Björk al MoMA di New York
In occasione della mostra del MoMA di New York, ripercorriamo le tappe fondamentali della carriera dell'artista islandese, tra musica, arte e moda
In occasione dell'inagurazione di Björk, la retrospettiva ad alto contenuto tech curata da Klaus Biesenbach presso il Museum of Modern Art (MoMA) di New York, celebriamo la ventennale carriera dell'artista islandese ripercorrendone le tappe fondamentali e i look più belli.
Immergetevi nel suo universo estetico e sfogliate passo passo le gallery per scoprire tutte le sue collaborazioni d'autore.
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GLI ALBUM
Gli artwork degli album, i look, i video: Björk negli anni ha saputo mescolare in maniera visionaria la sua musica con l'arte, la moda e la tecnologia. La mostra del MoMA promette di raccontarne l'incredibile carriera attraverso un percorso audio-guidato che si snoda fra otto studio-album, da Debut del 1993 a Biophilia del 2011. Jean Bapstiste Mondino, Inez and Vinoodh, Warren Du Preez e Nick Thornton Jones, Nick Knight: solo solo alcuni degli artisti che hanno contribuito a modificare e ampliare l'immagine di Björk. Se un viaggio a New York non è fra i vostri programmi, sfogliate la gallery per ripercorrere le cover e gli scatti più belli dell'artista islandese!
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I LOOK
L'abito a forma di cigno indossato sul red-carpet degli Oscar nel 2001 realizzato dallo stilista macedone Marjan Pejoski, il vestito di campane disegnato per lei da Alexander McQueen, il completo maschile di Hussein Chalayan indossato sulla copertina di Post (1995): quella di Björk con la moda è una lunga storia d'amore, in cui il folletto islandese ha sempre avuto la meglio. Sia sul palco che nelle occasioni ufficiali, Björk è un interprete di moda eccezionale, che riesce a dar vita alla più complicata e avant-garde delle creazioni. Ricordate il velo che partiva dal suo abito e copriva tutti gli atleti e la mappa del mondo durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Atene, nel 2004? Noi sì, e ci emoziona ancora adesso.
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I VIDEO
Ogni video di Björk è un mondo, una storia a sè. Spesso una storia popolata da personaggi straordinari - come i robot disegnati da Chris Cunningham per All Is Full Of Love (1997) o i protagonisti bizzarri e le atmosfere a volte inquietanti immaginate da Spike Jonze e Michel Gondry - ma anche quando si tratta "solo" di lei che balla per le strade di New York in bianco e nero (come in Big Time Sensuality, 1993, di Stéphane Sednaoui), pochi artisti possono vantare l'impatto estetico di Björk. Scomettiamo che se iniziate a vederne uno non riuscirete più a fermarvi?
Sebbene la mostra del MoMA sia stata accolta da critiche non proprio positive - ai curatori è stato infatti rimproverato un certo approccio superficiale, come ha sottolineato Jerry Saltz su Vulture - la retrospettiva ha avuto il grande merito di regalarci in anteprima il nono studio-album di Björk, Vulnicura, e un nuovo, intenso corto, Black Lake. Il mondo non ha perso l'occasione di innamorarsi nuovamente di lei e, polemiche a parte, non potevamo chiedere di meglio. Lunga vita a Björk!
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