disegnati per l’occasione da una nostra amica tatuatrice, alle fotografie di Andreea, molto più di una grande amica.
Poi per l’allestimento e l’aiuto logistico oltre ad un’amica sul posto (grazie Barbara) che mi ha consigliato e dato contatti preziosi, ci siamo affidati a Make My Day Ibiza. E non avremmo potuto scegliere meglio. Non solo per il servizio, assolutamente perfetto, ma per il calore, la gioia e l’ispirazione che hanno messo nel nostro piccolo matrimonio. La cosa che più ci ha colpito dell’organizzazione in generale è stato l’avere conosciuto e incontrato
persone magnifiche che hanno reso ogni dettaglio speciale e veramente magico.
Dai nostri fantastici Make my Day con Rafa e Marisa (indispensabili), a Jordi, proprietario di Sa Caleta, a Paola, super chef della nostra torta che ho conosciuto su Instagram ed è stato subito colpo di fulmine, ad Arianna la manicure maga che è ora una nuova amica. Insomma è stato come mettere insieme i passaggi di una storia che non era ancora scritta ma che era destino uscisse proprio in questo modo. Come se tutto intorno a noi riflettesse una felicità che ci ha accompagnato per i preparativi ed è culminata quella notte.
Sara e James: matrimonio boho a Ibiza
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C'è qualcosa che "a posteriori" avreste fatto o gestito diversamente?
Direi veramente di no, non so se sia stata fortuna o destino ma è stato tutto così magico e perfetto che non cambierei nemmeno un secondo. Peccato non avere potuto fermare il tempo.
Più agitata la sposa o lo sposo?
Decisamente lo sposo. Agitatissimo fino alla comparsa della sposa nel caso cambiasse idea. Dicono che le relazioni si basino sulla fiducia, esatto?
Un episodio divertente e il ricordo più bello:
Divertente ce ne sarebbero tantissimi: dal discorso del nostro amico reverendo-per-una-sera che si dimentica il passaggio dello scambio degli anelli (dettagli), alla nostra canzone finale dove invece
che un emozionante Into your Arms di Nick Cave partono ad urlare i Black Sabbath, al destino non si comanda. E a noi che, bagnati fradici alle 5 del mattino dopo l’ultimo bagno notturno, realizziamo che gli ultimi amici se ne sono appena andati con il transfer e noi siamo lì, nel mezzo del nulla, senza chiavi della macchina.
Il ricordo più bello è invece un’emozione, non è un ricordo in sè, è impalpabile, sono i nostri occhi e quelli dei nostri genitori, dei nostri amici, le lacrime di gioia, il blu del mare, il rosso della terra, il profumo dei pini, il ballo di mia nonna e di tutti gli altri, tutti insieme, con la voglia di esserci. E in quel preciso momento, proprio lì, sotto quella luna realizzare che sei felice e che stai “scartando” il più prezioso dei regali.
Che suggerimento ti sentiresti di dare alle altre spose?
Il nostro matrimonio è stato “atipico”, piccolo e organizzato in poco tempo (per i tempi “classici” che ho poi scoperto essere la normalità). Sicuramente più una festa che un matrimonio ma penso che il consiglio che possa valere in generale ed a prescindere dal tipo di giornata che si desideri, è quello di fare qualsiasi cosa ci rappresenti e sia autentico per la coppia e sicuramente anche circondarsi di persone e professionisti di cui fidarsi e che ci facciano sentire “tranquilli”. Insomma “good vibes only” prima del gran giorno. E poi godersi ogni momento, ogni attimo, ogni lacrima e ogni risata. E a
chi mi diceva "vedrai alla fine sarai distrutta", io dico solo: "avrei voluto non finisse mai"! Sarà per questo che tutti gli invitati pretendono un altro invito? Primo anniversario, stesso posto, stesso giorno, stessa ora.
Credits:
Foto: Andreea Bogdan
Abito Sara: Papilio
Abito James: William Hunt
Beauty: Arianna Baldoni
Hair: Energia Parrucchieri
Wedding Coordination: Make My Day Ibiza
Location/Restaurant: Sa Caleta Restaurant
Cake: Sweets&Cakes
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