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Grazia

«La mia famiglia e il superpotere della passione»: l'editoriale di Enrico Cerea

Chicco Cerea
L'editoriale di Enrico Cerea della famiglia Cerea, direttrice ospite di Grazia Food

La vera eredità che nostro padre Vittorio ci ha lasciato è stata fare sempre tutto con amore. E si sa, l’amore passa anche per la buona tavola: nutrire le persone, regalare bontà e piacere è un atto d’amore, quello che vorremmo trasmettere anche dalle pagine di questo numero di Grazia Food. Grazie alla direttrice Silvia Grilli realizziamo per la prima volta un sogno: fare i direttori fuori dalla nostra cucina.

Avevo 12 anni quando ho cominciato a girare tra i fornelli del ristorante di famiglia. Tornavo da scuola, lasciavo la cartella al bancone all’ingresso del locale, dove mia madre Bruna faceva i conti, e andavo da mio padre. Adoravo osservare. Ero molto curioso. E ciò che faceva mio padre Vittorio era una magia: quel passaggio da qualcosa che non c’era a qualcosa che c’è era un mistero. Per noi lui è stato un modello, era un uomo concreto e nello stesso tempo un grande sognatore. Aveva un superpotere: la forza di credere in se stesso e nel suo sogno. Solo così negli Anni 70 ha potuto sfidare i colossi che servivano carrelli di bollito, puntando sui branzini, a Bergamo. È grazie a lui se oggi il nostro gruppo è una realtà nel mondo, perché a guidare il nostro lavoro è quella stessa passione. La cucina fatta in un certo modo avvicina al bello, le cose buone da mangiare e quelle che ci fanno stare bene. È la passione a fare da trait d’union tra la sensualità e il piacere, un tema molto caro a tutti noi in famiglia, dal buon cibo ai tanti aspetti del godersi la vita. Compreso quello di rendere felice chi ci viene a trovare e farlo gioire per la nostra accoglienza, cosa che abbiamo imparato da mamma Bruna e papà Vittorio, che in questo sono sempre stati fantastici.

Io sono il primogenito e faccio da portavoce, ma noi fratelli siamo come una band, dipendiamo l’uno dall’altro. È come se ogni giorno con la nostra squadra volessimo vincere una Champions League. Non ci sono conflitti di potere tra noi, ma sinergie e complicità, ognuno con il suo carattere e la sua personalità. Roberto, detto Bobo, che lavora con me in cucina, sa ascoltare ed è una roccia. Francesco è istrionico, il più vivace di tutti noi e grande comunicatore. Rossella, come dice mia madre: “È Vittorio con la gonna”, una forza della natura. Funzioniamo insieme, come gli ingredienti assortiti di una ricetta riuscita.

Abbiamo la fortuna di conoscere tante personalità importanti, tra queste ho scelto tre persone che meglio rappresentano il connubio tra la sensualità e la cucina afrodisiaca. Diletta Leotta ha un sorriso sornione ed è intrigante, Michelle Hunziker è una donna con una grande profondità d’animo e Fabio Galante è uno sportivo molto amato che sa di piacere e che prende la vita nel modo giusto. Il nostro è un mestiere che si impara solo amando ciò che stai facendo, guardando gli altri e imparando dai propri errori. Solo così si cresce. Ma siamo sicuri che stiamo parlando solo di cibo?
(Testo raccolto da Alessia Ercolini)

© Riproduzione riservata

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