GIORNO
NOTTE
  • In evidenza
  • Grazia Phygital Awards

    Grazia Phygital Awards

    Grazia Phygital Awards

  • SHOP GRAZIA

    SHOP GRAZIA

    SHOP GRAZIA

  • #BADALADA

    #BADALADA

    #BADALADA

  • GRAZIA FOOD

    GRAZIA FOOD

    GRAZIA FOOD

  • Skin Longevity

    Skin Longevity

    Skin Longevity

  • Speciale Mostra Cinema di Venezia

    Speciale Mostra Cinema di Venezia

    Speciale Mostra Cinema di Venezia

  • Canali
  • Moda
  • Bellezza
  • Lifestyle
  • Factory
  • People
  • Casa
  • Magazine
  • Shopping
  • Oroscopo
  • Magazine
  • La cover della settimana
    ABBONATI
    • Pubblicità
    • Contributors
    • Condizioni
    • Privacy
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Notifiche push
    • Gestione dei cookie
    • © 2025 REWORLD MEDIA S.R.L. - Sede Legale VIA BIANCA DI SAVOIA 12 - 20122 MILANO - Codice Fiscale e Partita IVA: 12693020963 - riproduzione riservata

Grazia

Stai leggendo:

Factory

Giò Rubino: artista eclettica, libera pensatrice

Giò Rubino: artista eclettica, libera pensatrice

foto di Daniela Losini Daniela Losini — 2 Luglio 2025
Abbiamo incontrato Giò Rubino artista eclettica e dalle attidudini poliedriche per ascoltare il suo punto di vista arricchente

Entrare nel mondo di Giò Rubino è entrare in un mondo dettato da tempi personali, incontrare il suo flusso di pensieri significa vedere le cose da una prospettiva differente dal pensiero corrente, dove il tempo della riflessione sovrasta ogni decisione impulsiva che spesso questa società performativa, anche a i più resistenti, capita di fare.

154A2191 copia

Raccontaci il tuo background: sei un'artista pittrice e una tattoo artist, come hai unito queste due inclinazioni?
Ho iniziato nel mondo dei tatuaggi perché ne ero affascinata, guidata da quella curiosità che in genere mi caratterizza da buona gemelli. La curiosità è sempre il mio punto di partenza. Il punto di arrivo ancora non lo conosco e non lo immagino. Nel 2017 feci questo viaggio a Helsinki in Finlandia e lì per caso - e non troppo per caso in realtà - ho fatto il mio primo tattoo. Tornata in Italia ho iniziato a lavorare nei Tattoo Studio. Un po' per diletto, un po' per determinazione ho iniziato a collaborare con studi molto importanti come il Propaganda di Noyz Narcos e Roots, lo studio dove lavoro ora quando sono a Milano, fondato da Lucille Ninivaggi. Sono artisti che ammiro da molto. Mi riservo però viaggi di lavoro frequenti, sono appena tornata da Venezia dopo Parigi e ci tornerò ancora, e ancora. A Luglio andrò a Marsiglia. Milano mi piace molto ma sto cercando ancora la mia città da amare in modo assoluto.

154A2173 copia
154A2129 copia

Trench in pelle TOD'S, occhiali vintage

Per te è stato naturale spaziare dal segno di un tatuaggio al decidere di dipingere una tela?
Sì anche se il tatuaggio è indelebile mentre invece lavorando con gli acrilici, le matite, le penne, su tela, carta, vestiti, muri di casa puoi cambiare quanto vuoi, puoi riprendere il soggetto, puoi cancellare tutto, puoi riniziare, cosa che con i tatuaggi non puoi fare. Due anni fa ho dipinto un quadro molto molto minimal e molto molto grande. Ritraeva due pere e un vulcano atto a provocare un'emozione carnale, a provocare in generale direi. L’arte credo abbia questo compito.

Dalla “tecnica” pittorica all'atto fisico è un atto di condivisione mentre invece dipingere è qualcosa che si fa in solitudine.
Totalmente in solitudine sì. A volte mi chiudo per giorni a casa e faccio solo quello, lo consiglio. Mi rilassa molto. Entro nei miei pensieri, penso a cose che mi sono accadute e qualcosa finisce sulla tela. Crescendo mi sono resa conto che è qualcosa che puoi fare solo se riesci ad apprezzare la solitudine, ad ascoltare i tuoi pensieri, cosa che ti fa maturare caratterialmente e personalmente, se non impazzisci nel farlo! È un po' come se fosse un modo mio per meditare. Poi scrivo molto, troppo.

