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Factory

Caterina Ferioli: «Da Il Fabbricante Di Lacrime a Belcanto, sono alla ricerca della mia voce»

Caterina Ferioli: «Da Il Fabbricante Di Lacrime a Belcanto, sono alla ricerca della mia voce»

foto di Rossella Malaguarnera Rossella Malaguarnera — 13 Giugno 2025
Ventiquattro ore con l'attrice Caterina Ferioli per creare uno speciale servizio moda e scoprire tutto di questo nuovo volto del grande schermo

C’è una nuova generazione di attrici italiane che sta riscrivendo le regole del talento, volti intensi, tutti diversi e tutti da scoprire. Tra queste Caterina Ferioli è senza dubbio uno dei più promettenti.

Classe 2003, bolognese, sguardo limpido e trasparente e determinazione da veterana, Caterina è una di quelle ragazze che sembrano nate per stare davanti alla macchina da presa. Ma dietro il viso dolce e l’energia contagiosa si nasconde un approccio rigoroso al mestiere dell’attrice, una passione costruita passo dopo passo, tra studio, audizioni e primi set. Un percorso che, nonostante la giovane età, l’ha già portata a farsi notare come uno dei nuovi talenti più interessanti del panorama cinematografico italiano.

Il pubblico l’ha scoperta — e amata — soprattutto grazie a Il Fabbricante di lacrime, l’adattamento del bestseller di Erin Doom targato Netflix, dove Caterina interpreta Nica, protagonista dalla sensibilità intensa e combattuta. Con una delicatezza rara, l’attrice ha saputo restituire le fragilità e la forza di un personaggio amatissimo dai lettori. Più recentemente l’abbiamo vista in Belcanto, fiction di Rai 1 diretta da Carmine Elia, dove la recitazione di Caterina si fa ancora più matura, profonda, capace di dare voce a sfumature complesse e spesso taciute. Due ruoli diversi, ma entrambi attraversati da una verità emotiva che ormai è diventata la cifra distintiva del suo modo di stare in scena.

Ma sarebbe riduttivo definire Caterina solo in base ai progetti in cui ha recitato. La sua forza sta anche nella visione che ha del mestiere: un lavoro di esplorazione, fatto di empatia, osservazione e disciplina. E lo dice con quella calma ferma tipica di chi prende sul serio ciò che fa, senza mai prendersi troppo sul serio. Una maturità che colpisce, soprattutto perché è accompagnata da una leggerezza tutta sua — quella leggerezza che serve per muoversi tra copioni, set e red carpet senza perdere il contatto con sé stessi.

Nella vita di tutti i giorni, Caterina è una ragazza della sua generazione, cresciuta tra social, serie tv e sogni condivisi via messaggio vocale, in un equilibrio sottile tra presenza scenica e autenticità quotidiana, che la rende non solo interessante da guardare, ma anche da ascoltare.

In questa intervista abbiamo parlato dei suoi esordi nel mondo della moda, di cinema, ovviamente, ma anche di aspettative, paure e consapevolezze. Perché Caterina Ferioli non è solo una giovane attrice da tenere d’occhio: è una voce nuova, sensibile e sincera, che vale la pena conoscere davvero.


Caterina x Grazia Sara Reverberi -24 copia
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Abito e décolletées FERRAGAMO

Partiamo dall’inizio sappiamo che hai cominciato a studiare teatro da ragazzina ma che non è stato proprio un colpo di fulmine…
Sì ho frequentato per due anni un corso di teatro. Ero piccola, avevo 13 anni, e mi ricordo che piangevo sempre. Non mi piaceva, ero terrorizzata. Poi l'ho rifatto al liceo, con il professore d'italiano, e la seconda volta invece è stata un’esperienza splendida, che però si è conclusa in quel momento. L’ho semplicemente... archiviata!

E com'è scattato lo switch? Quando hai capito che volevi fare l'attrice?
Dopo il liceo mi sono trasferita a Milano per frequentare lo IULM e ogni tanto pensavo: "forse potrei, chissà", ma poi lasciavo sempre perdere. All’epoca facevo la modella e dall’agenzia mi hanno mandato a un provino, tra l’altro col mio regista preferito! Purtroppo non è andata bene, ma da lì qualcosa è scattato e ho deciso di mettermi a studiare subito.

