L'assassino di Alessandra perseguitava anche noi

«Certo che ho paura. Sarei un’incosciente se non fosse così». A parlare è Daria.
Lei (che ha chiesto un nome di fantasia per proteggersi) è una delle donne, tutte con più di quarant’anni, con profili social molto curati, frequentate nei mesi scorsi da Giovanni Padovani, 26 anni, calciatore di Senigallia. Lui è in carcere con l’accusa di avere ucciso a Bologna, il 23 agosto, la sua ex, Alessandra Matteuzzi, 56, a colpi di martello. L’uomo sentiva queste testimoni e tentava di frequentarle di tanto in tanto.
Grazia si è messa in contatto con Daria e con Bruna. Entrambe le donne raccontano di un ragazzo «che non stava bene, ossessionato dalla sua ex». Padovani era geloso e possessivo nei confronti di Alessandra, con cui aveva avuto una relazione per alcuni mesi, nell’estate del 2021.
Prima c’era stata un’altra donna. Padovani controllava anche lei. L’ossessione per Alessandra era totale, al punto che Padovani con chiunque, nella sua vita di tutti i giorni, dagli amici ai compagni di squadra, non faceva che parlare di lei. Un’altra fonte, un suo coetaneo, calciatore, Dario, raggiunto da Grazia racconta: «Era fuori controllo. Chiamava chiunque fosse entrato in contatto con Sandra, anche solo per una sera, e chiedeva ossessivamente di lei. Si era convinto che lo tradisse. Siccome era un bel ragazzo, anche alcune mie amiche volevano uscirci. Io le ho messe in guardia, dicendo che Giovanni non era a posto. Era originario di Senigallia, anche se viveva a Catania, a causa della squadra di calcio in cui giocava. Però andava spesso a Bologna, aveva chiesto anche a me e ad altri amici calciatori di accompagnarlo, con la scusa di andare in un locale. Invece, poi, voleva andare sotto la casa della sua ex».

Le Storie in evidenza sul profilo Instagram di Padovani, il cui fermo è stato convalidato poche ore dopo l’assassinio, confermano quanto racconta la nostra fonte. Così fa anche la denuncia presentata da Alessandra ai carabinieri il 29 luglio, nella quale, come poi nelle integrazioni successive del 3, 8 e 13 agosto, aveva raccontato nel dettaglio le persecuzioni. Alessandra aveva paura, perché Giovanni si appostava sotto casa sua, entrava dalla terrazza, chiamava chiunque la conoscesse con l’intento di controllarla. Come riporta la denuncia sporta dalla donna.
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Testo di LETIZIA MAGNANI
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