Giampaolo Morelli: «Ci voleva un figlio per crescere»
Per molto tempo Giampaolo Morelli è stato in tv l’ispettore Coliandro. Ora lo ritroviamo al cinema come sacerdote e come seduttore. «Ma la trasformazione più grande», dice a Grazia, «la devo a un bambino di 2 anni».
Arrivo davanti a un portone color verde bottiglia nel cuore di Trastevere, a Roma. Sul campanello c’è scritto: La Tognazza al Douze. So che La Tognazza è la casa vinicola dell’attore Gianmarco Tognazzi, mentre Il Douze è il piccolo teatro dell’attore Giampaolo Morelli, famoso per il ruolo tv dell’ispettore Coliandro. Proprio lui, che apre la porta e mi fa entrare, mi spiega il nome del locale: «Gianmarco è un mio amico: gli è piaciuta l’idea di un ambiente dove si recita e in cui, la sera, si servono il suo vino e i suoi prodotti bio».
Lei è nelle sale con Babbo Natale non viene da Nord, diretto da Maurizio Casagrande: chi interpreta?
«Sono un prete, don Tommaso: un ex bullo di strada molto amato dai ragazzi della sua casa famiglia».
Sul set c’è la cantante Annalisa, al suo debutto in scena: che persona è?
«Una ragazza molto dolce. Quando inizia a cantare, ha una voce che ti arriva diretta alla pancia».
Lei ha una parte anche in Miami Beach, il nuovo film dei Vanzina. Come si è trovato lì?
«L’unica cosa che non mi ha convinto del film è Miami: bella, ma finta. Sarà che non amo le discoteche. La mia serata tipo prevede cena in casa, una puntata del cartone animato Peppa Pig con mio figlio Gianmarco (2 anni, nato dalla relazione con l’attrice Gloria Bellicchi, ndr) e poi tutti a nanna».
In questo film lei corteggia una donna molto più giovane. Le è mai capitato nella vita?
«No. Ma solo perché mi sono innamorato poche volte».
Quante?
«Due, forse tre, se aggiungo un amore adolescenziale. Sono i più stupidi, ma i più potenti».
Sono quelli che fanno soffrire di più?
«No. Se sei innamorato, stai sempre male».
Ora è papà: come cambia un uomo quando ha un figlio?
«Va al lavoro più felice: stare a casa col bambino è più faticoso. Ora, sul set, non mi fermerei più. Scherzo, ma non troppo. Di sicuro cambiano le priorità».
Che tipo di padre è lei?
«Giocherellone. Non sgrido mai mio figlio: a due anni non serve, qualche capriccio è inevitabile. E poi Gianmarco è pieno di energia: gli piace indossare un enorme cappello azzurro e gira per casa con la chitarra».
Da bambino lei com’era?
«Timido. Ma presto sono cambiato: a 13 anni facevo il prestigiatore, subito dopo sono diventato attore».
Nel gennaio 2016 ci sarà il ritorno in tv dell’ispettore Coliandro, dopo una pausa di sei anni. È cambiato?
«È maturato, perché sono invecchiato io. Ma nonostante il passare del tempo, rimane un personaggio attuale».
In che cosa le assomiglia?
«Siamo entrambi dei combattenti. Io ho sempre lottato: prima per fare l’attore, poi per costruire una famiglia».
Con Gloria Bellicchi, però, non è sposato.
«No, ma abbiamo un figlio insieme: più legati di così!».
In quali altri ruoli la vedremo?
«Sarò un commissario che combatte i mafiosi nella commedia Quel bravo ragazzo. Poi sarò lo scrittore Andrea Camilleri in un cortometraggio della Rai. Non imiterò la sua parlata, però: non ci provo nemmeno».
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