E poi, all’improvviso, è arrivato "Il Fabbricante Di Lacrime”, il tuo primo lavoro da attrice. Tratto da un bestseller amatissimo dai giovani. Com'è stato lavorare da emergente su un set così?
Era tutto grande, potente. Io ero alle prime armi, avevo fatto giusto una settimana di corso quando sono stata scelta per il ruolo di Nica. È stato tosto, anche come storia da raccontare, soprattutto perché ero molto giovane, avevo appena 19 anni!

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Top, gonna e sandali MAX MARA, occhiali da sole BOTTEGA VENETA

C'è un ricordo particolare che ti porti di quell’esperienza?
La tinta nera ai capelli (ride)! All’epoca li avevo biondo platino, e mi avevano chiesto di tingermi i capelli e io, diligente, lo faccio nel lavandino della mia cucina. Uno shock! Mi sono vista corvina all’improvviso. Mia madre dice che l'ho videochiamata e avevo una faccia impietrita, non lo dimenticherò mai.

Invece, qualcosa di più legato al set?
I primi due giorni di riprese sono stati molto intensi. Mi hanno subito fatto girare il finale, con un monologo di cinque minuti. Col senno di poi, ha avuto senso: hanno sfruttato la mia emotività di attrice alle prime armi. Avevo anche una coach sul set che mi ha aiutato a lavorare ma l’emozione di quei primi giorni è stata decisiva per quella scena.

Poi è arrivato "Belcanto", giusto? A due anni di distanza dalle riprese de "Il fabbricante"?
Sì. Durante quel periodo ho studiato tantissimo. Facevo mille corsi. E Belcanto è stata una grande scuola: sei mesi di lavoro con un regista molto intenso, quasi un coach. Mi ha insegnato tanto.

Era tutto molto organizzato: arrivavi sul set e sembrava di essere effettivamente nell'Ottocento, niente green screen. Bellissimo!

E com’è stato interpretare un personaggio di un’altra epoca?
Non sono mai stata una fan dei film in costume, non ne avevo mai visti. Ma poi mi sono appassionata. Mi è piaciuta molto l’ambientazione, la dialettica tra i personaggi. Onestamente i vestiti un po' meno, sono davvero impegnativi! In alcune scene ricordo che avevo un abito azzurro e che era davvero strettissimo ed è stato davvero faticoso recitare indossandolo.

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Total look ETRO


Come lavori sui tuoi personaggi? Immagino che l'approccio sia cambiato tra "Il Fabbricante" e "Belcanto"
Con Il Fabbricante ero seguita ogni giorno da una coach. In Belcanto ho fatto da sola, avevo più strumenti. Mi sono costruita una linea temporale per orientarmi tra le scene non cronologiche. Il mio personaggio, Antonia, ha un'evoluzione fortissima, arriva quasi alla pazzia. Gli ultimi episodi sono stati una grande prova per me.

Rivederti ti fa effetto? Sei di quelli che si odiano sullo schermo o che si analizzano?
Decisamente la seconda categoria! Io mi guardo, non ho problemi con la mia immagine, mi piaccio. Ma ho un problema con la mia voce. Sono rimasta traumatizzata dall’”esperienza de Il Fabbricante: mi sembrava di avere una voce troppo di gola. Ho lavorato molto per modularla e oggi riguardo le scene ossessivamente perché voglio "sentirmi intonata". Ho scoperto che è una cosa molto comune non riconoscere la propria voce… un po’ come riascoltarsi nei vocali!

Hai dei riti scaramantici prima di andare sul set?
Riti veri e propri sul set direi di no. Magari prima, in fase di audizione. Se proprio devo dirlo a qualcuno, deve essere a un numero pari di persone del sesso opposto. Sì, dai, un po' di scaramanzia c'è!

