Maranello Clutch, stile e unicità Ferrari da portare a mano o a tracolla
Tutto è cominciato nello stabilimento di Maranello. Dove nel 1947 Enzo Ferrari fondò il marchio automobilistico che da quasi ottant’anni porta il suo nome. E da dove, nello stesso anno, uscì la prima vettura della Scuderia, quella Ferrari 125 S che vinse il Gran Premio di Roma consacrando il team racing a tanti successivi successi.
E oggi, tutto succede ancora qui. Dove il sogno del Commendatore ha preso vita, e la sua passione, irrefrenabile, e visione, ambiziosa, attraversano ogni anfratto e continuano a dettare la strada da seguire. Resistendo alla sfida del tempo che passa e che spesso cambia le cose. Ma non a Maranello.
Noi di Grazia abbiamo avuto l’occasione di visitare la Factory e di toccare con mano il fascino del mito Ferrari.
Ferrari Factory
Da un lato, la Factory di Maranello è come uno scrigno che custodisce le preziose origini e conserva la storicità del marchio. Dall’altro, è un centro di innovazione, sviluppo e avanguardia pura. Due anime che convivono insieme, permettendo al mito Ferrari di continuare a generare sogni (anche se per pochi).
La sensazione di fare un tuffo nel passato è palpabile all’ingresso, con la facciata anni Quaranta e il viale Enzo Ferrari che porta nel cuore della Cittadella. Percorrendolo a piedi o in navetta, si inizia piano piano a respirare un’aria nuova.
Tra le strutture architettoniche realizzate da celebri architetti come Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Jean Nouvel, Marco Visconti e Luigi Sturchio, ci sono gli stabilimenti dove vengono assemblate, verniciate e poi testate le mitiche automobili del Cavallino rampante. Building dove l’elevato livello di automazione non ha però sostituito il lavoro manuale. Ogni postazione lungo le linee di produzione è un check point serrato, in cui l’attività dei robot si somma a quella specializzata degli operai e delle operaie Ferrari, a cui è affidato il compito di controllare che ogni fase del lavoro sia svolta alla perfezione.
Questa è la regola in Ferrari: la cura maniacale non si ferma ai singoli dettagli, si va sempre più a fondo fino ad analizzare anche i dettagli degli stessi dettagli. Del resto, “la macchina migliore è quella che deve essere ancora costruita", ripeteva Enzo Ferrari. Come a dire che c’è sempre un margine di miglioramento in ciò che si fa. Purché nulla venga lasciato al caso (aggiungiamo noi).
Dalla Scuderia Ferrari alla passerella
E niente in Ferrari viene lasciato al caso. Semmai, almeno in una prima fase, all’immaginazione. "Se puoi immaginarlo, puoi farlo", diceva ancora il Commendatore.
E dall’idea di portare il saper fare, l’eleganza e il mito Ferrari dalla Scuderia alla passerella, è nata nel 2019 la Divisione Style. Guidato dal direttore creativo Rocco Iannone, il team fashion Ferrari ha reinterpretato i codici estetici del marchio e adattandoli alle regole dello stile ha dato vita a un nuovo linguaggio, che si esprime in una collezione di abbigliamento uomo, donna e bambino acquistabile in una manciata di negozi monomarca sparsi per il mondo (uno dei quali, ovviamente, è a Maranello).
Il tutto rimanendo fedele ai concetti di esclusività, sportività e artigianalità che caratterizzano il mondo Ferrari.
Dall’ingresso di Ferrari nel mondo Moda, mancava, però, un tassello importante: un vero e proprio trait d'union tra lo sviluppo luxury fashion e la storica fabbrica di Maranello. Così è nata la Maranello Clutch, una borsa che è la replica del modello Daytona SP3, fatta a mano nello stesso luogo in cui, tutti i giorni, avviene il “matrimonio” - termine usato in Ferrari per indicare quella fase di produzione in cui la scocca si unisce al motore - di una Purosangue.
Sogno in miniatura
Il corpo della pochette è in alluminio, modellato e verniciato dagli stessi "artigiani" che realizzano i prototipi delle automobili Ferrari.
In seconda fase, la Clutch passa al reparto "Selleria e Interni" - dove la manodopera femminile è il 75% - per essere rivestita internamente e rifinita a mano. Un lavoro che richiede almeno quattro ore di cure e attenzioni.
Il risultato è un oggetto che sfiora la perfezione: una borsa da portare a mano o a tracolla che è già diventata un oggetto cult per gli amanti di Ferrari (e non solo). Lo dimostra il modello della collezione SS24, un’edizione limitata ricoperta a mano da 15 mila cristalli Swarovski che è stata battuta all'asta durante una cena di gala di Ferrari a New York per 100 mila dollari.
A rendere esclusiva ogni Clutch - oltre al prezzo iniziale che sfiora i 5.500 € - sono la serie limitata e le colorazioni. Ogni borsa è prodotta in soli nove pezzi e al momento sono state realizzate (solo) nove pochette di colore rosso Ruby, tendente al bordeaux; nove in verde Abetone; e altrettante in arancio "Dino", il colore dedicato al primo figlio del Commendatore e di Laura Garello, Alfredo detto “Dino”, morto giovane a causa di una malattia chiamata Distrofia di Duchenne.
Taylor made come una supercar
E come ogni supercar Ferrari, anche la Clutch può essere personalizzata. Se ne occupano i designer e i modellatori del Centro Stile, la stessa divisione in cui nascono le Rosse fatte su misura - giusto qualche centinaio all’anno -: auto uniche, irreplicabili, “vestite” con i materiali preferiti dai ferraristi e i colori scelti da una tavolozza o realizzati su campione.
Insomma, la massima espressione dei desideri del cliente. Perché costruire in Ferrari è un’arte sartoriale che rende (quasi) tutto possibile. A una condizione, però: che lo stile scelto rispetti appieno la tradizione e i codici del marchio.
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