GIO_RUBINO1083 copia 2
GIO_RUBINO1028 copia 2

Total look MAGLIANO

La ricerca del ritmo interiore è molto importante e bisogna trovare la propria tribù, che ne pensi?Assolutamente d'accordo. Sono circondata da registe, scrittrici, cantanti, pittrici, artisti e poeti che è una cosa che quasi non ti immagineresti nel 2025. C'è chi lavora e vive con l’arte e si distacca totalmente dal mondo attuale. Sono appena stata alla Biennale di Venezia e un tema fondamentale sul quale hanno voluto illuminare è l'avvicinarsi alle nuove tecnologie, come puoi immaginare non troppo il mio. Mi piace l’idea di vivere la cosiddetta “vita lenta” e avere il tempo di incontrare gli amici, fare una cena, chiacchierare, parlare di temi profondi, geopolitici, sociali, parlare delle passioni personali che ci abitano, coltivare il pensiero interiore che spesso ci dimentichiamo di avere in un mondo frenetico come quello di adesso soprattutto in città caotiche come Milano. 

GIO_RUBINO0011 copia
GIO_RUBINO0055 copia
GIO_RUBINO0083 copia

T-shirt e denim CALVIN KLEIN, borsa BOSS, scarpe SEBAGO, anelli NOVE25

L'atto di abbigliarsi, vestirsi, è una scelta puramente estetica per te o è correlata al tuo mondo interiore?
Il modo col quale ci esponiamo al mondo esterno, il modo in cui vestiamo, teniamo i capelli è sicuramente legato a una visione estetica che noi abbiamo anche del nostro mondo interiore, inevitabilmente però figlia della società in cui cresciamo o alla quale siamo esposti. Una cosa che mi sento di dire è che da sempre seguo il mio istinto nel vestirmi, ma ho avuto anche il privilegio di poterlo fare, di essere una persona libera. Compro vestiti di seconda mano da quando ho memoria. Mi piace la ricerca e la cura con la quale ci si affaccia a questa abitudine. I primi anni in cui mi sono trasferita a Milano sono andata a vivere con il mio migliore amico, è un artista, un poeta molto bravo. Il suo patrigno è stato Fiorucci nei suoi primi 10 anni di vita. Nell’aria c’era spesso questa cosa proprio di trasgressione rispetto alla moda e alle tendenze. Fiorucci diceva che una donna - si parla di riflessioni maturate negli anni 90 quindi più legate al corpo femminile - si può vestire anche con gli stessi tre abiti tutta la vita dato che dipende tutto da come li porti. In soldoni tutto sta nel portamento, se sei una persona dozzinale lo sei anche se vesti YSL o Miu Miu.

GIO_RUBINO0054 1 copia
GIO_RUBINO0031 1 copia 2

Completo con gilé e giacca in pelle SAPIO

 Anche io credo molto nel potere immaginifico dei vestiti, mi piace che raccontino una storia.
Esattamente: sei tu che caratterizzi loro piuttosto del contrario, ecco questo è importante per me. Mi rendo conto che positivamente nella visione di nuova generazione questa realtà si stia in qualche modo rafforzando, figlia forse dell’individualismo al quale ci stiamo sempre più abituando. Avendo però molto più accesso alle cose materiali di minor qualità non viviamo più quel desiderio di un oggetto potenzialmente inarrivabile e prezioso. Adesso è tutto molto più accessibile ma automaticamente, e questa è una conseguenza banale se vogliamo ma vera, ci godiamo meno l’euforia, il gaudio. Sicuramente le tendenze influiscono ma è bello sapersi creare una propria identità.

Parliamo della parte più giocosa del vestirsi: come è stata per te l’esperienza di interpretare gli abiti che hai indossato per l’editoriale che abbiamo scattato?
Mi è piaciuto molto, è stato come assumersi dei rischi. Magari ci sono delle cose che non avrei mai immaginato di indossare, invece poi le metti, e dici cavolo, però mi vedo anche così. Un gioco che si dovrebbe fare casualmente a casa da sole/soli. Negli abiti mi piace l'idea della fluidità, mi piace l'idea del non limitarsi all’immaginario maschile o femminile che abbiamo. Trovo bello che si sperimenti molto su entrambi i generi che conosciamo o meglio sui concetti che abbiamo interiorizzato miscelandoli tra loro. Cerco di approfondire la mia conoscenza sul genere neutro, che sia anche legata a questo, banalmente all’atto più quotidiano che ci ritroviamo a fare, vestirci.

154A2250 copia 2
154A2275 copia 2

Completo e camicia PIERRE-LOUIS MASCIA

Oggi, secondo te quanto è inutile fare delle distinzioni nel vestire ovvero questo è un abito da donna, questo è un abito da uomo?
Sono un po' di anni che approfondisco studi sul genere neutro, l’arte visiva a cui lavoro verge verso una visione neutra e decostruita del genere. Per me non si tratta di inventare un terzo genere quanto di decostruire i due che abbiamo deciso di riconoscere e affermare con delle linee guida molto precise. Cominciare a percepirci di più per quello che sentiamo piuttosto che per quello che siamo abituati a mostrare. Sarebbe un peccato precludersi la possibilità di scoprirsi attraverso i vestiti, testando il giudizio di un occhio esterno oltre al nostro stesso. Entrare letteralmente nei panni degli altri ci potrebbe far avvicinare molto di più generando una consapevolezza personale che potrebbe accogliere le diversità e aiutando molto sul piano dell’uguaglianza.