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Abito e calze MISSONI, sandali RENÉ CAOVILLA, occhiali da sole SAINT LAURENT

Tornando ad Antonia in "Belcanto", cosa ti ha colpito di più di lei?
È uno dei miei personaggi del cuore. Mi ha fatto tanta tenerezza, anche se non è stata molto compresa dal pubblico. Dà tutto per la madre, la sorella, il canto, ma non ce la fa e si sgretola. Non è il personaggio principale, ma ha una grande complessità. È multiforme, ha molti strati, tanti livelli di profondità. L'abbiamo costruita togliendo una maschera dopo l'altra, fino a far emergere chi fosse davvero. Non posso giustificare tutto quello che fa, ma non è davvero una “villain”, una cattiva. È solo una ragazza disperata e anche questo va raccontato!


All'inizio parlavi di registi. Ma c'è un attore o un'attrice con cui sogni di lavorare?
Mi piacerebbe tantissimo lavorare con Valeria Bruni Tedeschi, Jasmine Trinca e Margherita Vicario. Sono tutte e tre donne poliedriche, con una storia pazzesca. Hanno interpretato ruoli molto diversificati e tutte e tre sono anche registe. Questa cosa mi affascina molto.

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Abito e orecchini DES PHEMMES

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Sandali FERRAGAMO

E fuori dal set, cosa ti piace fare? Hai un hobby?
È una bella domanda. Me lo chiedo spesso anch'io. Il mio hobby è il lavoro! Studio come una pazza, ma mi diverto, mi piace. Più che un lavoro è un piacere. Poi certo, leggo molto, ma vado a periodi: magari due libri a settimana, poi mi fermo. Faccio tanto sport: corro, cammino, palestra, pilates, yoga... però sto cercando un hobby vero, qualcosa “da coltivare”, insomma.

Quando non lavori riesci a trascorre del tempo con i tuoi amici e con la tua famiglia?
I miei genitori sono a Bologna. Torno spesso (Caterina vive a Roma - ndr), almeno una volta ogni settimana o due, e mi fermo tre-quattro giorni. Ritorno alla vita normale: cucino, faccio le lavatrici, mi fa bene.

Hai parlato di libri: qual è l'ultimo che hai letto?
La porta di Magda Szabó. È bellissimo. L'ho comprato perché una frase mi ha davvero colpito: “Non si può costringere un altro essere umano ad avere un rapporto con te se non vuole". Pensavo parlasse di amicizie, invece è ambientato negli anni '30. Una storia tra una donna e la sua domestica. All'inizio non capivo dove volesse andare a parare, poi mi ha conquistata. Mi piacerebbe interpretare un personaggio del genere, magari un giorno, quando sarò più grande. È molto bello e mi ha fatto molto riflettere sui rapporti umani.

E musicalmente, cosa ascolti, com’è la tua playslist?
Non ho un genere preciso. C’è di tutto. Quando corro posso ascoltare Battisti e subito dopo una traccia tecno da 280 BPM. È imbarazzante, lo ammetto, ma in fondo le playlist sono tutte così, un po’ schizofreniche!

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Bustier e longuette DES PHEMMES, collant FALKE, sandali RENÉ CAOVILLA, borsa ROGER VIVIER

Torniamo un attimo indietro. Quando studiavi allo IULM a Milano, prima di cominciare a recitare, hai lavorato anche come modella, com’è il tuo rapporto con la moda, com’è nato e come si è evoluto? 
Ho iniziato a lavorare come modella prima, a 15 anni. Ed è stata la mia prima vera scelta. Volevo proprio farlo, mi piaceva la moda. C'era questo concorso, "New Faces", che si teneva nei grandi negozi delle città, Bologna era tra quelle. Ho deciso di partecipare: eravamo tantissime, tutte sotto la pioggia. Io e mia madre eravamo lì, sotto l'acqua, ad aspettare… e mi hanno presa, ero davvero felicissima.

