Ghali: «Il mio rap fa milioni di clic»
Nato a Milano da genitori tunisini, Ghali è diventato famoso pubblicando i suoi brani su YouTube e Spotify. E oggi tutti lo cercano, dalla pubblicità agli eroi dei videogiochi
"Sono uscito dalla melma, da una stalla a una stella, figlio di una bidella, con papà in una cella". La vita di Ghali (e le sue emozioni) sono ben raccontate in Ninna Nanna, singolo del 2016, che ha raggiunto record su streaming, triplo disco di platino e l’ha consacrato al successo.
Il suo canale Youtube ha registrato, ad oggi, 280milioni di views, ora è il volto del trailer di Assassin’s Creed Origins, videogioco in uscita in questi giorni, e presta voce e viso a una nuova campagna Vodafone.
Ghali (vero nome Ghali Amdouni), 24 anni, rappresenta, a suo modo, una significativa rivoluzione nel nostro panorama musicale, per le sue origini, che nella nostra musica hanno sempre trovato poco spazio, e anche per il linguaggio diretto dei suoi brani.
Roberto Saviano lo ha definito ‘uno tra i maggiori poeti italiani di lingua italiana, un poeta rap”. Nato e cresciuto nella periferia milanese, a Baggio, da genitori tunisini, Ghali è arrivato in alto postando video nel suo canale Youtube e brani su Spotify e la sua popolarità sta diventando ogni giorno più grande.
Il singolo Habibi, uscito a settembre e tratto dall’album Album, è già platino. Molto attento allo stile, ha alle spalle un team italoafricano e tanti progetti in cantiere. Lo abbiamo raccontato per conoscerlo meglio.
Ci racconti quando e come si è avvicinato alla musica?
Fin da piccolo ho ascoltato musica con i miei genitori, da Gipsy King, Micheal Jackson, musica araba e altro. Michael è il mio idolo, mia madre me lo faceva sempre ascoltare e guardavo ininterrottamente i suoi video in tv. Penso che MJ sia uno dei personaggi più influenti della storia, la sua musica ha toccato più generazioni e nonostante il passare negli anni è sempre attuale.
E quali sono stati i momenti che hanno inciso di più sulla sua musica?
Direi diversi. Tra questi la prima volta che ho iniziato ad incidere musica a casa di un mio vecchio amico, da piccolino, per esempio. Mi ricordo il momento. Oppure quando, dopo l’esperienza con il mio primo gruppo ho toccato il fondo e ho dovuto lottare al massimo per risalire. Poi la formazione del mio team e l’uscita di Ninna Nanna, che ha dato il “La” al mio attuale successo.
C’è un messaggio di fondo nella sua arte?
Certo, ed è positivo. Toccare il cuore delle gente: il mio pubblico è trasversale, mi seguono i bambini piccolissimi fino a persone di 40/50 anni. Nel mondo del rap per esempio, essere seguito dai ragazzini ogni tanto viene considerato come un fattore negativo, “ah, fai musica da ragazzini”, mi dicono. Invece penso che se della buona musica arriva anche ai bambini vuol dire che è pura, perché loro sono incontaminati.
Quale musica ascolta?
Di tutti i tipi, dal rap americano, albanese, olandese, rap e musica araba, fino a tutta la scena Indie italiana, Calcutta, Brunori SAS, etc. Non ho un genere preferito, amo la musica a 360 gradi e tutto mi dà ispirazione. Mi piace anche guardare video, film, documentari, concerti su YouTube e/o Netflix la sera prima d’andare a dormire, parlare e ascoltare le esperienze delle persone, uscire con i miei amici stare insieme e divertirmi con loro. Tutto questo mi dà ispirazione.
La sua popolarità è aumentata e anche i fan. Quale messaggio l’ha colpito di più?
Mi sorprendono tutti i giorni, ma i momenti più rilevanti sono stati quelli durante l’instore tour a giugno: in tutte le città in cui andavamo a presentare il disco, i miei fan portavano in dono di tutto e di più, torte, pizze, dvd di Micheal Jackson, libri con i quiz della patente, disegni e quadri con la mia faccia che erano vere opere d’arte, e molto altro ancora.
Che rapporto ha con loro?
Sono sempre lì pronti a sostenermi, sono la mia famiglia e la mia forza; penso che questo legame sia così forte per il fatto che con la mia musica sono riuscito a trasmettere delle vibes positive, amo trasmettere sensazioni positive ed essere il meno materialista possibile.
Al di là della musica, cosa le piace fare?
Guardare film, giocare a calcetto con gli amici di sempre, ascoltare buona musica, viaggiare, nei ritagli di tempo in cui non lavoro con il mio team. Penso che se non avessi fatto musica, mi sarebbe piaciuto molto studiare per diventare regista. Durante la fase di produzione dei miei video, seguo lo sviluppo del progetto a 360° con il mio gruppo, mi piace sviluppare gli script e dar sfogo alla mia creatività. Ma la musica per ora rimane la mia passione più grande.
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