Nuovi Talenti: un anno dopo
Fotogallery Nuovi Talenti: un anno dopo
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Torniamo a scomodare i fermenti creativi più freschi della moda italiana ed estera, quelli che abbiamo già trattato nella sezione Nuovi Talenti. Facciamo il punto sulla loro evoluzione stilistica e spilucchiamo con curiosità le proposte per l'autunno-inverno 2012
Torniamo a scomodare i fermenti creativi più freschi della moda italiana ed estera, quelli che abbiamo già trattato nella sezione Nuovi Talenti. Facciamo il punto sulla loro evoluzione stilistica e spilucchiamo con curiosità le proposte per l'autunno-inverno 2012
Iniziamo dai Comeforbreakfast , di Antonio Romano e Francesco Alagna. Diventa sempre più nitida la loro mano nel disegnare paesaggi urbani dove lo street scopre la sua più sofisticata vocazione: le forme macroscopiche del cappotto e dei maglioni corposi duettano con la pelle, la pulizia disinvolta del jersey e il bon ton sempre asciutto di giacche formali e camicia dal colletto esiguo, in una bella prova di sovrapposizione stilistica e materica. La visione di Mirko Fontana e Diego Marquez per Au Jour Le Jour proietta invece il languore aristocratico di dive anni '40 sul fondale luminescente ed eccentrico degli '80, con risultato fresco e moderno. Il coté aristocratico si sfalda e libera nelle gonne plissettate di lamé, nei visoni che si vogliono in technicolor, nei ricami civettuoli di bucaneve e nontiscordardimé che sbocciano sulla silhouette dalle spalle pronunciate e col vitino avvitato. Meno effervescenza, più sobria femminilità per Licia Florio . Guarda ai climi montani per la sua ispirazione, a certe cartoline rétro di villeggiatura. Soffici le tinte cipriate, riscaldate da borgogna e zafferano, quanto ampie e rilassate sono le forme delle giacche e dei pantaloni. In seta e crespo di lana, ma un corposo velluto spesso gli ruba la scena.
Spostiamoci all'estero. Sempre riconoscibile Michael Sontag per la maniacale riduzione ai minimi termini delle forme e dei volumi, un quadro terso dove si scorge un dettaglio quasi per errore ed è l'incanto. Capita con le arricciature studiate sulla tunica in seta, gli inserti geometrici che rendono metafisici i capispalla, gli orli colorati a contrasto e ripiegati perché si smarrisca il senso del dentro e del fuori. Di un femminino più sognante e zuccherino, senza melensaggini però, è Huishan Zhang . Nell'anno del Dragone dà la stura ad un ripensamento in chiave contemporaneo delle glorie cinesi: il broccato è agglutinato al velo, il floreale è digitalizzato, il pizzo è bicolore- tutto secondo volumi e lunghezze molto agili e seducenti. Per Simone Rocha la grazia è un abitino corto in pizzo sormontato da un caban diafano di taglio militare, come a esibire la dolcezza con i modi rudi e spacconi del maschiaccio. Ecco allora, in ordine sparso, il monumentale cappotto in cavallino, la canotta rigida in pelle metallizzata su cui campeggia il colletto da educanda, la tunica in pvc su cui si aggrappano tentacoli di lana. Solo bianco, grigio e antracite, resi più crudi e strafottenti dal bagliore del metallo. Chiude la lista Mungo Gurney , con un omaggio al nostro Bruno Munari. Quello degli studi sulla xerografia, la cui traccia è ravvisabile negli effetti pixelati e ipnotici delle stampe, a fiori e fasce cromatiche. Decorativismo necessario e mai scontato per una ristrettissima serie volumetrica, con abiti poco al di sotto del ginocchio, bluse di meticolosa semplicità e pantaloni che s'indossano come si fa con la tuta del week-end. Scicchissimi i costumi da mare, per ribadire ancora una volta che Mungo in questo campo ci sa fare davvero.
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