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Lifestyle

Stromae: una “Multitude” che non ha paura di guardarsi dentro

Stromae: una “Multitude” che non ha paura di guardarsi dentro

Stromae Ippodromo Snai - Ph Maria Laura Arturi - 7Stromae Ippodromo Ph Maria Laura Arturi - 7

È tornato a inizio marzo con il suo terzo album in studio, Multitude, dopo un lungo periodo di pausa, nel quale si è goduto una vita più tranquilla e “ordinaria” rispetto a quella degli ultimi anni in cui il suo nome è schizzato in vetta alle classifiche di mezzo mondo. La sua voglia di esibirsi, Stromae l’ha coltivata giorno dopo giorno. Ed è palpabile quando l’artista belga arriva sul palco dell’Ippodromo SNAI San Siro, a Milano, per l’unica data 2022 nel nostro Paese (il 16 maggio 2023 tornerà in Italia, ma a Roma, al Palazzo dello Sport).

Multitude sta a significare l’insieme delle parti che compongono ogni persona: il mix tra consapevolezze e contraddizioni che ognuno di noi possiede. Ma ricorda anche la moltitudine, appunto, di sonorità che Stromae è solito proporre nei suoi brani. Sono suoni che arrivano veramente da tutto il mondo e che riescono, con lui, a divenire alleati. Ingredienti differenti di una proposta artistica totalmente inedita. 

(Continua sotto la foto)

Stromae Ippodromo Snai – Ph Maria Laura Arturi – 5

In questi anni di pausa, Stromae ha dovuto fare i conti con un problema di salute, dopo un trattamento antimalaria a cui si era sottoposto per un viaggio promozionale in Africa. Ma ha deciso di allontanarsi dai palcoscenici anche per dedicarsi alla sua famiglia: nel settembre 2018 è diventato padre. Al bambino, Paul Van Haver (questo il vero nome dell’artista; “Stromae” deriva dalla parola “maestro” in verlan) ha anche dedicato una canzone durante il concerto: C’est que du bonheur. 

La qualità dello show di Stromae è incredibile. Così come la presenza scenica dell’artista che riesce ad alternare momenti ad alta intensità (vedi le hit Tous les mêmes, Papaoutai e il suo primissimo singolo Alors on danse) e altri, in cui la trasposizione della sua storia in musica è più delicata, intima. Come la chicca che ha regalato al pubblico alla fine del concerto, quando tutti gli spettatori presenti alla data del Milano Summer Festival gli hanno dimostrato con un lunghissimo applauso di non avere l’intenzione di andarsene senza un’ultima canzone: così è arrivata Mon amour, realizzata a cappella insieme ai suoi musicisti. Nei live Stromae rivive ciò che canta. Non può farne a meno. E questo è un ottimo modo per creare empatia con il pubblico. 

In un’ora e mezza di spettacolo, Stromae parla con il pubblico, azzarda alcuni brevi discorsi in italiano, tra gli applausi divertiti e accoglienti della folla. Alterna brani che toccano tematiche molto importanti (come L’enfer, testimonianza della sua sofferenza, poi sfociata in una “sindrome da burnout”) e canzoni che ben raccontano la quotidianità di tutti, come Pas vraiment, che ironizza sul chiacchiericcio all’interno di un palazzo.

Poco prima di Santé - primo singolo estratto dal suo terzo disco, brano dedicato a tutti coloro che quando si festeggia sono soliti lavorare - un video sugli schermi insegna, passo per passo, la coreografia da realizzare poco dopo. Il tutto con un approccio che ricorda volutamente quello degli assistenti di volo prima del decollo. Come se lo show fosse davvero un aereo pronto a partire. Un viaggio alla ricerca di storie, influenze e sonorità diverse dalla propria. Ma sognante. E pronto a trasformare tutto in un’unica catartica danza.

Testo di Giovanni Ferrari

Foto: Maria Laura Arturi

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