E tua mamma, i tuoi in generale, ti hanno sempre supportato?
Sì, mi hanno sempre sostenuta. Anche con la carriera da attrice. Certo, all'inizio erano un po’ preoccupati, perché nella moda avevo già una mia stabilità, avevo trovato il mio spazio concreto. Il cinema, invece, è stato un salto nel vuoto. All’epoca poi andavo anche all’università, ma dopo un anno ho dovuto abbandonare. Mi sono detta: mi dedico al cinema, alla recitazione, mi trasferisco a Roma e basta!

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Cardigan, longuette, cintura e slingback N°21, orecchini ROGER VIVIER


Parliamo di stile personale: com'è il tuo look da tutti i giorni?
Mi piacciono molto gli anni '90, da sempre! Sono sempre stata coerente nel mio modo di vestire: se guardo le foto di quando ero ragazzina, ti assicuro che indosso le stesse cose di allora. Jeans a zampa, vita bassa... è il mio stile da dieci anni. Le maxi bag per me sono fondamentali. E quando sono a casa, ammetto, tuta oversize, sempre!

C'è un abito, un look speciale che hai indossato per un evento o un red carpet che ti è rimasto nel cuore?
Sicuramente quello che avevo a Venezia l’anno scorso, un vestito Giorgio Armani Privé di qualche anno fa. Un look che mi piaceva tantissimo! Devo dire che è stata, in generale, un'esperienza pazzesca. Sul red carpet guardavo, osservavo, assorbivo tutto. Ero lì davanti ai fotografi e dietro di me passano attori che ho sempre adorato! Sono molto grata di avere avuto questa occasione.


In attesa di rivederti sul red carpet del Lido, perché no?, puoi anticiparci qualcosa sui prossimi progetti?
Si tratta sempre una serie tv, al momento la data della messa in onda è in via di definizione (Come un padre, tratto dalla storia del prete visionario Don Antonio Loffredo nel Rione Sanità di Napoli - ndr). Sarà la mia prima esperienza un po' più “leggera”, la trama, che è tratta da una storia vera, non lo è per niente ma il mio personaggio è una persona serena, con i suoi problemi familiari da adolescente. Il regista, Luca Miniero, ha scelto una chiave quasi da commedia e trovo sia stata la scelta migliore. E poi abbiamo girato a Napoli, con attori favolosi e un’energia unica, mi sono divertita davvero tanto.

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Abito e bracciale ROBERTO CAVALLI

Parliamo di social. Usi TikTok e Instagram, com'è il tuo rapporto con la popolarità che ne deriva?
In realtà vivo tutto come prima. Posto le stesse cose, uso i social come ho sempre fatto. Non ho problemi con la mia immagine. Il numero che cresce è solo una conseguenza.

C'è un ruolo che ti piacerebbe interpretare?
Sì, mia nonna. Mi piacerebbe raccontare la sua storia, anche quella di mio nonno, che non ho mai conosciuto. Hanno avuto vite molto interessanti, il loro passato mi affascina molto.

Abbiamo letto che sei anche una grande appassionata di horror...
Forse! (ride) Mi piacerebbe interpretare un bello splatter americano, di quelli estremi. Tipo con gli zombie, sangue... molto strong. Li trovo divertentissimi. Mi piacerebbe un ruolo tipo quelli di Mia Goth, sai che bello studiare gli urli a casa!


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Occhiali da sole BOTTEGA VENETA

Tornando alla moda: eri tra gli ospiti dell'ultima sfilata di Etro. Com'è stato?
Bellissimo. Viverla da “ospite” è diverso, ovviamente, ma mi è piaciuto molto. Etro è un brand che adoro, ha un concetto di moda che sento vicino a me. Certo, le sfilate durano dieci minuti, sono rapidissime, ma è sempre emozionante. Sono piccole conquiste per me e poi adoro il fatto di mantenere un legame con la moda, in qualche modo.

Ti manca il lavoro da modella?
No, sinceramente no, preferisco decisamente la dimensione che ho ora. Avevo bisogno di avere una mia voce e ora, come attrice, ce l’ho!

Credits:

Foto e Art Direction: Sara Reverberi
Video: Daria Krasnova
Mua/hair: Giorgia Blancato
Creative Direction e styling: Sara Moschini
Sitting Editor: Rossella Malaguarnera

© Riproduzione riservata

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