Maxim Magnus: tra glamour e attivismo
Un pomeriggio a Milano con Maxim, tra le modelle più chiacchierate dell'internet
Maxim Magnus è Belga, di Anversa, ha vent'anni e di professione fa la modella. Da qualche anno vive a Londra, dove si è trasferita per studiare al Condé Nast College of Fashion & Design.
Il debutto in passerella risale a pochi mesi fa, quando, in occasione della London Fashion Week, ha sfilato per la designer inglese Paula Knorr.
Il primo servizio fotografico, invece, è avvenuto un po' per gioco. Maxim si presta per fare un favore a un compagno di corso, tutti restano colpiti dalla sua naturalezza e gli stessi professori le consigliano di tentare la carriera come modella. Et voilà.
A solo un anno di distanza Maxim annovera collaborazioni con la maggior parte dei magazine inglesi di settore e con brand come Alexandra Rich e Gucci.
Ma questa ragazza dai lunghi capelli castani non è solo glamour. È soprattutto qualcuno che ha qualcosa da dire.
“Con Instagram arrivi ovunque, è una piattaforma fortissima che ti permette, in un certo senso, di educare anche le persone.” Educarle a un certo tipo di estetica, a una certa sensibilità, mi viene da pensare.
Maxim è molto sicura, parla in maniera calma e ponderata. Racconta di come vorrebbe riuscire a sfruttare il medium per arrivare a più persone possibili e poter raccontare la sua storia.
« Il mio obiettivo non è avere milioni di followers, mi interessa piuttosto che queste persone siano realmente interessate a me e soprattutto ad ascoltare ciò che ho loro da dire. »
“Il mio obiettivo non è avere milioni di followers, mi interessa piuttosto che queste persone siano realmente interessate a me e soprattutto ad ascoltare ciò che ho loro da dire”.
E la sua storia è una storia di sofferenza ma anche di traguardi. A tredici anni capisce di non appartenere al genere maschile. Non è ancora un adolescente, è in un’età critica e quello che sa del suo corpo è poco o nulla. La famiglia l’assiste e la supporta, così Maxim entra in terapia e ci rimane per quattro anni, finché non si libera un posto per l’operazione.
A diciassette anni diventa la ragazza che è sempre stata, si libera di un corpo trasformato in prigione e inizia la sua nuova vita.
“Nella moda tutto diventa cool e smette di esserlo un attimo dopo”, dice. “Nascere transgender non è né una colpa né qualcosa di anormale. Le minoranze vengono sfruttate da un’industria che non è realmente pronta all’integrazione.”
Le chiedo come si può affrontare la questione: “Facendosi sentire, non avendo paura. Sto imparando a rifiutare dei lavori in cui vengo scelta solo ed esclusivamente per il mio essere trans. Esigo di essere scelta per la mia persona nella sua integrità e non solo per una parte di me.”
Gucci, per esempio, con cui Maxim ha collaborato per il progetto “Second summer of love” (una serie di cortometraggi usciti questa estate), è uno di quei marchi che ammira. “Alessandro Michele e il suo team portano in passerella qualcosa che nessuno avrebbe mai osato far sfilare nemmeno nel futuro anteriore”, mi dice elettrizzata, “è questo che intendo quando parlo di una comunicazione che sia trasversale e che arrivi anche nelle case di chi di moda non si intende e non si interessa”.
#Transisnotatrend è l’hashtag che l’ha resa celebre e che le è costato delle critiche da parte di una delle organizzazioni no profit trans che ne contestava la strumentalizzazione. L’opposto di quello che Maxim tenta di fare.
Ne è la prova il suo canale YouTube dove il tema viene affrontato in modi diversi, anche nel confronto con estranei.
« L’industria ha una lunga strada davanti. Ci vorranno parecchi anni prima che le cose possano risultare più eque e giuste »
Maxim non ha una visione negativa dell’ambiente creativo, al contrario racconta di come Londra sia per lei il futuro. Una città dove le nuove generazioni si aiutano vicendevolmente e dove non ti senti giudicato per quello che indossi né tanto meno per quello che sei.
“L’industria ha una lunga strada davanti. Ci vorranno parecchi anni prima che le cose possano risultare più eque e giuste agli occhi di chi, come noi, si arrabbia davanti alle ingiustizie”, mi sorride .“Ma sono sicura che il percorso sia quello giusto. Internet è un mezzo potentissimo e dobbiamo imparare a sfruttarlo nel migliore dei modi”.
Prima di salutarci mi racconta dei lunghi messaggi che spesso riceve su Instagram. Sono persone che stanno passando un momento difficile, che si sentono sole e che trovano in lei un esempio. La rende orgogliosa rispondere e dare una speranza parlando della sua esperienza. “Se ce l’ho fatta io, perché non tu?”.
Maxim non vuole essere ricordata o citata soltanto come la nuova modella trans da tenere d’occhio.
Scrivendo questo pezzo mi auguro (e le auguro) di essere, piuttosto, ricordata come una di quelle giovani donne combattenti che ci mettono la faccia per cambiare un intero sistema.
Fotografia: Alessandro Mitola
Abiti: Angelia Ami
Scarpe: Marsèll
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