Ricontattare ex fidanzati e "ex amici" durante il lockdown vi farà stare meglio (a un paio di condizioni)

Ricontattare un ex fidanzato o mandare un messaggio all’amica a cui non rivolgiamo più la parola da anni in questo periodo di lockdown non è la fine del mondo, anzi: può aiutare ad affrontare meglio questi giorni difficili che stiamo vivendo.
Nell’emergenza da contagio del Coronavirus stiamo sperimentando una situazione talmente al limite e inedita che ci fa rivedere molti comportamenti passati, ad esempio quelli per cui abbiamo deciso di tagliare i ponti con un amico o di non sentire mai più l’ex compagno. Insomma, questo periodo negativo può comunque portare a qualcosa di positivo, ossia farci diventare più buoni e più saggi.
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Ecco quindi perché è consigliabile ricontattare tutti coloro che avete voglia di sentire ora, anche nel caso si tratti di gente a cui non dite “ciao” da una vita.
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La vostra migliore amica vi dirà di non farlo, magari per proteggervi da eventuali nuove delusioni oppure gelosa del ritorno di una vecchia fiamma, ma se in cuor vostro sentite che è giunto il momento di fare il primo passo fatelo. Senza rimpianti.
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Chiarite con voi stessi il perché della rottura
Prima di qualsiasi mossa, bisogna assolutamente focalizzare l’attenzione sul motivo che ha portato alla rottura del rapporto d’amicizia o di amore che vorreste ripristinare.
È chiaramente fondamentale che le ragioni dell’addio non siano gravi perché in quel caso qualsiasi riallacciamento è fuori discussione. Con gravi non si intende tradimenti o fidanzati rubati ma cose davvero imperdonabili.
Comunque sia, difficilmente chi ha subito un torto imperdonabile avrebbe voglia di richiamare chi gliel’ha fatto, sia in questo periodo sia in piena Apocalisse, quindi se vi è venuta questa tentazione è perché c’è ancora la speranza di porre nuove basi per un rapporto civile.
Chiedetevi perché vi è venuta voglia di ricontattare un ex (fidanzato o amico)
Prima di spiegare a loro il motivo della chiamata o del messaggio, spiegatelo a voi stessi.
Auto-chiaritevi il motivo di questo impulso perché essere trasparenti con sé è l’unico modo per esserlo anche con gli altri.
Nel caso doveste accorgervi che gli intenti non sono buoni ma, anzi, mirano a danneggiare l’altro rivangando vecchi rancori oppure puntando a farli soffrire, allora lasciate perdere.
Farlo arrecherà danno a loro ma anche a voi, riaprendo ferite che, anche se non ancora evidentemente guarite del tutto, erano comunque ben camuffate sotto strati e strati di cerotti.
Se a guidarvi è la vendetta, allora significa che non è ancora venuto il momento di perdonare. E magari non verrà mai.
Come ricontattare un ex: tentate un approccio soft
Avete chiarito con voi stessi che le intenzioni sono buone? Allora potete finalmente passare dalla teoria alla pratica.
Dato che dall’altra parte magari non c’è la vostra stessa voglia di riprendere il discorso lasciato in sospeso, è bene andare per gradi.
Evitate la telefonata diretta, peggio ancora la videochiamata che metterebbe non poco a disagio chi è dall’altro capo del telefono (ma anche voi).
La formula migliore rimane quella vintage della missiva: una bella lettera cartacea da spedire, scritta di proprio pugno letteralmente, ossia a mano.
La lettera è ancora il modo di comunicare più sincero e discreto perché permette a chi la riceve di leggerla quando vuole, rileggerla a piacimento, cestinarla oppure rispondere con i propri ritmi.
Se però non vedete un francobollo dall’ultima cartolina spedita in gita alle superiori, allora potete scegliere la mail. Anche la lettera digitale vi permetterà di essere esaustivi e chiari, magari sembrerà un po’ meno sentita rispetto a un foglio di carta che avete intriso di inchiostro e di vostro profumo ma andrà bene comunque.
Il “galateo del riallacciamento rapporti” bandisce invece WhatsApp come primo approccio.
Innanzitutto sareste tentati di continuare a vedere se ha visualizzato, se sta scrivendo, se è online, quand’è stato l’ultimo accesso e via dicendo, inoltre anche per chi riceve il messaggio ci sarebbe l’imbarazzo delle due spunte blu di visualizzazione nel caso venga meno la voglia di rispondere.
Se trovate un muro, lasciate stare
Può anche essere che dall’altra parte troviate un muro, specialmente se il vostro ex amico o partner non condivide assolutamente la vostra voglia di riallacciare.