GIO_RUBINO1148 copia
GIO_RUBINO1092 copia

Total look BOSS, occhiali da sole ITALIA INDEPENDENT

A una persona che è all’inizio di un suo percorso di autodeterminazione e decostruzione rispetto a questo tema, quali tipi di letture oppure di visioni potresti consigliare?
Un libro che secondo me può aiutare a capire la differenza che la società ci ha imposto rispetto al genere maschile e femminile è sicuramente x+y: A Mathematician's Manifesto for Rethinking Gender di Eugenie Cheng. Lei è una matematica e il suo saggio descrive perfettamente cosa ci accoglie dal momento in cui veniamo in vita con le giuste parole e tutte le formule matematiche. A tratti può essere buffo e ti fa capire quanto aver visto determinati cartoni, aver ricevuto giochi specifici, attenzioni, pareri materni, paterni ci influenzi per tutta la vita se non impariamo a decostruirli. A livello di cinematografia sicuramente mi affascinano Céline Sciamma regista francese che racconta bene il rapporto tra libertà e società. Sergei Parajanov per estetica e distacco tra reale e surreale. Guadagnino senza ombra di dubbio, senza dimenticare Godard e Moretti. Un giorno una ragazza mi portò a vedere la pellicola di Le Margheritine di Vera Chytilová, regista rivoluzionaria indimenticabile. Consiglio anche lei. Poi fatemi sapere se vi siete annoiate!

154A2112 copia
154A2107 copia

Trench in pelle e mocassini TOD'S, occhiali vintage

Accennavamo alla tua evoluzione artistica: progetti per il futuro?
L'intenzione futura è di riuscire ad avvicinarmi al mondo dell'arte in un modo più visivo e con più contatto col pubblico. Sto lavorando a delle installazioni artistiche che spero di riuscire a finire per settembre. Il cortometraggio che ho scritto con la co-sceneggiatrice Marina Pierri sta partecipando a un bando importante di Roma. Parla della mia visione del femminile rispetto alla società, della difficoltà che sottovalutiamo in larga scala per tutto quello che è considerato femminile. Tutta questa ultra esposizione del corpo femmineo ha portato a insicurezza creata dagli anni Novanta in poi con l'ideale di femminile inteso come qualcosa di perfetto, intoccabile e santo, se pensiamo a concetti ancor più arcaici che crediamo essere molto lontani a noi. L’anticonformismo attuale lo apprezzo molto, nel cortometraggio sottolineo anche questo specchiandolo a un'idea di liberazione e libertà importante. Siamo anticonformisti sì, ma dobbiamo continuare a lavorarci. La libertà ricercata dai giovani negli anni 60 e 70 dobbiamo continuare ad affermarla. Avevano una voglia di rivoluzione difficilmente comparabile a quella dei giorni d’oggi. Il ’68 e le lotte femministe, il mondo queer. Cosa faremmo oggi se non avessimo ancora adempiuto a questi diritti? Ci rifletto. Come se da una parte noi volessimo creare questa libertà, come se noi fossimo pronte ad affrontarla mentre la società e il maschile non si stiano abituando a questo e non abbiano la capacitò di assorbire questo rinculo di affermazione femminile. Il mio cortometraggio è molto estetico e pensato per evocare con la fantasia i significati che ognuno sceglierà di dare come meglio crede. Niente anestesie estetiche alla Instagram mordi e fuggi però, ho cercato di lavorare sull'immaginazione che può diventare motivo di confronto.

GIO_RUBINO0953 copia

Top CALVIN KLEIN, collana NOVE25


Credits:

Creative Direction and Production: Giuseppe Damato
Photographer: Martina Ferrara
Styling: Sara Moschini
Grooming: Damiano Seminara using @guerlain
Location: Detune
Sitting Editors: Sara Moschini e Daniela Losini
Junior Editor and Social Media: Roberta Cutillo
Video: Daria Krasnova

© Riproduzione riservata

grazia atelier Scopri altri articoli di Factory
  • IN ARRIVO

  • Una giornata al Gran Premio di Monza con Louis Vuitton

  • Caterina Ferioli: «Da Il Fabbricante Di Lacrime a Belcanto, sono alla ricerca della mia voce»

  • Milano Fashion Week: cos'è successo nel terzo giorno di sfilate Primavera-Estate 2026

  • La Niña del Sud scuote la sfilata di Etro

Grazia
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Contributors
  • Pubblicità
  • Opzioni Cookie
© 2025 REWORLD MEDIA S.R.L. - Sede Lagale Via Fantoli 7, 20138 Milano - Codice Fiscale e Partita IVA: 12693020963 - riproduzione riservata