Dal contorno all'impugnatura: ecco le cinque regole che ogni appassionato di hamburger dovrebbe rispettare
In Italia è hamburger-mania. Basta dare un’occhiata alle vetrine dei locali delle varie città, Milano in primis, per capire come, dopo il sushi, sia il panino made in USA ad aver conquistato i nostri palati.
Nonostante le hamburgerie gourmet continuino a proliferare, è la casa il luogo preferito in cui goderselo, come dimostra la ricerca condotta da Foodora, secondo cui il 70% degli intervistati preferisce mangiarlo all’interno delle mura domestiche.
Il giorno preferito, stando invece ai dati raccolti da Deliveroo, è la domenica, in particolare la sera intorno alle 20, probabilmente per quel connubio partita-panino che da sempre tiene avvinghiato il popolo maschile (e parte di quello femminile).
Quanto all’hamburger perfetto, Charles Michel, cuoco e ricercatore all’Università di Oxford, ha stabilito le proporzioni in grado di stimolare al meglio i nostri sensi e rendere memorabile l’assaggio: il 30% lo fa l'odore, il 25% il tatto, il 15% il suono, il 15% la vista e soltanto il restante 15% sarebbe per il gusto. È l’insieme delle sensazioni, e non solo il sapore, a dare piacere.
Quanto agli ingredienti, secondo Foodora gli italiani non hanno dubbi: pane classico, formaggio Cheddar, pomodori, cipolla, guacamole, carne di manzo, senape, mozzarella, Jalapeno e ketchup.
Se gli italiani preferiscono mangiare l’hamburger a casa, è anche dovuto al loro imbarazzo nel non sapere come affrontarlo. Per questo abbiamo pensato di aiutarvi con cinque regole basilari che tutti i divoratori di hamburger dovrebbero conoscere.

Si mangia con le mani
Piuttosto scontato, direte voi. E invece no, perché c'è chi nel 2017 è convinto che non sia educato mangiarlo con le mani e chiede ancora forchetta e coltello.
Il galateo non prevedeva gli hamburger, ma i cultori li mettono alla stessa stregua del pollo o delle ostriche.
C'è poi il discorso delle dimensioni, ma quella è una questione personale. Se ordinate degli hamburger con talmente tanta roba dentro da farlo assomigliare più a una torre stile Signore degli Anelli, almeno siate coerenti e affrontatelo a viso (e bocca) aperto.

Si accompagna con le patatine fritte
Per lo stesso criterio per cui l'hamburger si mangia con le mani, non è possibile e non sarebbe giusto, associarlo a un contorno di verdure o di qualunque altra cosa necessiti delle posate.
Quando si ordina un panino si dà per scontato che l'intero pasto sarà handfriendly. Anche perché pensate alla scomodità di dover ogni volta poggiare l'hamburger asciugarsi le mani, prendere le posate, mangiare un po' di contorno e ricominciare.
Bando alle diete e al bon ton e via libera alle patatine fritte.

Si schiaccia
Ogni hamburger che si rispetti, appena composto, avrà uno spessore che ne renderà difficile l'addentamento e per questo bisognerà schiacciare un po' per renderlo più alla portata.
Ma non solo, perché premere serve anche ad amalgamare meglio gli ingredienti, facendo sì che la carne si mischi alle salse e i vari sughetti inumidiscano e insaporiscano il pane.
Attenzione a non esagerare con la pressione: rischiereste di distruggere il panino e rovinare tutto. Come ogni cosa della vita, serve il giusto equilibrio.

Si tiene con pollici e mignoli
Alcuni studiosi giapponesi (nello specifico: un esperto in meccanica fluida, un ingegnere e un dentista) hanno identificato individuato il modo perfetto per mangiare un hamburger senza sporcarsi o, perlomeno, per evitare che tutto il condimento cada tra piatto e vestiti.
Bisogna mettere pollici e mignoli sotto, schiacciando sopra con le altre tre dita, in modo da chiudere la parte posteriore e ridurre al minimo la fuoriuscita di ingredienti, come mostrato da un video realizzato dal team di Food Beast.

Si addenta con cautela
Più l'hamburger è grande, più è necessario ridurre il morso, per evitare di sembrare dei Pac-Man infuriati.
Secondo Charles Michel l'hamburger perfetto non dovrebbe superare i sette centimetri di altezza per poter essere pienamente goduto. In ogni caso, grande o piccolo che sia, il bon ton vuole che non si spalanchino le fauci per addentarlo, ma che si gusti piano piano.
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