Alcuni potrebbero non rispondere nemmeno mentre altri lo faranno soltanto per educazione, facendovi però capire che è bene continuare a comportarvi come avete sempre fatto.
Rispettate entrambe le reazioni e non siate assillanti.
No ai continui messaggi per sollecitare una risposta, assolutamente no ai messaggi offensivi e indisponenti perché dall'altra parte non arriva reazione alcuna opuure ciò che vi hanno scritto non era quello che immaginavate.
Non fate finta di niente
Se dall’altra parte rispondono e rivelano voglia di ricominciare, bene ma chiarite subito vecchi rancori e problemi.
Non fate finta di niente perché sarebbe altrimenti un rapporto basato sulla finzione. Senza magari partire subito rivangando la rottura, cercate di essere inizialmente comprensive ma anche trasparenti: quello che volete è mettere le cose in chiaro, i cosiddetti puntini sulle proverbiali "i" per poi poter ricominciare.
Ricominciare e basta non va bene e, alla lunga, non vi appagherà affatto perché avrete sempre quel bisogno di chiarirvi che vi rode dentro.
Coinvolgeteli nella vostra nuova vita
Oltre a evitare di fare finta di niente circa gli avvenimenti passati, non commettete l’errore di farlo con quelli presenti.
Se state riallacciando con un ex fidanzato, parlategli del vostro nuovo partner con tranquillità, senza temere di offenderlo e quindi di allontanarlo nuovamente.
Ricordatevi che quelle che state ponendo sono le basi per una nuova amicizia, non quelle per una liaison amorosa.
La stessa cosa andrebbe seguita con gli ex amici: metteteli al corrente della vostra attuale cerchia di amici, senza tralasciare magari quelli a causa dei quali il vostro rapporto era naufragato ai tempi.
Solo con trasparenza sarete inattaccabili. E visto che coinvolgerli nella vostra vita è un po’ più difficile in questo periodo di lockdown perché non è che potete invitarli a casa vostra a prendere un caffè, trovate modi telematici per renderli partecipi del vostro presente.
Dall’invitarli a seguirvi su Instagram fino a qualche videocall da centellinare (solo se il primo step della lettera/mail sarà andato molto ma molto a buon fine), ormai ci sono tanti modi virtuali per simulare di essere assieme nella stessa stanza.
Ripromettetevi di vedervi non appena passerà l’emergenza
Sia ben chiaro: il riallacciamento con gli ex non deve essere un capriccio derivante la solitudine che stiamo vivendo.
Se credete che, non appena tornerete alla vostra vita normale, non sentirete più la necessità né la voglia di sentire l’ex, allora non riaprite quella porta.
Per rispetto dell’ex e anche di voi stessi, dato che fareste una pessima figura non solo con gli altri ma anche con il vostro ego.
Quello che va subito manifestato è la voglia di rivedersi non appena si potrà, non solamente quella di aver acquietato la coscienza con un messaggino ogni tanto in questi giorni.
L’isolamento può indurci a contattare tante persone per farci patire meno il senso di solitudine però è bene non giocare con i sentimenti propri e altrui.
Perché ricontattare un ex in quarantena?
Ciò che dovrete dire alla vostra migliore amica quando incomincerà a gridarvi al telefono “Ma sei matta?! Perché l’hai fatto?!” è questo: mi andava di farlo e mi sono prima interrogata bene sui motivi per cui ci tenevo.
Spiegatele che avete chiarito che non si tratta di una mossa anti-solitudine né di voglia di vendetta ma, anzi, di una sincera promessa di riprovarci.
Fare il primo passo vi farà sentire meglio, scoprendovi più buone e solidali di quello che credevate di essere.
Inoltre riconoscere i propri errori e tornare sui propri passi è sempre sinonimo di crescita e di maturità, quindi non abbiate rimpianti.
Potreste pentirvene? Certo, ma bisogna provare per saperlo
Non pensate che, come nei film, tutto si aggiusterà nel giro di due lettere o di tre chiamate poiché potrebbe non andare affatto in questo modo.
La delusione più grande? Rimanere senza risposta.
Sarebbe irrispettoso e insolente nei vostri confronti ma dovrete accettarlo senza assillare l’altro. Anzi, sarà la riprova che forse avere tagliato i ponti non è poi stata una cattiva idea.
Anche nel caso di risposta poco gradevole e maleducata non farete certo i salti di gioia per aver fatto il primo passo. Però non temete perché sarete a posto con la coscienza, il che è già un primo passo per stare bene con se stessi prima che con chiunque altro.
Ma se pensate di non saper affrontare una delusione di questo tipo, non iniziate nemmeno.
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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