Un servizio esclusivo per scoprire CRLN, cantante e musicista che con la sua voce ha conquistato Grazia.it
CRLN è Carolina, classe 1993, da San Benedetto del Tronto. Fa musica da sempre: per gli altri, ma soprattutto per se stessa, per esorcizzare esperienze difficili e momenti da cancellare. Il risultato è Precipitazioni, uscito quest’anno per Macro Beats.
Ragazza e musicista sono due parole che, soprattutto in Italia, fanno ancora fatica a essere accostate, come dimostra anche lo spiacevole episodio che ha visto CRLN, suo malgrado, protagonista: in apertura al live di Gemitaiz, è stata aggredita verbalmente da gruppi di fan del rapper. Ha reagito, ha parlato e tanti sono dalla sua parte: una brutta esperienza da cui Carolina si è rialzata ancora più forte, decisa a cambiare le cose con la sua musica sempre in movimento.
CRLN
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Con quali parole ti presenteresti?
Ne userei solo una, malinconica.
Come ti sei avvicinata alla musica?
Per me la musica è sempre stata un hobby: anche se studiavo grafica a Roma, c’era sempre tempo per fare cover per YouTube e suonare la chitarra o l’ukulele. Poi è successo che il produttore della mia etichetta preferita, la Macro Beats, fosse mio vicino di casa. Così sono entrata in questo mondo.

Com’è stata la tua evoluzione musicale?
Ci sono state tanti fasi. A 15 anni, insieme a dei miei amici, suonavo il basso in un gruppo, i Desdemona. Ci ispiravamo ai Joy Division e passavamo giornate a pensare a quale look sfoggiare per i concerti. C’è stata, poi, la fase Emo, quella punk e quella metal. Guardavo le leader femminili di quei gruppi epic metal e rimanevo colpita dalle loro voci angeliche e potenti, mi ci rivedevo molto.
E com’è, oggi, essere una ragazza nel mondo musicale che, numeri alla mano, preferisce artisti uomini?
Noi ragazze dovremmo metterci di più in gioco e sentirci sempre di più leader di noi stesse. È anche un problema di cultura, di come viene concepita la cosa in Italia. Io, nel mio piccolo, ci provo a cambiare le cose.

Quello che è successo prima del concerto di Gemitaiz come l’hai vissuto?
Era un periodo delicato per me, quella è stata la ciliegina sulla torta. Mi ha, però, dato la forza di reagire, di rialzarmi in piedi. Mi ha fatto piacere vedere come hanno reagito le persone. Ho cercato di rispondere anche a tutti quelli che mi davano contro, cercando di farli ragionare.
Hai un tuo posto preferito, dove vai per riflettere o ritrovare te stessa?
La mia cameretta, solo lei. Tre anni fa, da Roma, sono tornata a San Benedetto del Tronto, non è stato semplice. Tutto quello che vivevo l’ho riversato in Precipitazioni, il mio disco.
Senti di essere arrivata al tuo stile musicale con il disco?
È un album tanto triste, che descrive quel preciso momento. Vorrei fare cose nuove e andare sempre avanti. Meglio non arrivare mai… si vedono più paesaggi.
Che rapporto hai con la moda?
La vivo con casualità. Per me essere comoda è la cosa più importante, anche se mia madre vorrebbe vedermi più femminile.
Sul palco cosa ti piace indossare?
Ho un rapporto particolare con il mio corpo: sono critica con me stessa, mi vedo mille difetti. Per i live mi vesto “a cipolla”: sotto quello che vorrei indossare davvero, sopra maglioni larghissimi. Non mi spoglio mai. Ci provo, è il mio tentativo.

Sul palco sei da sola, dove trovi la forza per esibirti davanti alle persone?
In quel momento non sono sola: l’idea di instaurare un rapporto amichevole con i miei fan mi tranquillizza, mi dà l’idea di casa.
Quando ti sentirai pienamente soddisfatta della tua musica?
Mi sto producendo da sola le cose nuove, è quello il mio intento. Voglio essere la leader del mio progetto.
E per te stessa, invece, cosa ti auguri?
Spero di trovare serenità e di fare musica più allegra. La malinconia ci sarà sempre, ma vorrei meno pioggia e più luce.

Foto Martina Ferrara
Fashion Francesca Crippa
Grooming Marina Caffagna
Sitting Editor Sara Moschini
Words Sabrina Patilli
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