Vincent Cassel: fino al prossimo scandalo
Al cinema è un uomo maturo che cede alle avances della figlia adolescente di un amico. Fuori dal set è un sex symbol sempre al centro di qualche gossip. Ma che si tratti di pettegolezzi o di tabù, l’attore francese ha una risposta sola: «Non sei mai tu a decidere da chi sei attratto»
Immaginate due padri single sulla cinquantina, amici per la pelle, in vacanza in Corsica con le rispettive figlie adolescenti. Uno è estroverso e permissivo, l’altro intransigente. In una notte di luna piena, avviene la catastrofe: il primo fa l’amore con la figlia 17enne dell’amico, complice un bicchiere di troppo e la bellezza insolente della ragazzina che gli si getta nelle braccia. E s’innamora perdutamente di lui, minacciando di rivelare tutto al padre. Come gestire la situazione ed evitare che l’incauto episodio abbia ripercussioni devastanti sull’amicizia dei due uomini e sulle vite di tutti? Questo il tema del film Un momento di follia (nelle sale dal 24 marzo), una commedia agrodolce diretta da Jean-François Richet, interpretata magnifica- mente da Vincent Cassel e François Cluzet e dalle giovanissime Lola Le Lann e Alice Isaaz.
Avete indovinato? Con il suo fisico scolpito, gli occhi azzurri e i capelli brizzolati, in una parola irresistibile, è Cassel, 49, che si lascia sedurre dalla figlia del suo migliore amico, si pente amaramente ma fino all’ultimo non ha il coraggio di confessare tutto all’uomo che, armato di fucile, cerca la “cana- glia” che ha approfittato della sua bambina.
«E pensare che all’inizio il regista voleva affidarmi proprio la parte del padre severissimo, sono io che ho voluto fare l’altro personaggio», mi racconta Vincent a Roma, sempre bellissimo e di ottimo umore. Nel film è il seduttore suo malgrado di una minorenne, un ruolo controverso che in Francia ha scatenato qualche polemica. E nella realtà, penso stringendogli la mano, sarà vera la voce che imper- versa sul web e cioè che a tre anni dal divorzio da Monica Bellucci, l’attore francese è il nuovo amore della quasi coetanea Valeria Golino, 51, che per lui avrebbe addirittura lasciato Riccardo Scamarcio? «Siamo qui per parlare del film, allora parliamo di quello», mi esorta Vincent offrendomi un caffè e pregandomi, con gentilezza, di evitare le domande sulla sua vita privata.
Mi dica, allora: perché ha scelto di interpretare il personaggio più ingrato?
«Non volevo essere il padre che incute paura, ma quello che si comporta da vigliacco e non riesce a uscire dal disastro che lui stesso ha combinato. Il film parla di un’amicizia tradita, non di un amore impossibile: il mio personaggio, infatti, non si in- namora della ragazzina, ma cade in tentazione in un momento di follia».
Crede che anche nella realtà le giovanissime siano così intraprendenti?
«Lo chiedo a lei: pensa che potrebbe verificarsi nella vita la situazione descritta nel film?».
Penso di sì, ma lei come giudica il comportamento di questa adolescente?
«Non ci trovo nulla di strano e di conseguenza non la condanno. Qualche giornale francese ha accusato il film di essere sessista perché è la ragazzina a prendere l’iniziativa. Sciocchezze. Fin dall’inizio della storia dell’umanità le donne giovani si sono innamorate degli uomini più maturi attratte dalla loro esperienza, o per cercare protezione. Sarà sempre così».
Il film è il remake di un film francese che nel 1977 fece scandalo, Un moment d’égarement di Claude Berri: lì la protagonista aveva addirittura 15 anni.
«Sarebbe stato troppo. Ho chiesto io stesso al regista di portare il personaggio alle soglie della maggiore età: non volevo che il pubblico avesse uno shock».
Ma a lei potrebbe capitare di perdere la testa per una 17enne?
«Che cosa vuole che le dica: non sei mai tu a scegliere di chi ti innamori o da chi sei attratto. Succede».
Le sue figlie sono ancora piccole (Deva ha 11 anni, Léonie 6, ndr) ma come reagirebbe se domani una di loro si innamorasse di un uomo molto più grande?
«Se avesse 15 anni mi opporrei, è ovvio, ma se fosse maggiorenne la lascerei fare. Ne parlavo con il mio collega François Cluzet, anche lui padre di due figlie: sappiamo entrambi che non ci appartengono e a un certo punto faranno quello che vogliono. Se volessero andare a letto con il nostro migliore amico, nessuno glielo potrebbe impedire».
E se volessero seguire le orme dei genitori e diventare attrici, le ostacolerebbe?
«No, ma nemmeno le incoraggerei. Il nostro è un mestiere durissimo, se non lavori rischi di cadere in depressione».
Non vale per lei, che non si ferma un minuto: la vedremo accanto a Matt Damon nel nuovo episodio della saga Bourne e probabilmente al Festival di Cannes con Marion Cotillard nel f ilm di Xavier Dolan Juste la fin du monde. Da che cosa dipendono le sue scelte?
«Con il tempo sono diventato più flessibile: se fossi troppo esigente, girerei un solo film all’anno, ma devo mandare avanti la baracca e non posso fer- marmi. Avrò 50 anni a novembre e devo sbrigarmi a interpretare i ruoli da eroe o antieroe. Dopo, mi toccherà fare solo i padri».
Visto che ha evocato il fatidico compleanno, le chiedo: pensa che con i 50 cambierà qualcosa?
«Solo il modo in cui gli altri mi guarderanno. Per quanto mi concerne, l’unica avvisaglia dell’età sono gli acciacchi fisici. Ma mio padre (l’attore Jean-Pierre Cassel, scomparso nel 2007, ndr) diceva che se dopo i 50 non hai qualche doloretto vuol dire che sei morto. A parte il corpo, che sul set uso senza risparmio, mi sento molto meglio oggi che a 25-30 anni».
Come mai? Che cosa ha imparato con l’età?
«A essere più riflessivo, a non cedere al panico di fronte ai problemi. In poche parole, oggi mi sento molto più adatto ad affrontare la vita».
Dopo il divorzio da Monica si è stabilito a Rio de Janeiro: che cos’ha il Brasile più della Francia?
«Malgrado le forti discriminazioni sociali, è un Paese giovane che vive nel presente e per il futuro. A differenza dell’Europa, non è schiacciato dal peso del passato. I brasiliani hanno una forte identità nazionale, quella che in Francia è in crisi. Sono andato via, pur mantenendo il passaporto del mio Paese, perché non ne potevo più di sentir parlare di religione e dei conflitti tra Israele e la Palestina: non mi riguardano. La vera rivoluzione sarà riscoprire il nostro spirito laico».
Ma che cosa fa quando è a Rio?
«Lavoro. Ho girato un paio di film, produco video musicali, preparo un grande festival cinematografico. Non mi annoio mai. E mi sento libero».
Che cosa sogna per il futuro?
«Di continuare a vivere e lavorare. Dopo i 40, un uomo deve preoccuparsi solo di far felici i suoi figli. Non so chi l’ha detto, ma sono d’accordo».
Vincent, non mi lasci con la curiosità: ha un nuovo amore?
«Ma a chi vuole che interessi, scusi?».
Alle innumerevoli donne che la ammirano, sa benissimo di essere un sex symbol.
«Le rispondo soltanto che non mi innamoro come se niente fosse».
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