È cresciuta in una famiglia di donne, vive a Parigi e la vedremo alla Mostra del Cinema di Venezia nei panni di una donna combattiva. L’attrice italiana più misteriosa posa per Grazia svelando molto di sé: l’infanzia senza regole, la lunga attesa prima di diventare madre, il papà ritrovato ormai da adulta e la fuga da tutto che sogna per festeggiare i suoi 40 anni

Intensa. Impegnata. Misteriosa. Impenetrabile. Severa. Mentre aspetto l’attrice Maya Sansa, passo mentalmente in rassegna gli aggettivi più usati per descrivere questo esemplare atipico dello star system. Quarant’anni il prossimo 25 settembre, madre italiana e padre iraniano conosciuto soltanto a 15 anni, occhi neri che “bucano” lo schermo, Maya è cresciuta a Roma, ha studiato recitazione in Inghilterra, facendo amicizia con il futuro divo Orlando Bloom, e da qualche anno vive a Parigi. Nel frattempo è diventata la musa dei grandi registi, definita dal quotidiano americano The New York Times «la nuova icona del cinema italiano». Con Marco Bellocchio ha girato tre film (tra cui Buongiorno, notte in cui interpretava la brigatista carceriera di Aldo Moro), ha lavorato con Marco Tullio Giordana, con Gianni Amelio e con i francesi Claude Miller, Benoît Jacquot, Jean-Paul Salomé. Da 14 anni vive con l’attore franco-irlandese Fabrice Scott, da due è mamma della piccola Talitha e si mantiene accuratamente al riparo da mondanità e paparazzi. Non so molto altro di lei: Maya è una di quelle attrici che s’impongono con la forza del talento.
È dunque per conoscerla meglio che le do appuntamento a Roma: il 2 settembre il suo ultimo film Storie sospese, diretto da Stefano Chiantini, aprirà alla Mostra del Cinema di Venezia le Giornate degli Autori.
Poi uscirà Amo la tempesta di Maurizio Losi e a novembre, su Sky, l’attrice sarà tra i protagonisti del secondo ciclo di In Treatment, in cui sarà un’avvocatessa in terapia dallo psicoanalista Sergio Castellitto. Maya mi viene incontro quasi correndo, il bel viso struccato e i lunghi capelli sciolti. Mi colpisce il suo sorriso aperto. Sembra molto più giovane dei suoi anni e si apre con sincerità. So che Talitha la aspetta poco lontano dal nostro set. «Ho ritagliato lo spazio dell’intervista», mi spiega l’attrice, «in una pausa della lavorazione della serie Parenthood, adattamento di un successo americano, in cui interpreto una mamma. Bellissima esperienza».
Invece nel film che presenta a Venezia che cosa fa?
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